L’UE contro l’Italia sulle norme per il pensionamento anticipato

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 La Commissione Europea potrebbe aprire una nuova procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese. Questa volta ad essere al centro delle attenzioni europee non è il deficit pubblico ma norme che in Italia regolano il pensionamento anticipato. 

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In Italia infatti esiste una norma che prevede per il pensionamento anticipato una disparità di trattamento tra uomini e donne. La differenza riguarda gli anni di contributi versati, che ammontano a  41 anni e 3 mesi per le donne e 42 anni e 3 mesi per gli uomini.

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La legge italiana è stata introdotta nel 2011 ed è valida sia per il settore pubblico che per il settore privato ed indica gli anni minimi di contributi per richiedere la pensione prima di arrivare al limite di età prefissato.

Ma le leggi comunitarie impongono che per tutti i cittadini europei non vi sia disparità di trattamento tra gli uomini e le donne – così come stabilisce l’articolo 157 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Per questo motivo l’Italia potrebbe a breve essere oggetto di una nuova apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea.

Un tale problema di era presentato all’Italia già alcuni anni fa, e la questione dell’età minima per l’ottenimento era stata risolta con la riforma che ha portato l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni anche per le donne.

Prima di procedere con una vera e propria procedura di infrazione, tuttavia, l’Italia potrebbe essere soggetta ad una messa in mora, che presuppone la richiesta di delucidazioni da parte del Governo entro un tempo stabilito.

 

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