Entro fine anno Google aprirà i suoi store reali

 Google ha deciso di ampliare il suo business con l’apertura di negozi reali. A darne notizie è stato il sito 9to5Google, il quale, citando fonti ‘molto attendibili’, annuncia che al massimo entro la fine dell’anno sarà possibile acquistare tutti i prodotti di Mountain View direttamente negli store.

► Aumento profitti Google 2012

Nessuna conferma ufficiale, ancora, ma la notizia sembra essere molto plausibile. In effetti Google è rimasto l’unico dei grandi colossi della tecnologia a non disporre di tale tipo di vendita, diversamente da quanto hanno fatto Apple -che sicuramente detiene il primato con oltre 400 punti vendita- e Microsoft, che si ferma a poco meno di 70.

Alla base della scelta, ovviamente, questioni di mercato. Negli store potranno essere toccati con mano, infatti, i vari prodotti offerti da Google, come i Google Glass, gli smartphone a marchio Android e quelli Nexus, i Chromebook e, molto probabilmente, i misteriosi X-phone e X Tablet ancora in lavorazione. Non è escluso che gli store possano proporre anche i prodotti di Google X, il laboratorio diretto da Sergei Brin, cofondatore di Google.

► iWatch iOs 7 iPhone Mini iMac Pro e iTv sono le novità Apple 2013

Si tratta di una scelta di mercato votata a battere la concorrenza di Apple, in primis, e di Microsoft poi, ma per il colosso di Mountain View si preannuncia una strada tutta in salita.

 

Apple cede nel giorno in cui cresce Wall Street

 La Borsa di Wall Street ha accolto con entusiasmo il discorso del presidente Obama sullo stato dell’Unione ed ora resta in attesa di conoscerne l’agenda economica, che sarà invece presentata al Congresso. L’economia americana, infatti, sembra evidente, ha bisogno di essere sostenuta, partendo dal risanamento dei conti pubblici.

 Obama vuole 5 miliardi di dollari

Gli investitori hanno premiato questo sforzo e i maggiori indici di Wall Street sono cresciuti in pochissimo tempo: il Dow Jones, per esempio, ha recuperato lo 0,34%, mentre lo Standard&Poor’s è salito di pochissimo, guadagnando lo 0,16%. L’unico a battere in ritirata è stato il Nasdaq che ha ceduto lo 0,17%.

Questi incrementi incoraggianti sono stati determinati anche dal fatto che i dati trimestrali presentati dalle aziende a stelle e strisce, sono spesso andati al di là delle aspettative degli analisti e del mercato. I bilanci e gli outlook positivi, quindi, sono stati premiati.

► Possibili trend del titolo Facebook

A Wall Street, quindi, gli investitori hanno gradito molto il +22 per cento dell’Avon che è andata oltre le attese degli analisti, mentre ha sorpreso un po’ la battuta d’arresto della Coca-Cola che, riguardo i volumi globali del suo business, lascia un po’ a desiderare. In generale, circa 8 aziende su 10, negli Stati Uniti, hanno riportato risultati trimestrali migliori delle previsioni.

In questa scia d’entusiasmo, però, non è riuscita ad inserirsi la Apple che al contrario ha ceduto il 2,5 per cento proprio dopo una dichiarazione di Tim Cook. L’ad di Cupertino ha negato che la sua azienda, in questo momento, sia sotto pressione, minimizzando dunque su scandali e accuse ai danni della Mela Morsicata.

Soluzioni per la crisi Apple

 Apple denunciata da Greenlight Capital è una notizia che sta facendo il giro del mondo, soprattutto negli ambienti finanziari, riportando in primo piano le vicende dell’azienda di Cupertino. Allo stesso tempo, almeno gli investitori italiani, prendono atto del fatto che Apple assume in Italia.

Fatti a parte, per molti investitori, questo è il momento ideale per concentrare l’attenzione sui titoli dell’azienda che fu di Steve Jobs. Dopo le accuse della Greenligh Capital, Apple ha risposto in un comunicato stampa che sta per discutere della restituzioni di ulteriori capitali agli azionisti. Entro la fine della settimana dovrebbe mettere sul piatto della bilancia ben 10 miliardi di dollari.

