La Mansi spiega l’aumento di capitale di Mps a maggio e invita Profumo a non dimettersi

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 Il caso del Monte dei Paschi di Siena è sempre al centro dell’attenzione delle trame finanziarie e dell’Europa. L’Ue sembra spazientirsi in attesa del rimborso dei Monti Bond da parte della Banca allo Stato. Intanto, continua il confronto tra la banca e la Fondazione per le strategie future, tra aumento di capitale e ristrutturazione.
La Presidente della Fondazione Mps Antonella Mansi ha ottenuto che l’aumento di capitale da 3 miliardi si sposti a maggio. La banca Mps con il suo presidente Alessandro Profumo puntava invece ad un aumento di capitale già da gennaio. La Mansi deve dimostrare di avere avuto ragione e intanto invita il presidente Alessandro Profumo e l’amministratore delegato Fabrizio Viola a non dare le dimissioni.
Antonella Mansi, stimolata sulla posizione presa, ha affermato: “permangono un forte pregiudizio e uno scarso approfondimento delle nostre posizioni. Io ritengo che il nostro percorso sia stato lineare e corretto. L’anomalia è del passato. Noi abbiamo fatto quello che un qualunque buon amministratore ha il dovere di fare. E le dico che se l’ente avesse voluto vincolare in maniera miope il destino della banca, avrebbe semplicemente potuto votare contro l’aumento di capitale. Invece la fondazione si è presentata con una proposta alternativa approvata dall’82% dei soci”.
Sulla reazione dei mercati finanziari rispetto al fatto di spostare l’aumento di capitale, la presidente della Fondazione Mps ha detto: “Chiaramente questa continua perturbazione mediatica non fa bene all’istituto. Sono stati anche dati messaggi del tutto catastrofistici che non hanno una solida base. Bisogna invece ragionare a mente fredda e comprendere innanzitutto che la cosa più importante è che l’aumento di capitale sia stato approvato e che questo è un forte sostegno alla validità del piano di ristrutturazione, di cui non è stata toccata una virgola se non un posticipo di pochi mesi”.
Sulla possibilità che la Fondazione rimanga azionista della banca ha affermato: “Se posso esprimere un auspicio, è che nell’azionariato ci sia una rappresentanza della fondazione, sia pure ridotta, anche se non è per nulla scontato. Io spero che ci sia perché questo potrà essere l’unico legame con il territorio”.

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