Sarà una Pasqua di crisi?

 I primi mesi del 2013 sono stati particolarmente difficili per le attività commerciali italiane. Secondo i dati del rapporto stilato dall‘Osservatorio di Confesercenti, infatti, tra gennaio e febbraio del 2013 sono state chiuse più di 7mila attività commerciali tra bar, hotel e ristoranti, per un saldo negativo di 4.723 esercizi.
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Nessuna delle regioni italiane si è slavata da questa strage di attività: si sono persi 2.298 ristoranti, 1.933 bar e 492 tra le imprese attive nell’alloggio e nel catering, con una particolare concentrazione di chiusure in Lombardia, dove hanno chiuso 1.029 aziende (per un saldo di -584), poi in Emilia Romagna (-507), Piemonte (-473), Toscana (-408) e Veneto (-398).

Una situazione molto drammatica che, stando a quanto afferma la Confesercenti, non migliorerà neanche in occasione della Pasqua: pochi i turisti in arrivo dall’estero (tra il 10 e il 15% in meno rispetto allo scorso anno) e ancora di meno gli italiani che hanno deciso di spostarsi in questi giorni di vacanza.

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Al momento la flessione delle prenotazioni, sia tramite agenzia che direttamente alle strutture, hanno subito un calo del 20%, che potrebbe portare, se non ci sarà una ripresa dell’ultimo minuto, ad un calo del fatturato previsto per questo periodo pari al 30/40%, anche perché tra coloro che hanno già prenotato si è assistito ad un calo della spesa pro capite: l spesa media per il viaggio di Pasqua, quest’anno, si aggira intorno alle 300-400 euro per una vacanza di 4-5 giorni e di 200-300 euro per quella di tre giorni.

In Italia chiudono 167 negozi al giorno

La crisi economica ha colpito duramente le attività produttive e le famiglie, ma anche il settore del commercio è stato pesantemente investito dal trend negativo della recessione. A confermarlo sono i dati di Confesercenti, che tracciano un bilancio dell’andamento del settore nei primi due mesi del 2013.

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Tra gennaio e febbraio in Italia si è potuta registrare la chiusura di oltre 10mila attività commerciali, ovvero una media di 167 imprese commerciali in meno ogni giorno. Le nuove aperture, poi, sono diminuite del 50% e se il trend negativo si confermerà come tale fino a fine anno, il commercio italiano perderà in totale qualcosa come 60mila imprese. Per Confesercenti, inoltre, si tratta dei dati più negativi degli ultimi 20 anni.

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Ad essere maggiormente interessati dal fenomeno sono state le aree del Centro-Nord, ma la città che sembra aver sofferto del maggior numero di chiusure è la capitale, dove già si può parlare di una bolla dei negozi sfitti. Le conseguenze di questo stato di cose sono infatti di un certo rilievo sia per il settore immobiliare, sia per quello occupazionale. Se il trend negativo continuerà fino alla fine del 2013 si stima una perdita complessiva di circa 200mila addetti del settore e di miliardi di euro in affitti non percepiti.