La sterlina rimane al centro dell’attenzione nel forex

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 Dopo un inizio di settimana decisamente poco interessante dal punto di vista della dinamica dei prezzi, con l’arrivo dei market mover, così come auspicato, ieri abbiamo potuto assistere a movimenti degni di nota soprattutto sul fronte sterlina, ma più in generale sul valutario e quindi sul dollaro americano sebbene in maniera non propriamente univoca e sincronizzata. Di grande rilievo ancora la price action al rialzo del Bund tedesco, mentre l’azionario si trova in molti casi su resistenze che, se violate, potrebbero portare in auge scenari rialzisti anche in ottica multiday.

 

“Protagonista di oggi sarà senz’altro la sterlina” scrivevamo ieri e puntualmente essa  non ha deluso le attese spiega Fxmc. Importanti infatti si sono rivelati i dati sul lavoro nel Regno Unito, con focus evidentemente su Tasso di Disoccupazione confermato come da attese al +6,4% e alla Variazione dei Sussidi di Disoccupazione con aspettative a -30mila e release migliorativa a -33,6k. Il nostro accento era però posto, come ricorderete, sul dato sull’Indice dei Salari Medi (dato tardivo di un mese e perciò riferito a giugno) in quanto poteva permettere di effettuare una proiezione su quello che poco più tardi si sarebbe poi detto sull’inflazione. Ritenevamo infatti che la verosimile non-crescita dei salari medi, unita ad un seppur lieve rallentamento dell’economia della regina, difficilmente potesse condurre a previsioni al rialzo sull’inflazione che anzi avrebbe potuto semmai andare ad essere lievemente rivista al ribasso in termini di aspettative. Ebbene questo scenario è andato poi di fatto ad estrinsecarsi non solo nella prima reazione della sterlina che è stato prontamente venduta, con  un dato negativo a -0,2% rispetto al consensus di -0,1, ma ha trovato ottime conferme su quanto emerso poco più di un’ora: il report della Bank of England sull’Inflazione metteva in luce in primo luogo come il MPC (braccio di politica monetaria dell’istituto centrale britannico) veda “elevata incertezza” rispetto dunque al percorso di crescita dell’economia

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