Svelato uno dei problemi delle banche di Cipro

 È stato trasmesso alla commissione etica del parlamento, dopo la pubblicazione su un giornale greco, una lista di condoni che sarebbero stati approvati dalle tre banche più importanti di Cipro: dalla Bank of Cyprus, dalla Laiki Banl e dalla Hellenic Bank. Il resoconto molto dettagliato, spiega che in cinque anni sono stati cancellati milioni di euro di debiti erogati in forma di prestiti ad amministratori locali, ma anche a deputati e compagnie.

L’idea della Bad Bank lanciata dal salvataggio di Cipro

Per questo la parte turca dell’isola di Cipro chiede che i russi, gli inglesi e i tedeschi che hanno conti attivi nelle tre banche indicate, passino invece dalla loro parte.

Cipro e le reazioni dei listini italiani

La lista trasmessa alla commissione etica è il risultato di un’indagine del giornale Ethnos che racconta ad esempio che la Bank of Cyprus ha cancellato numerosi prestiti. Uno di circa 2,8 milioni di euro è stato condonato ad un albergo che può essere considerato collegato al partito comunista Akel. Poi ci sarebbe un altro condono di 110 mila euro su un prestito di 1,83 milioni, fatto al partito Disy. È stato cancellato anche un altro debito di 100 mila euro su 168 mila euro ad una società che invece è di proprietà del fratello dell’ex ministro del partito democratico.

Una sorte analoga sembra essere toccata alla Laiki Bank e anche alla Hellenic Bank, l’istituto più piccolo e in fondo meno coinvolto.

Cipro avrà il suo aiuto dall’Europa

 Prima è arrivato il consenso dell’Europgruppo, poi si è accodata alla decisione anche la Banca Centrale Europea: la piccola isola di Cipro riceverà i 10 miliardi di euro previsti dal piano di salvataggio.
► Cipro contro l’Europa e contro la GermaniaUn ottimo risultato, soprattutto se si pensa che nelle ultime ore, prima della riunione dell’Eurogruppo, i toni della discussione si erano fatti anche piuttosto aspri e avevano messo in serio pericolo la possibilità di raggiungere un accordo. Ma il tempo stava scadendo, i fondi sarebbero stati disponibili solo fino a ieri.

Fortunatamente l’accordo poi è stato trovato, molto probabilmente anche con una grossa spinta in questa direzione da parte della Germania.

► L’Europa non ha più pazienza per Cipro

Certo, per Cipro non sarà semplice intraprendere la strada del risanamento. Anche se sono stati salvati dal prelievo forzoso, misura fortemente osteggiata dai cittadini ciprioti, i conti corrente al di sotto dei 100mila euro (anche per effetto del fondo di garanzia sui conti correnti dell’Unione Europea), per tutti gli altri il prelievo sarà del 30% e l’isola dovrà seguire un preciso programma per le sue maggiori banche: la Laiki, la seconda banca dell’isola, sarà chiusa attraverso un processo controllato e i suoi asset finiranno in una ‘good bank’ e in una ‘bad bank, e la Bank of Cyprus, la più grande e quella che conta il maggior numero di depositi russi, sarà quella più colpita dai prelievi sui conti correnti.

A Cipro sono davvero tutti felici e contenti?

 Le borse hanno reagito benissimo al salvataggio di Cipro ma questo non vuol dire che l’intesa trovata tra il governo dell’isola e le istituzioni europee sia davvero idilliaca. Basta pensare al fatto che non si tratta del primo paese che affronta il salvataggio e negli altri casi qualche perplessità c’è sempre stata.

Cipro e le reazioni dei listini italiani

Cipro, nel dettaglio, è il quinto paese ad essere salvato dal 2009, da quando cioè è iniziata la forte crisi del debito. Il salvataggio dell’isola, all’inizio rifiutato, è stato negoziato dal presidente cipriota Anastasiades che ha cercato di fare due cose: mettere al sicuro i piccoli risparmiatori dal prelievo fiscale forzato sui conti deposito, evitare la fuga di capitali che potrebbe mettere a rischio l’intero sistema bancario dell’isola.

