Lavoro: il piano Letta dà i suoi frutti

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 Lavoro: più di 14 mila giovani sotto i 29 anni sono stati assunti a tempo indeterminato, con mille euro netti al mese, nei primi cinque mesi di applicazione del bonus Letta. Questo porta a pensare che entro il 2015 saranno possibili 100 mila nuovi ingressi. È quanto emerge da carte riservate, sul tavolo del ministro del Lavoro Poletti, alle prese con il decreto legge sui contratti, ma anche con la difficile partita degli incentivi. Sembrano difatti affiorare i primi attriti tra le Regioni e il ministero sull’uso dei fondi europei che rendono possibile il bonus, messo in atto dall’esecutivo Letta.

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E l’altro grande incentivo per eliminare la disoccupazione giovanile, al record storico del 42,2%, la youth guarantee( stageolavoro entro tre mesi dalla perdita del posto o dal diploma), rischia un impressionante fermo fino a settembre. L’Italia difatti non ha ancora inviato a Bruxelles il programma operativo. E senza l’approvazione della Commissione – non prima di 4-6 mesi – il miliardo e mezzo rimarrà congelato.

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Il bonus Letta, permette alle aziende di scomputare un terzo dello stipendio lordo, fino a un massimo di 650 euro al mese per ogni assunzione fissa di giovani al di sotto di 29, senza lavoro da sei mesi o privi di diploma e qualifiche. I primi dati Inps, e le proiezioni che su quei dati inediti fa l’Isfol, mettono in evidenza due cose. Che il bonus ha funzionato, soprattutto nei mesi seguenti all’annuncio. Ma anche che l’utilizzo delle risorse da parte delle Regioni – circa 800 milioni entro il 2015 – è molto disomogeneo. Con un forte tiraggio al Centro-Nord, più debole al Sud.

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