Dopodiché, entro tre anni, dovranno essere restituiti altri 45 miliardi dollari. In pratica gli investitori potrebbero avere un guadagno di 32 dollari per ogni azione.

Davanti a questa situazione l’Economic Times, ha provato ad immaginare come usare i fondi cash dell’azienda, invece che provvedendo alla restituzione. Le strade percorribili sono ben 9 strade percorribili. Proviamo ad indicarne almeno una. In primo luogo la Apple potrebbe acquistare circa 213 milioni di iPhone da distribuire agli abitanti del Texas e del Mississipi. Un modo per far circolare il nome e per far riprendere le vendite di dispositivi con il marchio della Mela Morsicata.

Nuovi guai per i giganti della tecnologia

 Non finiscono i guai per Cupertino. Adesso a prendersela con la Apple è Greenlight Capital, un hedge fund che partecipa alle azioni della società, che ha intenzione di intentare una causa per non permettere il cambio dello statuto proposto dal board dell’azienda.Il problema fondamentale verte sulla questione delle azioni privilegiate, delle quali Cupertino vorrebbe evitare l’emissione. La questione gira intorno ad un problema molto semplice: Apple, grazie alle ottime performance in borsa, si trova con una liquidità monstre pari a circa 137  miliardi di dollari, in larga parte già fuori dal paese.

► Internet diventa a pagamento

Greenlight Capital, che parla per voce del suo timoniere David Einhorn, ritiene che il cambiamento dello statuto, che sarà discusso a fine febbraio, violi la legge perché sarà presentato in blocco con altre due proposte a favore degli azionisti. Questo vuol dire che porre il veto impedirebbe agli stessi di beneficiarne.

Il pomo della discordia sono le azioni privilegiate, azioni a cedola garantita, che Apple vorrebbe utilizzare per la restituzione di ulteriori capitali agli azionisti. Già nella prossima settimana saranno redistribuiti circa 10 miliardi di dollari, che fanno parte della prima parte del dividendo dello scorso anno, per un totale di 45 miliardi di dollari in tre anni.

► Gli utili di Facebook in crescita ma il titolo affonda

Secondo i calcoli di Einhorn, per ogni 50 miliardi di dollari di azioni privilegiate cedute agli azionisti, gli investitori potrebbero ricevere 32 dollari a titolo.

Apple denunciata da Greenlight Capital

 Se ci sono dei titoli azionari sui quali vale la pena investire, si tratta dei titoli tecnologici ed in particolare, giacché si gioca in borsa, vale la pena rischiare un po’ andando a mettere le mani nel tesoro dei giganti come Google ed Apple. Tanto sono grandi queste aziende, quanto sono sensibili a quel che accade sul mercato.

Prendiamo ad esempio Apple che dopo qualche settimana trascorsa in sordina, in seguito al crollo a favore di Exxon, e dopo la pubblicazione dei consueti dati trimestrali, è di nuovo nell’occhio del ciclone.

 Apple lascia lo scettro ad Exxon

Le tensioni intorno al titolo Apple nascono dal fatto che è in corso una polemica tra Cupertino e Greenlight Capital o meglio tra l’azienda di Cupertino e un azionista in particolare, David Einhorn che si conosce nell’ambiente come un esperto di fondi.

In questo momento, quindi, Apple è chiamata pubblicamente a difendersi dall’accusa di adottare una strategia depressiva che le consente di tenere in mano un bel gruzzoletto di liquidità. Il problema è che questi soldi sono tenuti lontano dai luoghi in qui possono essere tassati. 

 Elusione fiscale Apple

Cupertino, un po’ come ha fatto anche Google, è andata a mettere al sicuro i suoi 137 miliardi di dollari all’estero.

