Telecom e Sawiris, si deciderà il 6 dicembre

 Il magnate egiziano Sawiris vuole una parte delle quote della Telecom. In una intervista al Financial Times, pur non riferendosi direttamente all’azienda di Bernabè, ribadisce il suo interesse ad entrare in Telecom:

Quando hai sempre fatto affari nelle tlc è difficile lasciarle. Weather II (il veicolo presieduto da Sawiris), intende allocare parte del suo capitale in questa direzione quando le condizioni sono favorevoli. Per la prima volta in vita mia ho zero debiti personali e zero debiti delle mie società. In questo contesto è una posizione salutare.

Quello che succederà lo si saprà solo il 6 dicembre, dopo il cda Telecop al quale parteciperanno sia il presidente Franco Bernabè che l’ad Marco Patuano, il quale si trova in una posizione difficile, dal momento che la sua entrata in Telecom avrebbe dovuto risollevare le sorti della telefonia mobile, cosa che non è avvenuta.

Patuano non sembra essere d’accordo con l’entrata di Sawiris nella società, anche se questo porterebbe un consistente aumento di capitale da sfruttare per allargare il giro di affari in America Latina. Si prospetta un cda difficile, dal quale potrebbe anche nascere una rottura definitiva tra i quadri aziendali, che porterebbe all’estromissione di uno dei due.

Marchio Alfa rimane in Fiat, anche dopo la fusione con Chrysler

 Non si tratta di soldi o di affari. Quando c’è di mezzo un brand che ha fatto la storia di una casa automobilistica e che,da sempre, è stato il fiore all’occhiello della produzione, non ci sono cifre che possano valerne la cessione. E’ quanto afferma Sergio Marchionne, numero uno del Lingotto, che, in un’intervista al periodico americano Automotive News, ha paragonato l’Alfa Romeo all’Audi:

Se andate a chiedere l’Audi alla Volkswagen non ve la daranno, non è un questione di soldi e lo stesso vale per l’Alfa.

Confermando che il nuovo modello – Giulia, che sarà l’erede della 159 – è già in fase di progettazione e che sarà prodotta negli stabilimenti italiani.

La Giulia sarà una prima iniezioni di fiducia, che sarà seguita da quella dei risultati della fusione tra Fiat e Chrysler: la produzione dei modelli del marchio americano potrà portare le vendite a 4 milioni e 300 mila veicoli, la metà dei quali (2,6 milioni) con le insegne Chrysler.

Marchionne interviene anche sulla possibilità di aiuti statali, come successo in Francia dove il governo ha concesso 7 miliardi di euro per salvare il gruppo Psa Peugeot-Citroen

Il rischio è che ci siano interventi degli Stati destinati a proteggere le entità nazionali che non necessariamente faranno bene al mercato europeo. Stiamo tutti aspettando le determinazioni dell’Unione Europa sul fatto se l’intervento sia corretto e all’interno delle regole.

 

General Motors vuole tenersi Opel

 Durante la sua trasferta a Rüsselsheim, in Germania, Dan Akerson, presidente del gruppo General Motors, smentisce le voci su una possibile rottura con il gruppo Opel. E lo fa davanti a 5000 dipendenti dell’azienda, preoccupati per la possibilità, non proprio remota, dati le ultime vicissitudini del comparto automobilistico in Europa e nel resto del mondo, di perdere il posto di lavoro.

Non chiuderemo né molleremo perché siamo un’azienda globale e l’Europa resta indispensabile: abbiamo bisogno di un forte sviluppo prodotto, di centri design e di una rete di concessionari efficace e Opel ha tutte queste cose.

Queste le parole del presidente di General Motors che ha voluto rassicurare i dipendenti Opel che, nonostante i tagli annunciati di circa 2.600 addetti e le altre misure volte al contenimento delle perdite, la GM continuerà a dare il suo sostegno.

Dan Akerson ha confermato che la Opel, grazie ai due nuovi modelli (Mokka e Adam), c’è la possibilità di vendere fino a un milione di nuove autovetture e che, dato che gli impianti hanno un eccesso di produttività, anche la produzione dei modelli della Chevrolet saranno di competenza Opel.

Una strada da percorrere per riuscire a tornare, entro il 2015, ad un pareggio di bilancio dopo dieci anni di perdite.

Spending review, i tagli per il settore ospedaliero

 I tagli previsti per il settore ospedaliero in Italia voluti dal governo tecnico rischiano di diminuire pesantemente le opportunità di cura e di assistenza per i cittadini italiani.

Con la spending review potrebbero essere tagliati circa 7000 posti letto (attualmente in Italia la disponibilità è di 230 mila) e di chiudere circa 257 ospedali privati accreditati, portando il numero dagli attuali 406 a 149. Gli ospedali privati che rischiano la chiusura sono quelli con meno di 80 posti letto.

I governatori delle regioni sono già pronti a dare battaglia per evitare una tale diminuzioni di posti letto che potrebbe rivelarsi un dramma per la popolazione e cercheranno, la prossima settimana quando è prevista la Conferenza Stato-Regioni sull’argomento, di arrivare, per quanto possibile, ad un compromesso con il Ministro Balduzzi.

