Conclusa la seconda tranche del buy back greco. UE pronta a dare aiuti

 E’ andata in porto anche la seconda parte dell’operazione di buy back dei titoli di stato ellenici. Il governo greco ha riacquistato 31,9 miliardi di titoli, più di quanto fosse stato previsto.

Con questa operazione è stata tagliata di 21 miliardi l’esposizione della Grecia ma il prezzo da pagare è stato superiore a quello pianificato. Lo stato ha pagato i bond il 33,8% in piùe, di conseguenza, il fondo di salvataggio europeo dovrà versare 1,29 miliardi in più – ne erano stati pianificati 10 – per aiutare Atene a ritirare i titoli dal mercato.La Grecia potrebbe anche estendere il buy back ai titoli emessi prima della ristrutturazione del debito fatta a marzo, in quanto, nonostante il successo ottenuto, l’obiettivo di riduzione del rapporto debito/Pil non è stato ancora raggiunto (9,5% contro l’11% atteso).

Ora manca solo la decisione dell’Eurogruppo, che dovrebbe arrivare molto presto, sugli aiuti da inviare alla Grecia. Per Samaras gli aiuti dell’Unione serviranno a risolvere

Il problema di mancanza di liquidità grazie alla ricapitalizzazione delle banche. Poi ci aiuterà a pagare i 9,3 miliardi di arretrati che lo Stato deve al settore privato e al popolo e ci consentirà di partecipare ai fondi strutturali. Soprattutto sarà la fine della dracmofobia, la paura del ritorno alla dracma.

Grecia: proroga di 24 ore per il buy back

 A ventilare l’ipotesi di un allungamento dei termini per il buy back dei titoli di stato ellenici era stato qualche giorno fa il giornale Kathimerini, prontamente smentito dalla autorità governative che, oltre a ribadire  lo stop all’operazione di riacquisto del debito, avevano annunciato anche la volontà di porre in essere un sistema di protezione per le banche.

E invece, a sorpresa, è proprio il presidente Samaras ad annunciare che tutti coloro che sono ancora in possesso di titoli di stato greci hanno tempo fino a questa sera per consegnarli e ricevere in cambio il 70/60% del loro valore nominale. Il presidente è ottimista e crede fermamente che anche questa operazione raggiungerà gli ottimi risultati della prima.

La proroga ha lo scopo di raggiungere l’obiettivo del buy-back, cioè di spendere 10 miliardi per rilevarne 30 di esposizione del paese, riducendola così di 20 miliardi netti. La prima parte dell’operazione di buy back si è rivelata un successo, sia in termini di cifre – la riduzione dell’esposizione era già abbondantemente diminuita – sia in termini politici: infatti, la riuscita del buy back è la condizione necessaria perché la Grecia ottenga gli aiuti dell’Unione Europea.

Successo per il buy back della Grecia

 L’operazione di riacquisto dei titoli di debito da parte del governo ellenico ha avuto gli effetti sperati. Nelle casse dello stato ellenico erano disponibili solo 15 miliardi di euro per per acquistare un ammontare della sua esposizione pari a 45 miliardi e l’unica soluzione era quindi di proporre un acquisto dei titoli di stato ad un valore minore di quello facciale (tra il 30 e il 40%).

L’operazione è partita lunedì mattina e si è conclusa ieri nel pomeriggio e l’obiettivo è stato raggiunto. Ora che il buy back si è concluso bene, le tensioni sulla Grecia si stanno allentando e, nei prossimi giorni, si attende il vertice tra Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea per decidere le modalità di aiuto per il paese. La riduzione del debito era la conditio sine qua nonper ottenere gli aiuti, ma rimane ancora da vedere se la Germania manterrà la sua promessa.Infatti, lo zoccolo duro per il rilascio degli aiuti internazionali alla Grecia è proprio la cancelliera tedesca, poco favorevole in quanto i costi di questa misura di emergenza potrebbero essere maggiori dei benefici per la Germania. E’ stato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble in un’intervista a ‘Bild am Sonntag’ a rilanciare i dubbi sugli aiuti, dopo che Angela Merkel aveva dato un primo consenso.

Infatti sia nel caso che la Germania rinunci agli interessi o alla sua quota di partecipazione ai profitti della BCE, il costo per il paese sarebbe comunque alto (130 miliardi di euro nel primo caso e 2,7 nel secondo). Il ministro comunque ribadisce che

i vantaggi che abbiamo dalla moneta unica sono molto più grandi del costo di tutte le misure di aiuto.

Grecia: stop al buy back e protezione per le banche

 Scade oggi alle 17 (orario di Londra) l’offerta del governo greco di riacquisto dei titoli di stato. Poche ore ancora per gli istituti di credito ellenici che dovranno decidere se e in che misura aderire all’offerta di acquisto, poi l’operazione sarà conclusa.

Il governo ellenico non ha intenzione di portare avanti il buyback partito qualche giorno fa, a smentire quanto riportato dal giornale Kathimerini che aveva ventilato l’ipotesi di un possibile allungamento dei termini per la scadenza. La posizione del governo non è cambiata da quanto annunciato all’inizio dell’operazione, anzi, è molto probabile che al buyback si aggiungerà un ulteriore manovra per la salvaguardia delle banche da possibili richieste di risarcimento da parte di clienti scontenti per le perdite subite.

Infatti, i titoli di stato che sono oggetti del buyback saranno riacquistati per cifre comprese tra il 30 e il 40% del valore delle obbligazioni al momento del loro acquisto d parte degli investitori.

Se dovesse partire una richiesta di risarcimento di massa da parte di coloro che, attraverso questa operazione, rischiano di perdere una parte sostanziosa del capitale investito, le banche greche si troverebbero ad affrontare una situazioni molto difficile, che si va ad aggiungere al declassamento del debito di lungo termine della Grecia da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s

Buyback su Atene non funziona

 Chi investe in titoli di stato sa che la pratica del buyback può essere provvidenziale nel caso di stati che abbiano un debito molto elevato e vogliano evitare di venderlo al fine di tamponare in modo provvisorio la crisi finanziaria di un paese.

Cos’è il buyback. Tecnicamente si tratta del riacquisto di azioni proprie da parte di una società per azioni. Dopo la crisi del 2008, questo strumento è stato esteso anche alle obbligazioni e ai soggetti di diritto pubblico. Da lì è partito il riacquisto dei titoli del debito sovrano da parte delle Banche Centrali.

Obiettivi del buyback dei soggetti di diritto pubblico. Un paese che proceda con il riacquisto dei titoli di stato precedentemente emessi lo fa per collocare titoli con un interesse inferiore, attraverso l’aumtno della domdanda. Quest operazione rende ripagabile il debito sul lungo periodo.

Perché oggi si parla di buyback. Perché questa ipotesi era nei programmi del governo di Atene che alla fine della scorsa settimana aveva visto una caduta dei rendimenti sotto la soglia del 16 per cento per quanto riguarda i titoli decennali. La Grecia aveva intenzione di chiedere 10 miliardi di euro in prestito al Fondo Salva Stati per un buyback strategico, ma l’ipotesi è stata accantonata perché i rendimenti dei titoli, oggi, risultano troppo alti e quindi l’operazione, in generale, risulterebbe poco conveniente.