L’idea della Bad Bank lanciata dal salvataggio di Cipro

Cipro, quindi, ha pensato di tenere fuori dall’opera di salvataggio i depositi inferiori ai 100 mila euro ed ha pensato anche di congelare i depositi che eccedono questo limite, usandoli per il pagamento dei debiti. A farne le spese sembrano essere soprattutto le società russe che a Cipro avevano depositati ben 31 miliardi di euro. Un investimento non di poco conto.

Tuttavia Cipro non aveva scelta o meglio aveva soltanto una scelta difficile da compiere che comporterà in ogni caso perdite di miliardi di euro.

L’idea della Bad Bank lanciata dal salvataggio di Cipro

 L’Eurozona ha raggiunto un accordo sul salvataggio di Cipro. Prima di prendere seriamente in esame cosa succederebbe se Cipro uscisse dall’euro, però, si è pensato di trovare uno stratagemma ad hoc per salvare capra e cavoli: la creazione di una bad bank.

L’idea ha fatto sì che Cipro portasse in alto i listini europei ma di cosa si parla di preciso? Una bad bank è una banca in cui lo stato decide di mettere tutti gli asset che sono considerati tossici per il sistema bancario. In pratica, uno stesso istituto di credito si divide in due: la good bank che si occupa di tutto quello che resta attivo sul fronte del credito e la bad bank che va ad acquisire gli asset pericolosi. In questo modo, almeno una delle due banche create,ha la speranza di sopravvivere funzionando regolarmente.

Cipro e le reazioni dei listini italiani

Una soluzione simile è stata sperimentata già in America dove ci si è chiesti se lo Stato avesse potuto acquistare gli asset tossici. È stato il presidente Obama a dare quindi il via alla bad bank per evitare d’indebitare lo stato.

I titoli della bad bank cipriota, adesso, saranno venduti sul mercato delle azioni ordinarie e quando la differenza tra il valore di mercato e quello nominale sarà minimo, allora la bad bank potrà liquidare i titoli in suo possesso.

Cosa succede se Cipro esce dall’euro

 Salvare Cipro come salvare un altro qualsiasi degli stati dell’Europa contemporanea è un imperativo che sembra assecondare l’idea che se una pedina viene tolta dallo scacchiere del Vecchio Continente, tutto il sistema va in frantumi.

In realtà Cipro, come tutti gli altri paesi che fanno parte dell’Eurozona, possono uscire dall’euro, l’importante è calcolare bene le conseguenze dell’atto in questione. L’importante, insomma, è chiedersi se con l’uscita dall’euro di un paese, vada in frantumi tutta l’Europa.

Cipro e le reazioni dei listini italiani

Nel caso di Cipro sicuramente il dramma più importante sarebbe quello dell’isola che in questi giorni, a prescindere dall’accordo sul salvataggio, ha dovuto subire una grande fuga di capitali visto che negli ultimi anni l’isola si era configurata come un ottimo paradiso fiscale. La fuga di capitali, nel caso dell’uscita dall’euro, sarebbe ancora più ingente e sarebbe necessario istituire dei controlli speciali per evitare fughe improvvise, sempre nell’attesa di avere un’altra moneta, quella locale.

Cipro porta in alto i listini europei

Detta in questi termini, quindi, la perdita sarebbe tutta sulla spalle di Cipro che vedrebbe crollare il sistema bancario, tamponare la corsa agli sportelli e fare i conti con l’aumento del costo del denaro. In realtà a perdere sarebbe l’intera Europa visto che persa una pedina, se ne perderebbero senz’altro molte altre, per l’effetto a catena tante volte chiamato in causa in questi due anni di crisi.

 

Cipro e le reazioni dei listini italiani

 Il salvataggio di Cipro è stato molto importante, anche se ha comportato la revisione dell’accordo originale, il fatto che si sia giunti ad un compromesso tra l’isola stato e l’Europa, è stato provvidenziale per le borse dell’Eurozona.

