Cos’è il fallimento ordinato?

 Il prelievo forzoso è stata la strategia utilizzata per il salvataggio delle banche di Cipro. Un’operazione di prelievo dai conto correnti delle banche cipriote per diminuirne il debito. Sarebbe dovuta essere una pratica eccezionale e, invece, con l’accordo firmato dall’Ecofim, il prelievo forzoso è divenuta una prassi attuabile da tutti gli Stati europei che si trovano nella stessa situazione.

In pratica l’accordo prevede che gli eventuali debiti delle banche non saranno coperti dalle finanze pubbliche, ma dal prelievo di una percentuale dalle somme che i cittadini depositano nelle banche del paese e solo in seconda battuta entreranno in gioco anche le finanze dello Stato.

► Le conseguenze del bailout di Cipro

Quindi, con questa nuova regola, in caso di rischio default di una banca, verranno prelevate somme di denaro in primo luogo agli azionisti, poi agli obbligazionisti e poi ai correntisti che hanno depositate somme superiori ai 100 mila euro.

Non saranno toccati dal prelievo forzoso le obbligazioni garantite, le pensioni e i salari.

Come anticipato, l’accordo prevede che lo stato in causa metta a disposizione le sue finanze solo dopo questo primo step, ossia solo dopo che il prelievo forzoso su azioni, obbligazioni e conti avrà coperto almeno l’8% della passività della banca.

Lo stesso accordo prevede anche che gli Stati creino un fondo nazionale a copertura dello 0,8% del totale dei depositi bancari di tutti gli istituti del paese.

Bruxelles rifiuta la revisione del piano di salvataggio di Cipro

 Nei giorni passati il Presidente cipriota Nicos Anastasiades aveva inviato una lettera ai leader politici dell’ Eurozona e al Fondo Monetario Internazionale – FMI – con la richiesta di modificare il piano da 10 miliardi di euro previsto da Bruxelles per il salvataggio di Cipro.

Fitch abbassa il rating di Cipro

 L’ ombra lunga della crisi economica e finanziaria non accenna ad allontanarsi troppo da Cipro. Almeno per ora: l’ agenzia americana di rating Fitch ha infatti recentemente abbassato la valutazione di lungo termine sulla affidabilità della nazione, facendola passare dal precedente B all’ odierno B-  con prospettiva negativa.

La Slovenia ristruttura le banche

 La Slovenia ha le idee chiare. Il Governo vuole evitare un caso simile a Cipro e vuole salvarsi da solo dalle difficoltà economiche del periodo. Per farlo si ha la necessità di fare scelte coraggiose e importanti per tutta l’Europa.

Il messaggio arriva dal Premier sloveno Alenka Bratusek. La donna, quarantadue anni, è stata chiamata a guidare il Parlamento come un Presidente del consiglio d’emergenza.

Fino ad oggi, malgrado la pochissima esperienza politica, faceva parte del ministero delle Finanze.

Da un giorno all’altro si è trovata sulle spalle un intero governo, che ha il compito di guidare tenendo a bada una coalizione assolutamente eterogenea facente capo al centro sinistra.

La Bratusek è leader di un partito neonato, il leftwing-liberal “Slovenia positiva”. Ora, da lei e dalle sue decisioni passa il futuro del suo paese.

La Slovenia è fortemente a rischio crisi. Qualcuno, i soliti detrattori, vedono la situazione dello Stato simile a quella di Cipro o a quella della Grecia o di Spagna e Portogallo.

Slovenia e Italia intrattengono molti interscambi per un valore annuale di 6,7 miliardi di euro. E un paese con cui l’Italia ha un interscambio di ben 6,7 miliardi di euro. Il premier Bratusek ha inviato a Bruxelles durante la scorsa settimana due documenti importanti che rappresentano due obiettivi prioritari del Paese. Il primo è quello di risanare e bilanciare i conti pubblici, il secondo è quello di riattivare e rilanciare l’economia.

Cipro e la Grecia presto fuori dall’euro

 La Grecia prima e Cipro poi, sono state costrette e ristrutturare il loro debito ma gli sforzi chiesti alla popolazione e al governo, potrebbero essere male assorbiti dai due paesi in questione e alla fine dei giochi sia l’uno che l’altro potrebbero lasciare l’euro.

L’abbandono della moneta unica, anche da parte di un paese periferico e in crisi, non è ben vista da nessuno. Si pensi soltanto che la Germania è molto esposta sulle banche cipriote e ha tutto l’interesse a mantere questo pseudo paradiso fiscale nell’orbita della moneta unica.

L’euro è troppo forte?

Il fatto che presto potrebbero uscire dall’euro, è stato vaticinato da Citigroup che avverte sulla possibilità di altre ricadute.