Apple assume in Italia

 Apple Inc. è il sogno lavorativo di chiunque abbia intenzione di costruire una carriera nel mondo dell’informatica. Ora non è più necessario andare dall’altra parte dell’oceano per realizzare questo sogno, grazie alle nuove assunzioni previste dal colosso americano per le sue sedi italiane.

Sono tante le figure ricercate sia in area Retail che Marketing, Risorse Umane, Progettazione e Sviluppo. Vediamole nel dettaglio:

– Business Leader
– Market Leader
– Business Manager
– Specialista Business
– Creative
– Esperto
– Genius
– Specialista Magazzino
– Manager
– Solution Engineer
– Specialista
– Store Leader

Inoltre, la Apple è alla ricerca delle seguenti figure per la sede di Milano

– Associate Creative Director – Copy;
– Telecom Carrier Executive;
– Intern Retail / Telecom;
– HR Country LeaderIntern: Prosumer / Education;
– iOS International QA;
– Preservation Manager – IT & CH

Per tutte le informazioni sui requisiti richiesti per ogni posizione aperta e per l’invio della propria candidatura, visitare il sito della Apple alla pagina carriere.

Elusione fiscale Apple

 Apple elude le tasse? Da qualche mese tiene banco la questione delle “evasioni legalizzate”. Ad esempio in Gran Bretagna, aziende come Apple, Google, Amazon e Starbucks pagano pochissime tasse in virtù delle scappatoie fornite dal governo.

Adesso, però, Apple è anche nel mirino dell’America.

Pare che il New York Times stia indagando già da tempo sulla questione. La Apple ha sede in California ma ha spostato in Nevada la sua sede legale.

Con questa mossa la casa fondata da Steve Jobs risparmia milioni di dollari ogni anno di imposte.

Aliquote

In California l’aliquota è dell’8,8%. E in Nevada? Dello zero per cento!

Con lo stesso metodo, Apple ha generato filiali in Irlanda, Olanda, Lussemburgo, Isole Vergini britanniche, con il solo obiettivo di versare meno tasse.

Secondo l’inchiesta portata avanti dal quotidiano americano Apple è riuscita ottimamente nel suo intento.

Metodo Apple

Nel 2012 mentre ha guadagnato profitti globali per oltre 34 miliardi di dollari, Apple ha versato 2 miliardi e 400 milioni di tasse. Lo dice il dipartimento del Tesoro americano, che segnala un’aliquota del 9,8 per cento.

Per fare un paragone, Wal-Mart, gigante del commercio al dettaglio Usa, nello stesso anno ha pagato 5 miliardi e 900 milioni di dollari di tasse a fronte di 24 miliardi e 400 milioni di fatturato, con un’aliquota del 24 per cento.

Il trucco? Avere i commercialisti e gli avvocati migliori sulla piazza fa risparmiare un bel po’ di soldi detraendoli allo stato.

Apple lascia lo scettro ad Exxon

Apple è stata regina della borsa di New York per tanti mesi e per diversi anni, da quando i titoli tecnologici hanno conquistato Wall Street e i prodotti dell’azienda di Cupertino hanno convinto generando non un circolo di consumatori ma un vero e proprio club di adepti.

Adesso gli eredi di Steve Jobs non sembrano all’altezza della popolarità del titolo e la chiusura degli scambi di venerdì ha evidenziato questa carenza.

La borsa americana, in generale, ha chiuso con una performance così positiva che non si ricordava un entusiasmo del genere dal 2004. La striscia positiva è stata accompagnata anche da una serie di segnali positivi che sono arrivai dalla politica, il Congresso, infatti, ha deciso che della variazione del tetto del debito si parlerà soltanto da maggio in poi.
Insomma, a Wall Street si respira un entusiasmo fuori dalle righe, un armoniosa crescita dell’indice sintetico e dei maggiori titoli.

 Crollo di Apple in Borsa

 

L’unica nota stonata in questo panorama è rappresentata allora dalla Apple che invece ha messo a segno un’altra giornata negativa. Non tanto per la presentazione dei dati trimestrali, perché lì si parla di crescita, quanto piuttosto per la delusione delle aspettative degli investitori, che in questi anni si erano abituati a ben altri incrementi del valore del titolo.

