Ottenere un prestito d’onore aprendo la partita IVA

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Aprendo una nuova partita IVA è possibile fare la richiesta per un finanziamento agevolato con la formula del prestito d’onore che ha come obiettivo la promozione dell’autoimpiego anche attraverso il franchising, il lavoro autonomo e la micro impresa. Bisogna però rispettare alcuni requisiti. Ecco quali. 

Il prestito d’onore, a chi apre una nuova partita IVA, garantisce l’accesso a contributi a fondo perduto, mutui agevolati (se autorizzati da Invitalia), servizi di assistenza tecnico-gestionale gratuiti e agevolazioni finanziarie per gli investimenti. Naturalmente ci sono dei requisiti da rispettare nel senso che i beneficiari del prestito d’onore devono essere cittadini italiani, oppure residenti in Italia da almeno 6 mesi, disoccupati o inoccupati alla ricerca del primo impiego.

Queste persone devono manifestare l’intenzione di avviare un’attività imprenditoriale sotto forma di ditta individuale. Se a richiedere il prestito d’onore sono dei cittadini stranieri, è richiesto tra gli altri documenti anche il permesso di soggiorno con validità di almeno 12 mesi dopo la presentazione della domanda. Vale anche la carta di soggiorno.

Guida alla valorizzazione d’onore

Possono chiedere il prestito d’onore anche i liberi professionisti iscritti ad un Albo professionale che vogliano aprire uno studio. Attualmente il prestito d’onore è attivo nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Nel momento in cui si ottiene il prestito d’onore è importante mantenere in vita l’attività per almeno 5 anni dalla data di delibera dell’ammissione all’agevolazione e in questo periodo non è possibile estinguere il finanziamento in anticipo, l’attività non può essere ceduta, non si possono stipulare altri contratti a tempo pieno. Al contrario sono ammessi altri lavori occasionali.

Iniziare un’attività con il prestito d’onore

Il prestito d’onore riguarda le nuove partite IVA che desiderano avviare un’attività nel settore della produzione dei beni, della fornitura dei servizi e del commercio mentre non vale per tutti coloro che vogliono avviare un’impresa nei settori agricolo, della pesca e dell’acquacoltura.

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