Citigroup ha spiegato che il passo falso di Atene e quello dell’isola stato, sono molto vicini poiché le speranze di una ripresa subitanea si stanno allontanando. La Grecia e Cipro permangono all’interno di un’aurea di crisi e per loro, lasciare l’euro, sarebbe praticamente auspicabile.

Citigroup spiega le sue previsioni in considerazione della recessione europea che durerà non solo per tutto il 2013 ma anche per tutto il 2014.

Il modello giapponese di riferimento per la Grecia

Cipro in questo momento, aspetta gli aiuti definiti a livello europeo ma poi dovrà fare i conti con una ristrutturazione importante del debito sovrano che potrebbe minare la sua resistenza nella zona UE.

Il ministro delle finanze tedesco contro Cipro

 La crisi di Cipro non è stata soltanto emblematica per l’Europa e non è vero che il suo salvataggio è da considerarsi un modello per il resto del Vecchio Continente. In effetti, ogni crisi ha le sue specificità e quella di Cipro non è da meno.

Nell’isola, considerata a lungo un paradiso fiscale, le banche hanno dimostrato tutta la loro debolezza tanto da aprire una crisi finanziaria di vasta portata che ha costretto il paese a chiedere aiuto all’Europa. L’UE ha sbloccato una parte dei fondi necessari per il salvataggio, a patto che Cipro effettuasse un prelievo forzoso sui conti deposito.

Il punto sul salvataggio di Cipro

Dopo un tira e molla che ha bloccato l’attività finanziaria dell’isola per una decina di giorni, si è arrivati alla mediazione, ma non sembra che la soluzione adottata sia condivisa da tutti. La Germania, per esempio, che era molto esposta sulle banche cipriote, non ha preso bene la conditio sine qua non.

La versione di Saxo Bank su Cipro

Gli interventi dei leader economici tedeschi, chiaramente, si è concentrata su altri temi. Il ministro delle finanze, Wolfang Schaeuble, per esempio, ha voluto mettere in guardia l’Europa intera dicendo che il fallimento di Cipro, non ancora proclamato, potrebbe scatenare un effetto domino nell’area euro.

Il monito è arrivato proprio durante una riunione di tutti i parlamentari tedeschi che hanno dovuto deliberare sui possibili aiuti finanziari all’isola, che ricordiamo, ammontano a 10 miliardi di euro. Secondo Schaeuble, Cipro sarà costretta al fallimento se non viene aiutata e il suo fallimento potrebbe poi interessare anche gli altri paesi periferici.

Cipro chiede più aiuti ma che pensa l’Europa?

 Il bailout di Cipro avrà un costo maggiore del previsto perché Nicosia oltre a vendere una parte delle riserve d’oro per racimolare circa 400 milioni di euro, ha la necessità che il fondo della Troika sia innalzato da 17,5 a 23 miliardi di euro.

Un costo davvero elevato che potrebbe costituire un precedente per gli altri paesi che sembrano essere sull’orlo della crisi, quindi per la Slovenia, per il Portogallo e per l’Irlanda, ma anche per la stessa Italia.

Cipro cambierà l’Europa, lo dice la Germania

Cipro ha chiesto più soldi: inizialmente erano “soltanto” 10 miliardi di euro, poi si è arrivati a 17,5 miliardi ed ora addirittura a quota 23. Le richieste, per il momento, restano inascoltante e infatti l’Unione Europea ha ribadito che il contributo internazionale resterà fisso a 10 miliardi.

La richiesta di Cipro, però, ha messo in allarme i mercati e tutte le borse hanno fatto registrare una serie di ribassi. Lo spread italiano, ha ripreso la sua corsa verso l’alto fino a quota 310 punti.

Svelato uno dei problemi delle banche di Cipro

Ma qual è effettivamente la situazione di Cipro? Il presidente dell’Eurogruppo, nel ribadire che il finanziamento internazionale sarà di 10 miliardi di euro, ha previsto che Cipro, autonomamente, dovrà trovarne altri 13, il tutto mentre si prevede un crollo del PIL del 12 per cento.

Cipro cambierà l’Europa, lo dice la Germania

 Il presidente della Bundesbank è convinto che il fallimento di Cipro segnerà un punto di svolta nelle crisi che interessano il Vecchio Continente. Jens Weidman, infatti, in un’intervista rilasciata alla radio del paese ha parlato sia della gestione della crisi europea, sia del caso particolare di Cipro, sia degli obiettivi economici definiti dalla Commissione Europea.

