Online l’annuario del contribuente

 Siete interessati a conoscere tutto quello che il fisco vi riserva? Allora non avete strumento migliore dell’Annuario che è pensato come una guida per i contribuenti che ogni anno devono effettuare la dichiarazione dei redditi e vogliono farlo senza problemi.

Qualche elemento importante sull’UNICO Mini 2013

La guida dell’Agenzia delle Entrate è stata aggiornata ed ora è anche più ricca di contenuti visto che ha dovuto prendere in carico la spiegazione delle novità introdotte in materia fiscale: per esempio l’Ivafe, il redditometro oppure la mediazione finanziaria.

Compilare il 730 in autonomia

Le parti dell’Annuario del contribuente che sono state aggiornate sono sostanzialmente 3: la parte dedicata alla Rendite finanziarie e alla tassazione dei beni di lusso (parte IV), la parte V dedicata alle misure contro l’evasione e la parte VIII dedicata al contenzioso e agli strumenti per evitarlo.

Prendiamo adesso in esame le misure contro l’evasione, quelle della parte V, modificata sulla base del decreto legge numero 201/2011. In pratica è stato definito che tutti gli istituti di credito e le agenzie finanziarie devono comunicare all’Agenzia delle Entrate i movimenti finanziari dei loro clienti. L’Agenzia ha definito già la scadenza per l’invio delle pubblicazioni ed ha già parlato del tipo di informazioni da trasmettere.

La scadenza è stata fissata al 31 ottobre 2013 ed entro quella data dovranno essere inviati i dati relativi al 2011, poi tutti i dati acquisti dovranno essere conservati per i controlli fino al 31 dicembre del 2014.

Guida alla richiesta del Bonus Bebè 2013

 Cos’è il Bonus Bebè

Il Bonus Bebè, facilitazione economica ad appannaggio delle famiglie con bambini piccoli, è stato istituito con la Legge n. 92 del 28 giugno 2012, ed è considerato come un aiuto per il reinserimento delle madri nel mondo del lavoro. La Legge citata prevede il Bonus Bebè ancora in via sperimentale per il triennio 2013, 2014 e 2015 e si pone come un’alternativa al congedo parentale: l’Inps mette a disposizione delle madri la possibilità di accedere ad un voucher di 300 euro mensili – erogabili per un periodo massimo pari a sei mesi – da utilizzare per il pagamento del servizio di baby sitting o per le spese dell’asilo nido.

Il fondo messo dell’Inps è pari a 60.000.000,00 di euro da suddividere nei tre anni previsti dalla legislazione in materia.

► Nessun congedo parentale per i lavoratori del pubblico impiego

Chi può richiedere il Bonus Bebè 2013?

Per l’anno in corso e per i due successivi, a meno di modifiche legislative in corso d’opera, possono fare richiesta del Bonus Bebè le madri – biologiche, adottive od affidatarie – dipendenti o autonome (iscritte, cioè, alla gestione separata) di bambini che siano già nati e per quelli che nasceranno (o che comunque, nel caso di affido o adozione, arriveranno in famiglia) entro 4 mesi dalla scadenza del bando.

Chi è escluso dal Bonus Bebè?

Non possono far richiesta del Bonus Bebè coltivatrici dirette, mezzadre e colone, artigiane ed esercenti attività commerciali, imprenditrici agricole, pescatrici autonome.

L’esclusione è valida anche per le lavoratrici che non sono tenute al pagamento della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati convenzionati e le lavoratrici che già beneficiano del Fondo per le Politiche relative ai diritti ed alle pari opportunità.

► Vademecum dell’Inps sull’utilizzo dei buoni lavoro

Durata e importo e limitazioni del Bonus Bebé 

Il bonus Bebè può essere erogato per un massimo di sei mesi per un importo mensile pari a 300 euro, divisibile solo per frazioni mensili intere in base a quanto del congedo parentale abbia già sfruttato.

I due benefici, infatti, non sono sovrapponibili, anche se possono essere richiesti entrambi, ma non contemporaneamente.

Le donne che lavorano part time hanno ugualmente diritto al Bonus Bebè, ma in misura ridotta e proporzionale all’impegno lavorativo; le lavoratrici iscritte alla gestione separata possono usufruire del Bonus Bebè solo per tre mesi.

Come si fa la domanda per accede al Bonus Bebè 2013?

