Mercato obbligazionario, dove puntare per avere ottimi rendimenti

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 Per oltre un decennio, almeno un segmento del mercato obbligazionario ha restituito un rendimento complessivo annuo minimo del 10%. In quattro degli ultimi cinque anni è stato il segmento high yield. La previsione di consensus per il 2014 è che i tassi resteranno invariati, la crescita proseguirà e prevarrà la propensione al rischio. Tuttavia, persino in uno scenario così favorevole, è improbabile che i rendimenti riescano a eguagliare i risultati degli ultimi due anni, spiega  Chris Iggo di Global Fixed Income di AXA Investment Managers. Se ci riusciranno, i mercati del credito saranno costosi come nel 2007, e sappiamo cosa accadde all’epoca. Gli spread, restringendosi, compenseranno sempre meno il rischio. Dobbiamo prendere in considerazione anche uno scenario meno favorevole, ovvero di avversione al rischio. In tali condizioni, il settore più brillante potrebbe essere la duration. Gli investitori obbligazionari potrebbero registrare un rendimento del 10%, ma in un mercato normalmente considerato ribassista.

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Come già avviene da qualche anno, secondo l’opinione di consensus il 2014 non sarà un anno positivo per chi investe in obbligazioni. I rendimenti sono bassi e gli spread di credito molto contenuti. Le banche centrali continuano a sostenere che i tassi di interesse resteranno invariati, ma il rischio di un rialzo dei tassi aumenterà col passare del tempo. Nel nostro scenario di base per quest’anno, i governativi probabilmente produrranno ancora un rendimento complessivo negativo, i titoli investment grade saranno sostanzialmente stabili, mentre il segmento high yield genererà rendimenti tendenzialmente inferiori a quelli del 2013.

Gli investimenti in obbligazioni

Il rendimento dell’indice Bank of America/Merrill Lynch (BAML) European High Yield è sceso al 4,3% (yield to worst) e affinché l’indice produca nuovamente un rendimento complessivo del 10% dovrebbe scendere al di sotto del 3%, che, a parità dei rendimenti dei titoli di stato, significherebbe uno spread sull’high yield di soli 200 punti base (analogo ai livelli massimi raggiunti con la bolla del credito nel 2007). Tutto ciò in aggiunta ai rendimenti medio bassi a una cifra di un portafoglio obbligazionario bilanciato nelle migliori circostanze. Tuttavia, dobbiamo sottolineare che si tratterebbe di un esito alquanto insolito.

 

 

 

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