I rischi italiani dell’uscita dall’euro

La Bundesbank, prima di tutte le altre banche europee, è stata scossa dall’eccessiva tensione, causata e alimentata soprattutto dalla bancarotta di Cipro. Il primo pensiero di Weidman è stato rivolto ai depositi tedeschi presenti a Cipro, molti anche tedeschi. Le misure adottate hanno arginato la crisi ma è importante, secondo la Bundesbank, trarne la lezione giusta: le banche, anche in mezzo a mille difficoltà potranno essere ristrutturate. Un segnale decisamente positivo per chi pensava che dall’isola stato si scatenasse l’ennesimo effetto domino.

La Germania contro l’antieuropeismo italiano

Riguardo alla possibilità di Cipro di essere un punto di partenza per una crisi più grande, Weidman è convinto che l’isola abbia una struttura creditizia e bancaria che fa storia a sé quindi dal punto di vista della crisi è sicuramente un caso unico. Mentre potrà essere usato come “esempio” il modello di salvataggio proposto dall’Europa. Anche perchè c’è un altro paese in posizione molto critica: la Slovenia.

Arriva il via libera per gli aiuti a Cipro

Finalmente si è giunti ad un primo passo nel piano di salvataggio di Cipro: la Commissione Europea e il Fondo monetario internazionale hanno dato il via libera al programma di riforme e di azione sul bilancio di Cipro. La notizia è arrivata direttamente dal commissario Olli Rehn e della direttrice del Fmi, Christine Lagarde.

► Cipro avrà il suo aiuto dall’Europa

Quest’ultima ha annunciato che il contributo dell’organizzazione da lei diretta presterà 1 miliardo di euro a Cipro, un decimo di quanto previsto dal piano di salvataggio di 10 miliardi concordato con l’Eurozona e la Bce. Il prestito sarà concesso con un interessi al 2,5% e con un “periodo di grazia” di 10 anni prima dell’inizio del rimborso.

Gli altri 9 miliardi previsti arriveranno dal fondo anti-crisi dell’Eurozona (Esm).

Il programma messo a punto per Cipro, come specifica Olli Renh, prevede delle importanti sfide per la piccola isola, prima fra tutte un aggiustamento del bilancio ad un ritmo sostenibile che riequilibri l’esigenza di far fronte a problemi di breve termine e obiettivi di lungo termine.

Gli aggiustamenti di cui si parla sono il raggiungimento di un avanzo primario di bilancio del 4% nel 2018 e la riduzione del debito al 100% del prodotto interno lordo nel 2020. Tra le varie misure che Cipro dovrà adottare molto probabilmente ci sarà il congelamento delle pensioni pubbliche, la vendita di asset statali, l’incremento dei ricavi dal settore turistico e dalla vendita di risorse energetiche, aumento di alcune tasse sia su prodotti (alcol, tabacco e petrolio) e su servizi.

► Cosa succede se Cipro esce dall’euro

Non mancheranno i problemi per i cittadini, che dovranno fare i conti con il rialzo dell’età pensionabile, 4500 esuberi nel settore pubblico e l’obbligo per 170mila ciprioti di versare una tassa dell’1,5% sui salari per avere accesso all’assistenza sanitaria.

La coppia euro-dollaro nel mese di marzo

 Per effettuare una buona previsione dei trend del Forex ad aprile, è bene prendere in esame quel che è accaduto alle maggiori coppie di valute nel mese appena archiviato. Ecco quindi una panoramica dell’andamento dl rapporto tra euro e dollaro.

2013 consacrato anno del Forex

In linea di massima ci sono due elementi che hanno scosso il mercato valutario e che vanno considerati come eventi “eccezionali”: l’ingovernabilità italiana e la crisi di Cipro. Il nostro paese che con le elezioni ha creato molto attesa, si è poi arenato sulla scelta della squadra di governo. Cipro invece ha visto cadere sotto i colpi della crisi il sistema bancario ma poi si è trovata a dover rifiutare il primo piano di salvataggio negoziando le misure più adatte per il paese.

A queste crisi del Vecchio Continente, ha fatto da contraltare la lettura positiva di molti indici americani con il recupero dell’economia USA su quella del resto del mondo.

Svelato uno dei problemi delle banche di Cipro

Le pressioni della politica italiana, quindi e la crisi cipriota nella seconda parte del mese, hanno determinato una perdita di valore dell’euro rispetto al dollaro, pari all’1,5 per cento.

All’inizio del mese la coppia euro/dollaro era sopra l’1,30 e Draghi con il discorso del 7 marzo aveva dato una spinta positiva all’euro. Poi il bailout di Cipro ha  mandato in crisi di nuovo l’Euro e nel dire che il caso dell’isola potesse essere d’esempio per il resto d’Europa ha lasciato nello sconcerto gli investitori.