Le regole per le società online, il caso di booking.com

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 La questione delle tasse che dovrebbero pagare le società che operano in internet è sempre attiva. Queste società digitali non pagano le tasse nei Paesi dove operano, accusano da più parti i politici dei singoli Paesi, ma dove hanno sede che spesso sono Paesi con tassazione privilegiata.

In Italia nella Legge di Stabilità si è provato a inserire la “Googl tax”, ma la situazione si è poi arenata con l’intervento di Renzi che ha parlato della necessità di una regolamentazione europea e quindi di una questione da considerare di più.

È necessario un ripensamento delle regole e alcuni osservatori ritengono che la difficoltà a raggiungere un accordo su eventuali modifiche fiscali si tradurrà in misure meno radicali.

 

Le norme fiscali speciali per le società di internet considerate non valide

 

Le aziende come LinkedIn, Facebook, Amazon e E-Bay hanno allertato gli azionisti sui rischi di cambiamenti legali e fiscali che potrebbero danneggiare le loro attività.

Booking.com mostra come i ricavi delle società digitali possono muoversi nei diversi regimi fiscali.

L’agenzia di viaggi online ha avuto un cambiamento strutturale nel 2012, che ha comportato il trasferimento di contratti ad una controllata nei Paesi Bassi.

La mossa ha innescato un calo del 45% dei profitti dell’agenzia nel 2012 nonostante una buona performance finanziaria e l’assunzione di più di 100 dipendenti.

Dopo la ristrutturazione, il ruolo della società britannica era quello di fornire servizi di supporto per la filiale olandese, quali la promozione del sito web e mostrare gli alberghi. Il costo del servizio è stato pagato da Booking.com BV.

L’operazione olandese è un hub per la capogruppo Priceline.com che si è assicurata una sentenza da parte dell’autorità fiscale olandese che tassa parte dei suoi guadagni al solo il 5% perché si qualifica per le attività innovative.

Priceline.com ora è preoccupata per modifiche fiscali che potrebbero influenzare negativamente la sua posizione finanziaria. E ha avvertito gli investitori che l’Ocse ritiene che siano necessarie modifiche alle leggi fiscali internazionali.

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