Sono tantissime le realtà messe a rischio dal provvedimento che, non solo comportano una minore possibilità di accesso alle cure per i malati, ma anche una sostanziosa perdita di posti di lavoro. Gabriele Pelissero, presidente dell’Aiop, commenta:

Ma è corretto che un provvedimento tanto delicato non passi dal Parlamento? I criteri adottati per riorganizzare la rete di cure sono estremamente rigidi ed è come se mettessero in una gabbia di ferro il sistema ospedaliero. Non solo: da una prima valutazione del provvedimento per gli ospedali privati accreditati ci sarebbe una perdita di circa 10 mila posti letto e altrettanti posti di lavoro.

Fisco, le novità riguardanti l’agricoltura

Il comparto primario è sicuramente il settore che in questo periodo fa da traino all’economia italiana, posizionandosi davanti a comparti quali quello automobilistico e quello industriale.

Non vi è dubbio che l’agricoltura stia attraversando un buon momento di forma. Le novità fiscali approvate dall’emendamento presentato due giorni fa per quanto concerne il disegno di legge sulla stabilità, ne tengono conto e considerano molto il settore.

Parliamo, anzitutto, delle società agricole.

A decorrere dal 2013, Snc, Sas ed Srl agricole ritorneranno alla tassazione originaria: quella che si basa sulla differenza dei costi e dei ricavi. Confermate invece le previsioni contenute nel testo originario circa gli acconti d’impresa. Essi dovranno essere rideterminati tenendo in considerazione il bilancio e non con riferimento ai redditi catastali, a partire dal gennaio del prossimo anno.

Soffermiamoci su ditte individuali e società semplici. Queste due micro-categorie continueranno a determinazione il reddito sulla base dei criteri catastali.

Resta da considerare la nuova situazione fiscale relativa ai terreni agricoli.

La rivalutazione dei redditi dominicali e agrari dei terreni del 15% verrà applicata dal 2013 e non da quest’anno, come invece era stato inizialmente stabilito all’interno dell’originaria legge di stabilità.

Vi era infatti una rivalutazione del 15% che è ridotta al 5% se i terreni sono posseduti e coltivati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.

Fisco, le altre novità dell’emendamento

Le principali novità fiscali approvate in seguito all’emendamento presentato due giorni fa sono le seguenti:

– le aliquote Irpef restano invariate;

– nel 2013 aumenteranno le detrazioni dei figli a carico;

– l’aliquota iva si innalzerà dal primo luglio 2013 di un punto percentuale (dal 21 al 22%);

– invariata l’aliquota Iva del 10%;

– taglio di circa 1,4 miliardi al cuneo fiscale;

Restano da analizzare le altre novità fiscali contemplate nell’emendamento.

PENSIONI DI GUERRA

Per quanto riguarda coloro che percepiscono una pensione di guerra c’è da leggere bene quanto redatto all’interno dell’emendamento presentato 48 ore fa.

Si attesta che l’esenzione dell’Irpef per le pensioni di guerra non si applicherà nel caso in cui gli emolumenti verranno percepiti, a titolo di reversibilità, da soggetti che presentano un  reddito complessivo superiore a 15mila euro.

Inizialmente, l’originario testo della legge di stabilità contemplava l’annullamento dell’esenzione in tutti i casi di reddito complessivo superiore a 15mila euro e non soltanto ai casi di reversibilità della pensione.

Al momento la situazione è la seguente: l’esenzione Irpef è attualmente attivabile per le pensioni di guerra di ogni tipo e per le relative indennità, gli assegni collegati alle pensioni privilegiate ordinarie, nonché per le pensioni relative a decorazioni dell’ordine militare e alle medaglie al valor militare.

I cambiamenti futuri sono da esaminare con precisione.

 

 

Irap per le imprese, aumenta la deduzione

Sono diverse le novità fiscali presenti nel nuovo emendamento sul disegno di legge sulla stabilità presentato due giorni fa dai relatori.

Imprese, professionisti e piccole imprese non rimangono certo fuori dai giochi.

La novità è che a partire dal 2014 la deduzione dalla base imponibile Irap per tutti i soggetti passivi Irap dovrebbe far registrare un aumento. Parliamo di soggetti passivi che si distinguono dalle amministrazioni pubbliche.

Stando a questo disegno di legge, attestiamo che lo sconto fiscale ritornerebbe così ai livelli contemplato precedentemente rispetto al primo giorno di gennaio del 2008.

In base a ciò, dunque, a prescindere dal valore della produzione la deduzione dovrebbe essere applicata indipendentemente dal valore della produzione, solo ed esclusivamente nel caso in cui si abbia una base imponibile Irap inferiore a 180.999,91 euro.

Così facendo, gli importi di deduzione dovrebbero aumentare nel contempo alla riduzione della base imponibile. L’emendamento presentato quarantotto ore fa contempla anche l’aumento dell’ulteriore deduzione prevista per ditte individuali, snc, sas e professionisti.

