Start up innovative: definizione, requisiti e agevolazioni previste con il Decreto Lavoro

 Il Decreto Lavoro da pochi giorni entrato in vigore è stato redatto dal Governo al fine di incentivare l’occupazione anche attraverso degli incentivi mirati a chi vuole fare impresa. Sono stati previsti, infatti, delle facilitazioni per le start up, ossia per le imprese che sono state appena avviate.

 Cosa sono le start up?

Cosa sono le start up innovative?

I benefici sono stati estesi anche alle start up innovative, ossia una società di capitali che abbia come oggetto lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di servizi e prodotto ad alto tasso di tecnologia. L’estensione dei benefici previsti per le start up è mirata alla promozione dell’occupazione giovanile.

I requisiti necessari per rendere una start up innovativa

Il Governo sta cercando di dare nuova linfa vitale al mercato del lavoro italiano, ormai inaccessibile soprattutto ai giovani: prevedere degli incentivi per le start up innovative, ossia che abbiano una caratterizzazione specificatamente tecnologica, ha proprio lo scopo di facilitare gli imprenditori più giovani, quelli che hanno una maggiore famigliarità con la materia.

► Start up innovative: definizione, requisiti e agevolazioni previste con il Decreto Lavoro

Per poter usufruire degli incentivi previsti dal Decreto Lavoro , però, è necessario che la società di capitali che si è costituita, abbia delle determinate caratteristiche. Ecco quali sono:

– i soci (persone fisiche) devono avere la maggioranza delle quote o delle azioni del capitale sociale (almeno il 51%) e dei diritti nell’assemblea ordinaria dei soci dalla costituzione della società e per i successivi 24 mesi;

– la società non deve essere in attività da più di 48 mesi;

– la società deve avere sede in Italia e operare prevalentemente entro i confini nazionali;

– il limite massimo del valore della produzione della società dal secondo anno in poi è di 5 milioni di euro (i dati devono essere confermati dal bilancio);

– la società non ha ancora distribuito utili;

– la società di capitali per definirsi come start up innovativa deve essere originale, ossia non deve derivare da fusione, scissione societaria o cessione di azienda o di ramo di azienda.

Oltre a questi requisiti, le start up per potersi definire innovativa deve possedere anche uno sei tre seguenti requisiti:

1. aver effettuato spese per ricerca e sviluppo (spese per sviluppo precompetitivo e competitivo, servizi di incubazione forniti da incubatori certificati, costi lordi di personale interno e consulenti esterni,  spese legali relative alla registrazione e alla protezione della proprietà intellettuale, dei termini e delle licenze d’uso) devono essere uguali o superiori al 20% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della start-up innovativa;

2. almeno un terzo della forza lavoro della start up deve essere costituito da dottorandi, dottori di ricerca e ricercatori di università italiane o straniere, senza particolari limitazioni per il tipo di contratto, che potrà essere di lavoro subordinato o autonomo;

3. la start up, in mancanza di uno dei due requisiti precedenti, potrà definirsi innovativa se è titolare o depositaria o licenziataria di almeno un brevetto relativo un’invenzione industriale, biotecnologica o relativa ai semiconduttori e alle varietà vegetali.

► Agevolazioni fiscali per le start up previste dal Decreto Lavoro

Incentivi e facilitazioni per le start up innovative

Tra le principali facilitazioni previste dal Decreto Lavoro da poco entrato in vigore per le start up ed estesi anche alle start up innovative, ci sono:

1. nessuna spesa per l’avvio dell’impresa: eliminati i costi per l’imposta di bollo e per i diritti di segreteria da pagare per l’iscrizione al Registro delle Imprese;

2. nessun contributo per il diritto annuale alle Camere di Commercio;

3. per il biennio 2013/2015 è stata prevista la detrazione Irpef al 19% su investimenti detraibili non superiori ai 500mila euro per periodo d’imposta;

4. le start up, anche quelle innovative, potranno usufruire di agevolazioni sulle assunzioni di personale altamente qualificato per un massimo di 200 mila euro;

5. tutti i contratti di lavoro messi in essere dalle start up possono essere rinnovati per 48 mesi (12 in più rispetto ai 36 previsti).