Tutte le madri che hanno diritto all’erogazione del Bonus Bebè possono farne richiesta attraverso il sito Internet dell’Inps, previo ottenimento del PIN (numero segreto di 16 caratteri che l’Inps dà agli assistiti che ne fanno richiesta, tutte le informazioni su Richiesta PIN on line).

Per accedere al servizio telematico per la richiesta del Bonus Bebè 2013 è necessario, quindi, collegarsi al sito dell’INPS, seguendo questo percorso: servizio del cittadino – Autenticazione con PIN – Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito – Invio delle domande per l’assegnazione dei contributi per l’acquisto dei servizi per l’infanzia.

► Modalità di utilizzo, scadenze e sanzioni per i voucher lavoro occasionale

La richiesta per il Bonus Bebè 2013 può essere fatta per tutti i bambini che rientrano nei requisiti sopra indicati e può essere fatta anche per più figli della stessa madre, ma deve essere effettuata una richiesta per ogni figlio, anche in caso di parto gemellare, e anche prima che il figlio nasca.

Nella domanda deve essere obbligatoriamente indicato:

1. il servizio al quale si desidera aderire (baby sitter o asilo nido, in questo secondo caso, sia che si tratti di un istituto pubblico o provato, deve anche essere specificato il nome della struttura);

2. il numero dei mesi per i quali si intende richiedere il Bonus Bebè, che dovrà essere corredata dalla dichiarazione di rinuncia ai corrispettivi mesi di congedo parentale;

3. la dichiarazione di avvenuta presentazione del modulo ISEE.

Quando va presentata la domanda per il Bonus Bebè?

La domanda può essere inoltrata, secondo le modalità sopra descritte, in qualsiasi momento, ma avrà valore effettivo solo nel momento in cui verrà ufficialmente aperto il bando, nel quale sarà specificato anche il termine ultimo per la presentazione.

La domanda presentata prima della pubblicazione del bando rimarrà in bozza e sarà modificabile fino al momento dell’effettivo invio.

► Nuova normativa bonus bebè 2013

Come viene erogato il Bonus Bebè?

Se la madre ha scelto di utilizzare il Bonus Bebè per l’asilo nido sarà l’Inps stessa a provvedere all’erogazione del Bonus direttamente alla struttura indicata. Nel caso in cui, invece, si sia scelto il servizio di baby sitting l’Inps erogherà all’interessata buoni lavoro (voucher) per un valore mensile di 300 euro.

Graduatorie di accesso al Bonus Bebè 2013

La compilazione della graduatoria per gli aventi diritto al Bonus Bebè viene compilata in base all’ISEE. Nel caso di Isee dello stesso valore, il criterio adottato sarà quello temporale.

La graduatoria sarà pubblicata dopo due settimane dallo scadere del termine ultimo per la presentazione delle domanda. Dal giorno successivo alla pubblicazione sarà anche possibile rinunciare al Bonus, procedimento da effettuarsi in via telematica dal sito dell’Inps.Tutte le informazioni sul Bonus Bebè 2013

DECRETO 22 dicembre 2012 del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali

Circolare INPS n. 48 del 28 marzo 2013

L’imposta di bollo sui prodotti finanziari

 Non abbiamo il prelievo forzoso sui conti correnti che sembra essere la soluzione all’orizzonte per i paesi che desiderano o sono costretti ad uscire in poco tempo dall’alveo dell’euro, però abbiamo l’imposta patrimoniale sulle attività finanziarie.

Una mini guida all’IVAFE

Nel nostro paese, chi ha acquistato dei beni finanziari e li detiene nel nostro paese o all’estero, deve pagare la nuova tassa IVAFE. Si tratta di un’imposta di bollo per i prodotti finanziari che non sono soggetti ad obbligo di deposito, quindi l’IVAFE si paga anche per depositi postali e bancari.

Questa nuova tassa non è uguale all’imposta di bollo per diversi motvi. in primo luogo l’IVAFE colpisce tutte le attività finanziarie, anche quelle detenute all’estero e poi l’IVAFE riguarda i soggetti passivi, cioè chi detiene le attività finanziarie.

