Le misure alternative al congedo parentale: a chi spettano e a chi no

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La donna lavoratrice, dipendente del settore pubblico, del settore privato, o lavoratrice autonoma, ha sempre diritto ad alcuni mesi di congedo parentale, e può usufruirne nel primo anno di vita del bambino. Poi dipende tutto dal tipo di contratto in essere. Esistono però delle misure alternative e ne parla anche l’INPS. 

Nella circolare numero 169 del 16 dicembre 2014, l’INPS mette nero su bianco una serie di istruzioni da seguire per avere i voucher l’acquisto di servizi di baby sitting oppure per il pagamento delle strutture che offrono servizi per l’infanzia, per esempio gli asili nido.

Il congedo parentale può essere sostituito da un part-time

A chi spettano i benefici

Al beneficio indicato possono accedere soltanto:

  • le madri lavoratrici aventi diritto al congedo parentale, dipendenti di amministrazioni pubbliche o di privati datori di lavoro,
  • oppure iscritte alla Gestione Separata di cui all’art.2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n.335, comprese le libere professioniste, a condizione che non risultino iscritte ad altra forma previdenziale obbligatoria e non siano pensionate.

A tali lavoratrici (autonome iscritte alla Gestione Separata, spetta in forma sperimentale il congedo parentale per un periodo di tre mesi, da fruire entro il primo anno di vita del bambino

A chi NON spettano i benefici

Non sono ricomprese nel beneficio:

  • le lavoratrici autonome iscritte ad altra gestione (per esempio coltivatrici dirette, mezzadre e colone, artigiane ed esercenti attività commerciali di cui alle leggi 26 ottobre 1957, n. 1047, 4 luglio 1959, n. 463, e 22 luglio 1966, n. 613),
  • imprenditrici agricole a titolo principale, pescatrici autonome della piccola pesca marittima e delle acque interne, disciplinate dalla legge 13 marzo 1958, n. 250;
  • le lavoratrici esentate totalmente dal pagamento della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati convenzionati;
  • le lavoratrici che usufruiscono dei benefici di cui al Fondo per le Politiche relative ai diritti ed alle pari opportunità.

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