Agevolazioni fiscali per le start up previste dal Decreto Lavoro

 Le start up sono state oggetto di numerose attenzioni nel Decreto del Lavoro che è da poco entrato in vigore (23 agosto 2013, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale). Per loro è stato previsto un regime agevolato, esteso anche alle start up innovative, che permette a chi vuole fare impresa di districarsi meglio nelle maglie della burocrazia e un rapporto meno difficoltoso con il fisco.

 Cosa sono le start up?

Dopo aver visto quali sono le Incentivi e facilitazioni per le start up previste dal Decreto Lavoro, occupiamoci anche delle agevolazioni fiscali.

Le agevolazioni fiscali per le start up previste dal Decreto Lavoro

Le agevolazioni fiscali previste per le start up si possono dividere in due categorie: le agevolazioni fiscali per le persone fisiche e quelle per le persone giuridiche.

Agevolazioni fiscali Start Up – Persone fisiche

Per il 2013, il 2014 e il 2015 le persone fisiche che vorranno investire in una start up potranno usufruire di una detrazione del 25% per investimenti in start up a vocazione sociale o per quelle ad alto valore tecnologico in ambito energetico.

Se l’investimento è in tutte le altre tipologie di start up, la detrazione sarà del 19%.

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Agevolazioni fiscali Start Up – Persone giuridiche

Le persone giuridiche che vogliono investire in start up possono usufruire di agevolazioni fino al 27% – per investimenti fatti nell’anno 2013, 2014 e 2015 – se a vantaggio di start up a vocazione sociale o per quelle ad alto valore tecnologico in ambito energetico.

In tutti gli altri casi la detrazione sarà del 20%.

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Incentivi e facilitazioni per le start up previste dal Decreto Lavoro

 Con il Decreto Lavoro il Governo ha predisposto delle interessanti agevolazioni per le start up, ossia per le imprese con meno di 48 mesi di attività che abbiano come oggetto lo sviluppo, la produzione o la commercializzazione di un prodotto o un servizio ad alto contenuto tecnologico.

 Cosa sono le start up?

Aziende giovani fatte da giovani, la categoria più colpita dalla grave mancanza di lavoro in Italia, che potranno usufruire di agevolazioni e facilitazioni per dare vita, o portare avanti, la loro start up. Vediamo qui quali sono le agevolazioni previste dal Decreto Lavoro in merito a forma e obblighi societari e composizione dell’attività.

Le agevolazioni per le Start Up

La principale facilitazione che il Decreto Lavoro prevede che per le start up è l’esenzione dell’obbligo per i soci di detenzione della maggioranza delle azioni o delle quote del capitale societario per i due anni successivi alla costituzione della società. Le start up innovative, inoltre, vedranno decurtate del 15/20% le spese per ricerca e sviluppo.

► Agevolazioni fiscali per le start up previste dal Decreto Lavoro

Sul fronte occupazionale, è stata data la possibilità di aderire al regime agevolato previsto dal Decreto Lavoro per le start up alle attività che hanno almeno i  2/3 della forza lavoro complessiva (sia assunto con contratti di subordinazione che come lavoratori autonomi) in possesso di laurea magistrale e 1/3 composta da personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca con almeno tre anni di attività.

Possono aderire al regime delle start up innovative anche tutte le imprese che hanno un software originario registrato presso la Siae.

► Start up innovative: definizione, requisiti e agevolazioni previste con il Decreto Lavoro

Cosa sono le start up?

 Il mercato del lavoro in Italia non è un posto per i giovani. Il tasso di disoccupazione raggiunge picchi altissimi e il Governo ha tentato di correre ai ripari con uno specifico decreto per il lavoro che ha il duplice scopo di favorire l’occupazione e la stabilizzazione dei precari l’incentivazione dell’imprenditoria.