In rete i modelli Unico, Cnm e Irap 2013

In questa attività di tassazione, quindi, sono coinvolti i clienti e gli enti gestori, cioè coloro che su un territorio esercitano un’attività bancaria, finanziaria o assicurativa. E’ l’ente gestore che deve occuparsi dell’applicazione dell’imposta di bollo il 31 dicembre oppure al termine del periodo rendicontato, oppure alla data di fine rapporto se si tratta di periodo infrannuale. L’ente gestore deve occuparsi anche dell’applicazione dell’imposta di bollo, tranne che per le polizze assicurative di cui si occupa l’impresa di assicurazione e tranne i buoni fruttiferi postali, la cui imposta di bollo è applicata da Poste Italiane Spa.

Anagrafe dei conti correnti: come funziona e a cosa serve

 Il Decreto Salva-Italia voluto dal Governo Monti ha portato anche alla predisposizione di un nuovo strumento per la lotta all’evasione. Si tratta dell’anagrafe dei conti correnti, ossia tutta una serie di informazioni che banche, Poste, società di gestione del risparmio e altri intermediari finanziari dovranno inviare al fisco entro i termini stabiliti.

► Anagrafe dei conti correnti, la nuova arma del fisco

I dati che dovranno essere inviati riguardano, nello specifico, i conti correnti (saldi di inizio e fine anno e del totale dei movimenti distinti per dare e avere, quindi il loro valore complessivo), i depositi titoli (saldi tra il totale degli acquisti e quello dei disinvestimenti), le carte di debito e di credito (utilizzo del plafond di spesa a inizio e a fine periodo, valore degli acquisti e, solo per le carte ricaricabili l’importo delle ricariche effettuate nel corso dell’anno) e le cassette di sicurezza (numero degli accessi dei proprietari).

Il Fisco, quindi, avrà a disposizione una grande mole di dati. Come verranno utilizzati?

Ovviamente il provvedimento che ha dato vita all’anagrafe dei conti correnti rispetta le norme italiane sulla privacy, e le informazioni che le banche e gli altri istituti sono chiamate a comunicare al Fisco verranno utilizzati al fine di creare delle liste selettive di contribuenti potenzialmente a rischio di evasione, ossia i contribuenti che presentano dei vistosi scostamenti tra i loro comportamenti bancari e le dichiarazioni dei redditi.

► Sfuggire al fisco è sempre più difficile

Ma l’anagrafe dei conti correnti potrà essere utilizzata anche per scovare i ‘furbi’ del welfare: infatti questi dati, oltre a semplificare gli adempimenti richiesti ai contribuenti per la dichiarazione sostitutiva unica necessaria all’accesso a prestazioni sociali agevolate, potranno essere utili anche al controllo della veridicità degli stessi da parte delle amministrazioni pubbliche.

 

Come funziona il CUD online

 Per completare la dichiarazione dei redditi, è necessario che l’INPS invii a tutti i lavoratori dipendenti e ai pensionati il CUD, la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente, pensione e assimilati, per i quali l’Istituto rappresenta il sostituto d’imposta.

Come ricevere il Cud 2013

La novità di quest’anno è che l’invio del documento deve esser telematico per via della decisione operata di riduzione della spesa pubblica e di incentivo alla telematizzazione dei rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadini. L’INPS, quindi, nel 2013, è chiamato a rilasciare il CUD tramite il canale telematico. Gli utenti provvisti di PIN devono accedere al loro cassetto previdenziale e poi andare a cercare tra i modelli, quello relativo alla certificazione dei redditi.

 Prolungati gli studi di settore

La trasmissione del CUD deve essere effettuata entro il 28 febbraio dell’anno d’imposta successivo a quello di certificazione dei redditi. Entro il 28 febbraio 2013 quindi, doveva esserci la trasmissione dei CUD del 2012. Siccome il sistema non è stato in grado di gestire con puntualità la trasmissione delle informazioni, sembra sia stata fatta una deroga. Il cittadino, in alternativa, può chiedere l’invio del modello cartaceo.

L’INPS, però, ricorda che il CUD è sia visualizzabile e stampabile dal contribuente provvisto di PIN ma è inviato anche all’indirizzo di posta elettronica certifica CEC-PAC, o alla casella PEC corrispondente se ne è stata fornita una all’istituto.

Come si tassa la rendita legata ad una cessione

 Immaginate di avere un’azienda e di cederne un ramo definendo una rendita vitalizia a favore del cedente. In questo caso, la rendita, deve essere considerata come una plusvalenza e deve essere quindi sottoposto alla tassazione in vigore per tali redditi.

