Sempre meno numerosi i mutui concessi ai titolari di partita IVA

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 Accendere un mutuo per l’acquisto della prima casa o per la ristrutturazione di quella che già si abita è oggi in Italia una operazione diventata poco comune, a seguito della crisi di liquidità che ha investito il settore bancario. Le banche e gli istituti di credito italiani sono oggi sempre più restii nel concedere finanziamenti ipotecari. 

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Ma in Italia vi sono anche categorie di lavoratori per cui l’accesso ad un mutuo sta diventando ancora più difficile, in seguito alla estrema contrazione dell’offerta a loro rivolta. Si tratta ad esempio dei lavoratori autonomi, per cui le speranze di sottoscrivere un finanziamento ipotecario sono sempre meno.

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Una recente indagine compiuta dagli osservatori di Mutui.it e Facile.it ha infatti rilevato che solo il 5,6% dei mutui italiani sono rivolti alla categoria dei titolari di Partita Iva e di questi solo il 5,3% vengono poi effettivamente concessi. L’indagine compiuta da Mutui.it e Facile.it ha infatti indagato 6 mila richieste di mutuo pervenute in un periodo di tempo compreso tra il 1 gennaio 2013 e il 31 agosto 2013.

Solo nel 5,3% dei casi, dunque, i mutui accolti sono stati concessi a lavoratori autonomi. E non è tutto. I mutui concessi a lavoratori autonomi sono soliti avere anche caratteristiche diverse rispetto a quelli degli altri lavoratori.

L’importo medio finanziato, ad esempio, raggiunge al massimo il 40% del valore dell’immobile prescelto – all’incirca nel 71% dei casi – e la cifra media erogata per l’acquisto dell’abitazione ammonta a 123 mila euro.

L’età media dei titolari di Partita IVA che richiedono un mutuo si aggira infine intorno ai 44 anni.

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