La liquidazione dei parlamentari non rieletti

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 Seppur ancora senza un nuovo esecutivo, la diciasettesima legislatura si è insediata e molti dei deputati e dei senatori che hanno occupato per anni le poltrone di Montecitorio non sono stati rieletti.

A casa, quindi, ma non prima di aver ricevuto il loro TFR, il trattamento di fine rapporto, come accade a qualsiasi altro lavoratore. Nel loro caso questa sorta di indennità viene definita trattamento di fine mandato o buonuscita dal Parlamento, che i parlamentari riceveranno entro trenta giorni dalla proclamazione dei nuovi eletti.

A quanto ammonta questa buonuscita? Il trattamento di fine mandato che spetta ai parlamentari in carica alla fine della legislatura che non vengono eletti nella successiva spetta una somma pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità parlamentare per ogni anno di mandato effettivo, o frazione non inferiore ai sei mesi, finanziata attraverso il Fondo di Solidarietà.

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Ancora non sono state rese note le cifre esatte degli assegni che circoleranno per Palazzo Montecitorio nei prossimi giorni, ma il calcolo non è particolarmente difficile: per un mandato di 4 anni (durata normale di una legislatura) il ‘TFR’ sarà pari a circa 41 mila euro.

Ma nel nostro parlamento ci sono dei deputati e senatori che sono lì da ben più tempo di una legislatura, per i quali, quindi, l’assegno sarà molto più sostanzioso. Qualche esempio?

Gianfranco Fini è in Parlamento dal 1983 (29 anni), quindi la sua indennità di fine mandato sarà di circa 300 mila euro. Livia Turco, che ha un’anzianità parlamentare di 26 anni, percepirà circa 216 mila euro. Roberto Maroni avrà un assegno di circa 175mila euro.

Oltre  a questo, per la maggior parte di loro sarà anche possibile continuare ad usufruire dei benefici di essere un parlamentare per altri dieci anni, benefici tra i quali ci sono l’ufficio, i collaboratori e auto blu. Naturalmente, il tutto finanziato con soldi pubblici.

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