Cipro porta in alto i listini europei, lo abbiamo raccontato, ma cosa è successo nello specifico in Italia? Il nostro paese ha visto crescere il valore degli scambi di un modesto 0,6 per cento che è ben al di sotto di quello che ci si aspettava. Però è anche vero che lo spread è tornato dai 314 punti di venerdì fino a quota 308 punti base.

I nostri scambi, però, più dell’accordo con Cipro, hanno subito gli effetti della notizia dell’incontro tra Bersani e le parti sociali. Un incontro reso necessario dalle dure parole del numero uno di Viale dell’Astronomia. Squinzi infatti ha spiegato che non c’è più tempo per le imprese che stanno soffocando, è necessario un governo e un rimedio plausibile a questa situazione.

La versione di Saxo Bank su Cipro

Piazza Affari nel frattempo vede crescere i listini delle banche che, dopo i ripetuti scossoni delle scorse settimane, adesso di trovano a guadagnare terreno. Prima tra tutte è sicuramente la Banca Popolare dell’Emilia Romagna che cresce del 3,25 per cento. Mediobanca va altrettanto bene con un rialzo dell’1,85%. In flessione, sembra ci sia soltanto Ubibanca che perde l’1,04 per cento dopo che Mediobanca ha subito il downgrade che non si aspettava.

Cipro porta in alto i listini europei

 Cipro ha tenuto in tensione i mercati e le istituzioni europee ma non ha bloccato l’attività diplomatica nell’isola che questa notte ha raggiunto finalmente un accordo con l’Europa per il salvataggio.

Cipro contro l’Europa e contro la Germania

In pratica l’Eurogruppo ha dovuto accettare una versione revisionata e corretta del piano di salvataggio, riscritta dal management cipriota: ci sarà una chiusura cosiddetta controllata della Popolar Bank of Cyprus, meglio conosciuta come Laiki.

Sembra che questa decisione soddisfi la maggior parte degli investitori che sono stati trainati dall’entusiasmo in tutti i listini del Vecchio Continente. Così Londra ha guadagnato lo 0,64%, Milano più o meno è cresciuta allo stesso modo con il +0,6%. Sono andate meglio Madrid che cresce di un punto percentuale, Francoforte con il +1,07% e poi anche Parigi con il +1,4%.

Chi c’è dopo Cipro?

La notizia di Cipro fa diminuire anche lo spread. Il differenziale tra Btp decennali e Bund tedeschi, in apertura di contrattazioni, è tornato a 308 punti, dopo che, venerdì sera, si era arrivati a 314 punti ad un rendimento del 4,46 per cento.

Oltre alla chiusura della Laiki, il nuovo accordo su Cipro prevede anche che i depositi sotto i 100 mila euro vadano a finire nella Bank of Cyprus, mentre quelli superiori alla soglia indicati e non assicurati subiranno un prelievo record. Con questo prelievo nelle casse dell’isola stato dovrebbero arrivare ben 4,2 miliardi di euro, sufficienti ad evitare il collasso del sistema bancario cipriota.

Ultimi giorni per decidere il destino di Cipro

 Scade lunedì mattina il termine ultimo per Cipro che si trova in una situazione davvero difficile. L’Europa, infatti, come detto anche da Angela Merkel nei giorni scorsi, non è più disposta ad aspettare: se Cipro non riuscirà a trovare il modo di mettere insieme i 5,8 miliardi di euro necessari allo sblocco dell’aiuto europeo, non si potrà far nulla per evitare la bancarotta.
► L’Europa non ha più pazienza per Cipro

Questa mattina a Bruxelles c’è stato tra il ministro delle finanze Michalis Sarris e la Troika, al quale farà seguito quello con il presidente Nicos Anastasiades e l’Eurogruppo, due incontri molto importanti che si spera portino a decidere la soluzione migliore per il paese.

