Le imprese italiane vogliono delocalizzare in Svizzera

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 Non è vero che il mondo dell’imprenditoria italiana stia vivendo un periodo di stagnazione: ha solo modificato i suoi obiettivi. Come quello di andare a cercare fortuna in zone un po’ più ospitali dell’Italia. In Svizzera, ad esempio, appena fuori dai confini italiani, dove però già si respira tutta un’altra musica.

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Questo fenomeno è registrato dal successo che sta riscuotendo, in questi giorni, l’iniziativa dedicata al mondo imprenditoriale “Benvenuta impresa”, tuttora in corso a Chiasso in Svizzera, poco fuori dai confini italiani. Più di 900 imprenditori italiani si sono infattti detti pronti a delocalizzare nella confederazione elvetica. Il motivo? La pressione fiscale, in Svizzera è pari al 50% di quella italiana. Altro che riduzione del cuneo fiscale: il Belpaese ha un costo troppo elevato anche per chi vuole continuare a creare occupazione e ad investire.

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Un primo appuntamento , a Chiasso, dove sembra esserci già il tutto esaurito, è fissato per giovedì di questa settimana. E gli operatori più richiesti, in Svizzera, sono quelli del mondo finanziario e del terziario avanzato. Ma numerosi sono gli imprenditori che hanno manifestato interesse per questa iniziativa, la maggior parte dei quali appartenenti a mondo dei servìzi, del commercio e del trading.

Un secondo vantaggio che attira le aziende italiane in Svizzera è poi l’esistenza di una burocrazia molto ridotta, che consente alle persone intraprendenti di aprire una società anche nel giro di mezzora. Per questo motivo da alcune compagini politiche si levano richieste di interventi mirati per incentivare le imprese italiane a rimanere.

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