 Apple vende meno iPhone

Oggi, per esempio, un’azione Apple vale soltanto 514 dollari. Lo scettro di regina di Wall Street è stato dunque lasciato alla Exxon che dimostra quanto il petrolio sia ancora al centro degli interessi degli investitori di tutto il mondo.

 Petrolio, acciaio e caffè: i trend di fine anno

Novità dal mercato degli smartphone

 Da quel momento in poi la telecomunicazione ha cambiato i suoi connotati. Addio ai telefoni a tastiera, che resistono ancora grazie soprattutto ai BlackBerry, che erano in grado di telefonare, mandare messaggi e, al massimo, fare delle fotografie.

Ora la comunicazione viaggia su Internet e, se fino a qualche tempo fa questa tecnologia era ad esclusivo appannaggio dei business man, adesso è di massa, tanto che, solo nel 2012, in un periodo di piena crisi economica, gli smartphone venduti a livello globale sono stati 700 milioni.

Crollo di Apple in borsa

Il che vuol dire che il giro di affari generato è di 1 miliardo 600 milioni, più della metà del volume di affari di tutto il mercato dei cellulari, in aumento del 43% rispetto ai dati del 2011. La colpa, se così si può definire, fu di quel primo iPhone e di tutto il marketing che la casa di Cupertino è stata in grado di creare intorno a questo nuovo ritrovato.

Apple lancia l’iPhone low cost

Una concorrenza spietata che ha messo in ginocchio case di produzione, fino ad allora leader come la Nokia, e ha dato alla Apple e alla Samsung la possibilità di ingigantire i propri fatturati. Ma, se questa è una battaglia vinta, non si può dire lo stesso della guerra: sono in arrivo, infatti, delle novità dall’Oriente che potrebbero rovesciare le sorti soprattutto della Apple.

Crollo di Apple in Borsa

 Apple chiude in maniera negativa in Borsa nel primo trimestre, nonostante con la cifra record di 47,8 milioni di iPhone venduti e guadagni per 54,5 miliardi di dollari. Questi numeri non hanno fatto molto per garantire sicurezza al mercato. La casa di Cupertino ne risente comunque e il titolo è sceso di molto nelle contrattazioni after hours a Wall Street. Infatti, le quotazioni hanno ceduto fino al 10%.

Crollo vendite iPhone

L’utile netto di Apple è apparso pari a 13,1 miliardi di dollari, senza nessun rialzo in confronto allo stesso periodo del 2012. E il salto dei ricavi del 18% non è sufficiente a scongiurare i timori degli analisti circa le prospettive di crescita della società.

Mercato in ansia

Sicuramente, il titolo Apple in Borsa è stato penalizzato proprio dai timori in crescita degli analisti, perdendo il 27%. In altre parole, in confronto all’ottimo risultato dello scorso settembre sono stati persi ben 190 miliardi.

Gli analisti avevano previsto guadagni pari a 55 miliardi di dollari, con un utile per azione di 13,44 dollari. Invece, le cose sono andate diversamente e il margine lordo ha raggiunto il 38,6%, non confermando il 44,7% dell’anno precedente, attestandosi dunque in linea con le attese degli analisti.

Previsioni per secondo trimestre

Per il secondo trimestre dell’anno fiscale, Apple parla di ricavi per 41-43 miliardi di dollari e un margine lordo fra il 37,5% e il 38,5%.

La fiducia di Tim Cook

Nonostante il crollo del titolo in Borsa, Tim Cook pensa positivo e si reputa soddisfatto dei ricavi record, i quali sono sopra i 54 miliardi di dollari. Nel frattempo il Ceo di Apple è apparso abbastanza soddisfatto anche delle vendite, che hanno superato i 75 milioni per quanto riguarda i dispositivi iOS in soli tre mesi. Cook ha la sicurezza della qualità dei prodotti Apple, e continua a gettare la sfida per quanto riguarda la leadership sul mercato e sul lato dell’innovazione.