Anche per la Svizzera la crisi frena il PIl

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Brusca frenata anche per l’economia svizzera: nel secondo trimestre il Pil è rimasto uguale riguardo ai primi tre mesi del 2014. Dal paragone con lo stesso periodo dello scorso anno emerge invece un aumento dello 0,6%. Da inizio gennaio a fine marzo l’economia elvetica era migliorata dello 0,5% in ambito trimestrale e del 2% in ambito annuale.

La bilancia commerciale dei beni e servizi ha pesato negativamente sulla crescita del PIL, mentre i consumi privati hanno mostrato segni lievemente positivi, dice la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) in una nota. L’ apporto degli investimenti (edilizia, impianti e attrezzature) è stato pari a zero. Sul fronte produzione (sviluppo del valore aggiunto settoriale), l’industria, il commercio all’ingrosso e i servizi finanziari (che sono nell’ insieme circa il 40% del Pil) non hanno dato nessuna spinta alla crescita. Anche i settori parastatali non hanno fatto registrare nessun aumento del valore aggiunto.

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Nel secondo trimestre del 2014 le spese sostenute dai nuclei familiari e delle istituzioni private senza scopo di lucro al servizio delle economie domestiche (ISLED) sono accresciute dello 0,2% riguardo al trimestre precedente. La crescita è stata sostenuta principalmente dalle voci “Abitazione” e “Ricreazione e cultura”. Le spese sanitarie hanno invece dato un segnale negativo. Le spese per i consumi dello Stato e delle assicurazioni sociali hanno catalogato per la seconda volta di seguito un trend negativo (-0,3 %).

Gli investimenti fissi lordi sono restati stabili: quelli in impianti e attrezzature, stimolati da informatica e veicoli, sono cresciuti dello 0,7%, mentre quelli nel comparto edile sono scesi nella stessa misura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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