Dopo i botti arrivano gli aumenti di Capodanno

 Inizia l’anno nuovo e, come da tradizione possiamo dire, si fanno i conti degli aumenti scattati dal 1 gennaio. Aumenti che riguardano soprattutto autostrade, bollette e carburanti e che dipendono da piccole norme inserite negli ultimi decreti e dall’aumento dell’Iva.
Le tariffe o pedaggi delle autostrade sono aumentate di molto e anche fino all’8% come nell’Autostrada dei Parchi (A24) o nella Piacenza-Brescia. Sul territorio nazionale, e considerando quindi tutte le autostrade, l’aumento è stato del 3,9%. Questo è il livello medio, ma su molte autostrade importanti soprattutto del nord l’aumento è arrivato al 5%.
In crescita anche le bollette dell’energia elettrica, con rincari dello 0,7%. L’aumento dell’Iva e di una piccola manovra porta anche a caffè, bibite e snack delle macchinette automatiche ad essere più cari. In questo caso, la crescita è di 5-10 centesimi per ogni prodotto.
Dal 1 gennaio cresce anche il prezzo dei carburanti di 0,4 centesimi utili per finanziare il cinema. I carburanti erano già aumentati di prezzo qualche giorno fa per effetto del super euro.
Questi aumenti e gli altri, tutti insieme, avranno delle ripercussioni sui trasporti, sui servizi e sul commercio. Le associazioni dei consumatori stimano che i rincari delle tariffe e questi effetti a cascata peseranno per circa 1.400 euro
Come detto, molti aumenti dipendono da piccole norme inserite negli ultimi decreti, tra cui la Legge di Stabilità e il Decreto Milleproroghe. Le tasse sulle sigarette aumentano dello 0,7% e il bollo sui conti titoli e i conti deposito passa dall’1,5% al 2%.
Aumentano anche i contributi Inps per il fondo di solidarietà che finanzia la cassa integrazione. Per le imprese con più di 15 dipendenti l’aumento è dello 0,5% delle retribuzioni. A carico dell’impresa ci sono i due terzi di questo aumento, mentre il rimanente un terzo è a carico del lavoratore.
E poi ci sono le tasse sulla casa.

La Mansi spiega l’aumento di capitale di Mps a maggio e invita Profumo a non dimettersi

 Il caso del Monte dei Paschi di Siena è sempre al centro dell’attenzione delle trame finanziarie e dell’Europa. L’Ue sembra spazientirsi in attesa del rimborso dei Monti Bond da parte della Banca allo Stato. Intanto, continua il confronto tra la banca e la Fondazione per le strategie future, tra aumento di capitale e ristrutturazione.
La Presidente della Fondazione Mps Antonella Mansi ha ottenuto che l’aumento di capitale da 3 miliardi si sposti a maggio. La banca Mps con il suo presidente Alessandro Profumo puntava invece ad un aumento di capitale già da gennaio. La Mansi deve dimostrare di avere avuto ragione e intanto invita il presidente Alessandro Profumo e l’amministratore delegato Fabrizio Viola a non dare le dimissioni.
Antonella Mansi, stimolata sulla posizione presa, ha affermato: “permangono un forte pregiudizio e uno scarso approfondimento delle nostre posizioni. Io ritengo che il nostro percorso sia stato lineare e corretto. L’anomalia è del passato. Noi abbiamo fatto quello che un qualunque buon amministratore ha il dovere di fare. E le dico che se l’ente avesse voluto vincolare in maniera miope il destino della banca, avrebbe semplicemente potuto votare contro l’aumento di capitale. Invece la fondazione si è presentata con una proposta alternativa approvata dall’82% dei soci”.
Sulla reazione dei mercati finanziari rispetto al fatto di spostare l’aumento di capitale, la presidente della Fondazione Mps ha detto: “Chiaramente questa continua perturbazione mediatica non fa bene all’istituto. Sono stati anche dati messaggi del tutto catastrofistici che non hanno una solida base. Bisogna invece ragionare a mente fredda e comprendere innanzitutto che la cosa più importante è che l’aumento di capitale sia stato approvato e che questo è un forte sostegno alla validità del piano di ristrutturazione, di cui non è stata toccata una virgola se non un posticipo di pochi mesi”.
Sulla possibilità che la Fondazione rimanga azionista della banca ha affermato: “Se posso esprimere un auspicio, è che nell’azionariato ci sia una rappresentanza della fondazione, sia pure ridotta, anche se non è per nulla scontato. Io spero che ci sia perché questo potrà essere l’unico legame con il territorio”.

Aumento Iva, bruciato un miliardo di euro

 Un miliardo di mancati consumi sarebbero andati in fumo con gli aumenti dell’Iva voluti dal Governo e tanto temuti dai commercianti , che hanno costretto le famiglie italiane a diminuire le spese come previsto e prevedibile. A denunciarlo è lo studio effettuato da Centromarca in base ai risultati delle indagini di Ref Ricerche e Iri.

Aumenta la benzina per coprire l’Imu

 Sono in discussione le misure che dovrebbero andare a compensare il mancato pagamento della seconda rata Imu. Per riuscire a coprire l’eliminazione della seconda rata dell’Imu è previsto l’aumento al 128% per il 2013 (al 127% nel 2014) dell’acconto Ires per banche e assicurazioni, a partire dal 2015 l’aumento delle accise su carburanti e l’acconto sull’imposta del risparmio amministrato.

Tasse, in arrivo aumenti sui carburanti

 L’automobilista potrebbe trovarsi la “solita” sorpresa dell’aumento del costo del carburante, tra pochi giorni. Potrebbero scattare i cosiddetti aumenti automatici delle accise sui carburanti, benzina gasolio e gas, oltre che degli acconti Ires e Irap.

Tredicesime, un Natale con pochi regali

 L’economia italiana, e quella europea in generale, dovrà anche tener conto pure dell’ incubo della deflazione cioè un abbassamento dei prezzi che non sarà un vantaggio per il consumatore, ma un segno di grave “malattia economica”.