► Incentivi e facilitazioni per le start up previste dal Decreto Lavoro

Per quanto riguarda l’imprenditoria, con il Decreto Lavoro si è cercato di rendere più facile e meno impegnativo il rapporto con la burocrazia e con il fisco, dando così maggiori opportunità a chi ha voglia di mettersi in gioco di realizzare il suo sogno. Nello specifico qui ci occupiamo degli incentivi a favore delle start up, ossia delle imprese nel primo periodo di attività.

► Agevolazioni fiscali per le start up previste dal Decreto Lavoro

Cosa sono le start up?

Le start up sono delle società di capitali che hanno da poco iniziato la loro attività, che hanno la necessità di reperire fondi e risorse per la loro crescita e la loro stabilizzazione. Un periodo molto delicato, quindi, che il Governo ha voluto proteggere con dei provvedimenti ad hoc.

Per poter usufruire delle agevolazioni e degli incentivi previsti per le start un dal Decreto Lavoro, l’impresa che è stata costituita deve avere le seguenti caratteristiche:

– essere una società di capitali, una società cooperativa di diritto italiano o una società europea;

– avere residenza e principali interessi in Italia;

– l’oggetto dell’impresa deve essere lo sviluppo, la produzione o la commercializzazione di un prodotto o un servizio ad alto contenuto tecnologico;

– avere meno di 48 mesi di attività;

– essere una società originale, non nata da fusione, scissione o cessione di altra azienda;

non essere quotata su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione;

– avere l’ammontare della produzione annuale inferiore a 5 milioni di euro dal secondo anno di attività;

– possedere o essere licenziataria di una invenzione industriale.

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L’ecobonus rilancia il settore edile

 Nel mese di giugno scorso il Governo Letta ha varato, in uno dei suoi primi provvedimenti, una nuova ondata di incentivi per le ristrutturazioni edilizie. E’ il cosiddetto ecobonus, i cui effetti sull’ economia reale sono oggi per la prima volta in fase di. Confartigianato ha ad esempio rilevato che il numero degli occupati del settore edile è tornato a risalire. 

Guida agli ecobonus sui grandi elettrodomestici e i condizionatori

 La legge di conversione del decreto ecobonus (Dl 63/2013) estende gli incentivi anche ai grandi elettrodomestici, ai condizionatori e alle pompe di calore, a partire dal 4 agosto 2013, giorno di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge 90/2013.

► Come ottenere il Bonus mobili

Possibilità di pagamento agevolato

Con questa legge chi decide di sostituire i vecchi impianti con delle macchina più efficienti ed ecologici potrà avere un pagamento agevolato al 50% in caso di sostituzione di grandi elettrodomestici e al 65% in caso di condizionatori (solo se con pompa di calore), scaldacqua ecologici, impianti geotermici a bassa entalpia e adozione di misure antisismiche.

La legge di conversione del decreto ecobonus non sancisce una data di scadenza entro la quale effettuare i lavori, che dovrebbe essere il 31 dicembre 2013, ma si consiglia comunque di provvedere al pagamento prima della fine dell’anno.

Le detrazioni Irpef per gli elettrodomestici

La legge di conversione del decreto ecobonus contiene anche le indicazioni in merito alla detrazione Irpef al 36% (50% per i pagamenti effettuati dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2013) per persone fisiche, imprese, professionisti e società di persone che effettuino lavori di manutenzione, ristrutturazione edilizia, restauri e risanamenti conservativi.

Per i mobili e i grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+, nonché A per i forni, la detrazione Irpef passa al 65%.

In caso di impianto di pannelli solari termici (non fotovoltaici), impianti di climatizzazione invernale, condizionatori (anche estivi, ma con pompa di calore efficiente), scaldacqua verdi, impianti geotermici a bassa entalpia, pareti isolanti, coperture, pavimenti, finestre e riqualificazione energetica generale degli edifici, la legge di conversione del decreto ecobonus 2013 prevede la detrazione Irpes ed Ires al 55%, che diviene al 65% in caso di pagamenti dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2013.