PROFESSIONISTI E PICCOLE IMPRESE

Appare dunque opportuno soffermarci anche sugli aspetti riguardanti proprio le piccole imprese suddette e i professionisti.

Sempre in relazione all’emandamento di due giorni fa,  imprese e i professionisti che non hanno a libro paga lavoratori dipendenti e che impiegano pochi beni strumentali dovrebbero dunque essere esentati dall’Irap a partire dal 2014.

Ciò prevede che l’importo massimo dei beni strumentali da utilizzare sarà determinato con decreto del ministro dell’Economia e delle finanze. Si cercherà, pertanto, di determinare i parametri per l’esenzione dall’Irap dei soggetti non organizzati. A questo pro, è prevista una dotazione annua di 248 milioni di euro nel 2014 e di 292 milioni di euro a decorrere dal 2015.

Fisco, aumento delle detrazioni sui figli a carico

Tra le novità fiscali approvate successivamente al disegno di legge sulla stabilità, il Governo annuncia un aumento relativo alle detrazioni fiscali sui figli a carico, a partire dal prossimo anno.

Di cosa si tratta?

A partire dal primo di gennaio del 2013 è previsto un aumento della detrazione di 150 euro.

Non si tratta più, pertanto, di una cifra pari a 800 euro. Con l’aumento la detrazione sarà di 950 euro da pagare per ciascun figlio a carico.

Per “figlio a carico” si intende un figlio (anche) naturale riconosciuto, adottivo, affidato o affiliato.

Uno status quo, quello del figlio a carico, che dunque prescinde dal fatto che conviva o meno con i genitori.

Non è dunque rilevante neanche l’eventuale residenza all’estero, la condizione o meno di studente cioè lo svolgimento di stage o tirocini gratuiti o prestazioni di lavoro produttive di reddito da parte del figlio.

Un aumento significativo, regolato in tutte le sue forme e in tutti i suoi dettagli, che inciderà maggiormente sulle spese familiari e che in qualche modo aggrava il tetto di reddito di un nucleo.

La legge di stabilità contempla inoltre l’aumento da 900 euro a 1.220 euro, da pagare per ciascun figlio che abbia un’età inferiore a tre anni. Anche questo aumento sarà attivo a partire primo gennaio 2013, data che rappresenta l’avvio delle nuove decorrenze per quanto riguarda le news fiscali approvate in seguito all’emendamento presentato due giorni fa.

Le novità fiscali approvate

L’emendamento al disegno di legge sulla stabilità ha reso attive diverse modifiche sul fronte fiscale. Esaminiamo in breve quelle già approvate:

ALIQUOTE IVA

L’emendamento ha deciso per l’ aumento dell’aliquota Iva ordinaria dal 21% al 22%.

Lo stesso emendamento ha deciso che rimane invariata l’aliquota del 10 per cento.

Il disegno di legge di stabilità aveva previsto che a partire dal primo giorno di luglio 2013, le aliquote Iva del 10% e del 21% sarebbero aumentate di un punto percentuale (articolo 40, decreto legge 6 luglio 2011, n. 98.

In virtù dell’emendamento di due giorni fa è stato deciso solo l’aumento dell’aliquota ordinaria dal 21% al 22% sulle operazioni effettuate a partire dal prossimo luglio.

ATTIVITÀ’ ESTERNE

Ivie (sigla di imposta sul valore degli immobili detenuti all’estero) e Ivafe (sigla di imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero) saranno applicabili dal 2012 e non dal 2011.

CUNEO FISCALE

A partire dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2013, la deduzione dalla base imponibile Irap cosiddetta del cuneo fiscale, che è in altri termini è quella collegata al costo del personale dipendente assunto a tempo indeterminato subirà un aumento.

Diners Club: l’offerta da prendere al volo

 Diners Club è un network che offre servizi finanziari in numerosi paesi. E’ presente in 185 nazioni e anche in Italia dove ha costruito la sua fortuna grazie alle relazioni strette con esercizi commerciali, soci e partner.

Diners Club fa parte del gruppo finanziario americano Discover Financial Services, leader nell’erogazione di delle carte di credito. Sono proprio questi i prodotti di cui vi vogliamo parlare, con un riferimento particolare alla nuova Diners Club Classic.

Approfittando dell’offerta web, valida soltanto fino alla fine di novembre, si può richiedere il prodotto ed averlo gratuitamente per il primo anno. I vantaggi della Carta Diners Club Classic sono evidenti: non ci sono limiti di spesa prefissati e la protezione sui viaggi è gratuita ed automatica.

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Siccome è un prodotto pensato per chi viaggia molto, ci sono dei vantaggi legati a questa evenienza, per esempio l’accesso a oltre 400 VIP Lounges negli aeroporti convenzionati, con condizioni agevolate.

Dal secondo anno, è necessario pagare una quota associativa di 30 euro se si raggiungono i 10000 euro di spesa, oppure una quota di 120 euro.