Le imprese italiane temono di chiudere

Le imposte sulle rendite vitalizie possono essere riscosse anche quando la rendita deriva dalla cessione di un ramo d’azienda. Lo ha stabilità la Corte di Cassazione con la sentenza numero 5886 dell’8 marzo 2013. La Corte di Cassazione, in un caso che stiamo per descrivere, ha deciso di accettare il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, dando continuità ad un certo tipo d’interpretazioni.

Il presidente di Google cede l’1 per cento

L’Amministrazione finanziaria aveva fatto ricorso in Cassazione per una sentenza emessa dalla Commissione tributaria provinciale che deva ragione ad un contribuente che aveva ritenuto non tassabile la plusvalenza vitalizia ottenuta dalla cessione di una farmacia. I giudici in primo grado avevano confermato la sentenza spiegando che non si poteva evincere dai documenti il vitalizio e poi perché non si poteva imporre la doppia tassazione sulla cessione aziendale.

L’Agenzia delle Entrate, invece, ha insistito ribadendo la falsa applicazione di alcuni articoli del Tuir sulle plusvalenze patrimoniali. Alla fine l’Erario ha avuto ragione.

Le agevolazioni fiscali per i disabili

 Per non perdere i benefici fiscali riconosciuti dalla normativa in vigore e consolidati nella legge di Stabilità, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la versione aggiornata della Guida alle agevolazioni fiscali per i disabili.

 Nessun cambiamento per le pensioni di invalidità

Il documento è disponibile in formato pdf e riassume tutti i benefici fiscali per i contribuenti disabili che hanno degli sconti sull’IRPEF e alcuni strumenti per abbattere il reddito imponibile. Secondo il sunto fornito da FiscoOggi, le novità più interessanti sono almeno tre: in primo luogo c’è l’aumento delle detrazioni IRPEF per chi ha figli carico, poi è stata ridotta al 4 per cento l’IVA agevolata per l’acquisto dei veicoli in leasing, infine sono state semplificate le certificazioni delle persone con disabilità.

► Nuovi sgravi Irpef

La legge 228/2012, nota anche come Legge di Stabilità, ha aumentato la detrazione di base per i figli a carico, quindi per ogni figlio portatore di handicap, dal primo gennaio 2013, si potrà ottenere uno sconto di 1620 euro se il bambino non ha ancora compiuto 3 anni, oppure uno sconto di 1350 euro se il figlio ha già spento le tre candeline.

Nella guida è rilevante anche la parte delle agevolazioni dedicata ai mezzi di locomozione, visto che è prevista l’applicazione dell’IVA ridotta al 4 per cento per l’acquisto di veicoli adatte ai portatori di handicap, c’è l’esenzione del bollo auto e la gratuità dell’imposta di trascrizione sui passaggi di proprietà.

La deduzione dall’Ires soltanto con documenti certi

 Fiscalmente è possibile per una società scaricare dal reddito i corrispettivi pagati agli amministratori ma spesso capita che a fronte di questi corrispettivi portati in dichiarazione, non ci sia stato l’effettivo pagamento. Tutto chiaramente può essere individuato a partire dall’analisi dei conti della società.

La Robin Tax scaricata sui consumatori

Per evitare d’incappare nelle maglie del Fisco, l’Agenzia delle Entrate spiega come comportarsi. Il riferimento è ad una sentenze della Commissione tributaria di primo grado di Trento del 21 gennaio 2013. Nel documento si specifica che in assenza di una delibera dell’assemblea, non è possibile dedurre dal reddito d’impresa i compensi corrisposti agli amministratori.

Una mini guida all’IRAP

La precisazione è arrivata dopo una verifica fiscale a seguito della quale è stato emesso un avviso di accertamento. L’Erario contestava all’azienda la deduzione dei compensi corrisposti agli amministratori. L’Agenzia delle Entrate ha specificato che il riferimento è alla disciplina civilistica.

In pratica nelle società a responsabilità limitata, l’atto costitutivo della società stessa, deve prevedere se le cariche amministrative sono gratuite o retribuite, è necessario individuare un organo competente per fissare il compenso e poi devono essere chiari i modi e i criteri di determinazione dei compensi.

Nello statuto della società posta a verifica, si specificava che doveva essere l’assemblea a definire il compenso degli amministratori che poteva essere “eventuale”.