Sul tavolo delle discussioni il pacchetto di misure da 5,8 miliardi di euro necessario per accedere ai 10 miliardi di euro di aiuti promessi dalla Troika Ue-Bce-Fmi. Del pacchetto, al momento, Cipro ha approvato solo tre disegni di legge su nove, un numero non ancora sufficiente per garantire all’isola di evitare la bancarotta.

► Il punto sul salvataggio di Cipro

Quindi il discorso si concentrerà di nuovo sul prelievo forzoso dai conto corrente del popolo di Cipro, una misura osteggiata fin dall’inizio, ma che, arrivati a questa situazioni, sembra essere l’unica soluzione plausibile. Ma, rispetto al precedente piano, BCE e Cipro sembra vogliano ammorbidire le condizioni del prelievo: un prelievo forzoso del 25% sui depositi bancari superiori ai 100mila euro della Bank of Cyprus, e del 15% per i depositi delle altre banche.

 

L’Europa non ha più pazienza per Cipro

 Cipro è in condizioni molti difficili. Ha bisogno di aiuto per uscire dalla crisi in cui si trova, ma, se non riesce a trovare 5,8 miliardi di euro, non potrà accedere ai 10 miliardi di aiuti messi a disposizione dell’Unione Europea.

► Il punto sul salvataggio di Cipro

La prima opportunità data dall’Europa a Cipro per reperire i fondi necessari è stata quella del prelievo forzoso sui conto corrente dei ciprioti, decisione osteggiata e poi bocciata da cittadini ed istituzioni, che ha portato, ora, a decidere per la creazione di un fondo di solidarietà. Ma ancora non è stata presa nessuna decisione.

Il duro attacco nei confronti del Paese è arrivato da Angela Merkel, uno dei principali attori e decisori su questioni di concessione di aiuti ai paesi in difficoltà, che lamenta la ritrosia di Cipro a trovare un accordo con i creditori internazionali e con la Troika.

Il tanto discusso prelievo forzoso, quindi, sembra essere stato evitato, ma ora l’Europa ha fretta di capire se il fondo di solidarietà – un fondo dove potrebbero confluire gli asset statali e i futuri ricavi dello sfruttamento delle risorse di gas – sarà creato o meno.

► Cipro si aiuterà da sola?

Oltre alla Merkel è inetrvenuto sull’argomento anche il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che ha evidenziato che se il paese vuole gli aiuti deve dimostrare di meritarli.

 

Cipro contro l’Europa e contro la Germania

 In queste ore l’isola di Cipro è al centro di un forte scossone politico ed economico perché per la prima volta nella storia d’Europa gli aiuti forniti al paese per evitare il default, sono stati vincolati ad una riforma fiscale considerata discutibile.

Che poi non si può certo parlare di riforma fiscale, quanto piuttosto di applicazione di un’imposta: il famoso prelievo forzoso sui conti deposito che scontenta i cittadini ma ha lasciato a bocca aperta anche il governo. La tensione è tale da estendersi in tutta Europa.

Commerzbank e il prelievo forzoso in Italia

I cittadini ciprioti, però, non ce l’hanno mica con tutta l’UE che alla fine l’aiuto di 10 miliardi di euro ha anche deciso di darlo, ma ce l’hanno con la Germania e con la sua Cancelliera, per una serie di fatti che cominciano già ad additare come “strane coincidenze”.

Il ragionamento è semplice: l’Europa vuole dare 10 miliardi di euro a Cipro ma Cipro deve promettere di fare un prelievo forzoso sui conti deposito che vale 5,8 miliardi di euro. Questa cifra rappresenta esattamente il valore dell’esposizione finanziaria delle banche tedesche nei confronti di Cipro.

Chi c’è dopo Cipro?

L’idea di sostituire gli interventi strutturali nel paese con questo prelievo, dunque, insospettisce molti. Ma le coincidenze non si fermano qui: per esempio è stato scelta la misura sui risparmi proprio quando la settimana cominciava con una festa e proprio nell’anno in cui l’isola torna al voto.