Quali dati macro economici seguire oggi

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 L’agenda macro economica odierna inizia oggi con forti market mover sull’area euro, già iniziando dalle ore 10 di questa mattina. Sarà divulgato  infatti l’indice tedesco IFO, atteso a 110.5 contro la lettura precedente pari a 110.6, ma più importante sarà la comunicazione dell’inflazione europea, attesa a 0.7% sull’anno che potrebbe influire sulle quotazioni dell’euro (come reazioni di breve, attualmente purtroppo non vediamo fondamentali in grado di riportare la moneta unica europea sotto i supporti principali) in caso di dato inferiore alle attese.

Settimana scorsa si è chiusa con le borse americane che, come da attese, hanno proseguito la propria salita tornando sui livelli di massimo assoluto e con il dollaro americano in congestione, dopo le vendite che hanno caratterizzato la settimana passata. Il valutario non si è mostrato direzionale pur essendosi concretizzati tentativi di rottura rialzista della sterlina, riportatasi su massimi contro dollaro che non si vedevano dall’aprile del 2011, tentativi di risalita della moneta unica europea sempre contro il biglietto verde ed un dollaro australiano che ha invece tentato di approfondire verso i minimi di settimana scorsa, senza riuscire a raggiungerli ed a superarli, spiega Matteo Paganini di DailyFx.

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Lo yen, in questo quadro, non va a discostarsi d quanto visto fin’ora, con tentativi di risalita poi rimangiati, ma di fronte anche a prove di discesa che questa notte, sul ripiegamento del Nikkei, sono state nuovamente negate. Su tutte le coppie valutarie abbiamo però vissuto una buona volatilità che ha reso questi movimenti laterali o semi-laterali molto interessanti per l’operatività, pur non essendosi mossi i valori di equilibrio di medio periodo.

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La diffusione delle minute della Fed, dalle quali si è ricavata la probabilità di avviarsi ad agire sui tassi prima della fine del 2015,  non ha mosso le attese degli investitori che vedono ancora la politica monetaria della Yellen ben definita, a fondamento di quelli che potrebbero essere nuovi massimi sui listini ed un dollaro che potrebbe tendenzialmente sovvenzionare queste eventuali decisioni di acquisti.

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