Pensioni light: perché?

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 Gli assegni dell’Inps potrebbero essere più bassi da qui al futuro. Uno scenario che si profila alla luce del sistema previdenziale del nostro Paese.

Scenario attuale

Le riforme che sono state portate avanti negli ultimi tempi, inclusa quella approvata dal governo Monti, sotto la giurisdizione diretta dell’ex-ministro del welfare, Elsa Fornero, hanno contribuito alla sua formazione.

Successivamente all’estensione del metodo contributivo (in virtù del quale l’importo delle pensioni pubbliche sarà inerente esclusivamente ai contributi pagati durante la carriera e non dagli ultimi redditi ricevuti prima di concluderla) sono diversi i lavoratori italiani che devono prepararsi a tirare la cinghia nel corso della vecchiaia, ovvero a ricevere dall’Inps una rendita ben più bassa rispetto all’ultimo stipendio.

A pensarla così è il Rapporto della Ragioneria Generale dello Stato riguardante le tendenze di medio periodo del sistema pensionistico, che profila un quadro che molti esperti previdenziali hanno già ben in testa.

Scenario futuro

Volendo entrare nel particolare, le pensioni future potreebbero cambiare in seguito alle riforme avviate dagli anni ’90 fino al 2011, in maniera drasitca.

Per i futuri pensionati, in particolar modo per i lavoratori autonomi, non sarà un cambiamento positivo.

Questi ultimi, spesso e volentieri, riceveranno dall’Inps un assegno che non supererà il 50 o 60% dell’ultima retribuzione. Il calo, dunque, c’è.

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