La deflazione è una sfida per le economie globali

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 Il capo del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde questa settimana ha affermato che è necessario agire abbastanza decisamente contro la deflazione e che considera il calo dei prezzi disastroso per la ripresa economica mondiale.

La maggior parte delle economie più sviluppate, tra cui la zona euro, gli Stati Uniti e il Giappone, hanno tassi di inflazione notevolmente inferiore agli obiettivi che le loro banche centrali hanno prestabilito.

In Gran Bretagna la prospettiva è meno preoccupante, dal momento che l’indice dei prezzi al consumo a dicembre erano nel target del 2%. Tuttavia, con l’inflazione dei prezzi alla produzione in che è in aumento più lento all’1% ci sono timori che i prezzi al consumo possano cominciare a rallentare più marcatamente all’inizio di quest’anno.

 

Inflazione, nuova minaccia in corso?

 

La deflazione comporta due rischi entrambi importanti. In primo luogo, gli acquirenti hanno pochi motivi per spendere i loro soldi oggi, dal momento che ci si può ragionevolmente aspettare che le merci saranno più convenienti l’anno prossimo. Questo ha un effetto smorzante sul consumo, spingendo i prezzi più verso il basso. In secondo luogo, la deflazione rende molto più difficile per i governi e gli individui pagare i loro debiti. Mentre i prezzi scendono, il valore nominale dei crediti rimane lo stesso. I debitori sono quindi costretti a utilizzare una quota maggiore del loro reddito per restituire i loro prestiti.

La conclusione raggiunta dalla signora Lagarde e che le banche centrali dovrebbero fare di più per sostenere i prezzi. Tuttavia, ci sono notevoli differenze tra i diversi Paesi. La minaccia di deflazione rimane un problema dei Paesi più sviluppati con molti mercati emergenti, come l’India e il Brasile, che sono alle prese con la minaccia opposta di un  aumento dei prezzi.

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