► Arriva l’ ecobonus anche per gli elettrodomestici

Come fare il versamento per gli ecobonus sugli elettrodomestici

Per ottenere gli ecobonus anche sugli elettrodomestici e i condizionatori, il pagamento deve essere effettuato attraverso bonifico parlante, che permette la causale descrittiva nella quale si deve indicare il tipo di ecobonus che si richiede in base all’intervento effettuato.

La causale descrittiva permette all’istituto che verserà l’importo della detrazione stessa sul conto corrente del beneficiario di capire se al soggetto deve essere trattenuta o meno la ritenuta d’acconto del 4%. Se il beneficiario è un privato, infatti, non dovrà farlo, ma la ritenuta d’acconto deve essere obbligatoriamente trattenuta in caso di aziende.

Se così non accade, l’omissione è imputata all’impresa nel caso in cui la compilazione del bonifico parlante non avesse permesso il suo riconoscimento alla banca.

Quindi, nella causale del bonifico si dovranno inserire i seguenti riferimenti normativi:

pagamento agevolato al 36-50% (65% per le misure antisismiche): articolo 16-bis, Dpr 22 dicembre 1986, n. 917 (anche Dpr 917/1986 o Tuir),

detrazione Irpef e Ires al 55-65%: articolo 1, commi da 344 a 347, legge 27 dicembre 2006, n. 296 (anche legge 296/2006 o Finanziaria 2007).

Regolamento definitivo dell’Inps per gli incentivi all’assunzione di disoccupati over 50

 La Legge Fornero (legge 92/2012) ha introdotto delle agevolazioni, che sono entrate in vigore all’inizio dell’anno, per le aziende e le imprese che assumono disoccupati oltre i 50 anni di età.

In questi ultimi giorni si è  discusso molto per cercare di comprendere come funziona l’accesso alle agevolazioni previste – sconto del 50% del carico contributivo del datore di lavoro per gli assunti over 50 – e chi sono i beneficiari di questo provvedimento.

► Come usufruire degli incentivi Inps per l’assunzione di disoccupati over 50

Qualche giorno fa, con la Circolare 111/2013, l’Inps ha fornito tutti i dettagli relativi.

Nella circolare si legge che potranno accedere al beneficio tutti i datori di lavoro, ivi comprese anche le cooperative che instaurano con soci lavoratori un rapporto di lavoro in forma subordinata e le imprese di somministrazione.

L’Inps ha fissato in 18 mesi la durata massima dell’agevolazione in caso di assunzioni con contratto a tempo indeterminato e in 12 mesi quella per i contratti a termine, sia full time che part time.

 Chi può usufruire degli incentivi Inps per l’assunzione di disoccupati over 50

Rimangono fuori dall’accesso alle agevolazioni per l’assunzione di disoccupati over 50, come precisa la Circolare dell’Inps, i rapporti di lavoro domestico, intermittente, ripartito e accessorio.

La richiesta dell’incentivo va fatta per via telematica attraverso il modulo 92-2012 che sarà a breve disponibile sul sito dell’Inps e può essere fatta per tutti i rapporti di lavoro iniziati dopo il 1 gennaio 2013.

Come usufruire degli incentivi Inps per l’assunzione di disoccupati over 50

 La Legge 92/2012 (Legge Fornero) ha introdotto degli incentivi per chi assume lavoratori disoccupati, sia uomini che donne, con più di 50 anni di età, che consistono in una riduzione del 50% dell’obbligo retributivo a carico del datore di lavoro.

Gli incentivi, in linea di massima, spettano per chi assume lavoratori che siano in stato di disoccupazione da almeno 12 mesi e che abbiano almeno 50 anni di età, ma solo per alcune tipologie di contratto.

► Chi può usufruire degli incentivi Inps per l’assunzione di disoccupati over 50

Per poter far richiesta all’Inps degli incentivi previsti è necessario che il datore di lavoro abbia adempito a gli obblighi contributivi, sia in regola con le leggi sulla sicurezza del lavoro e che rispetti gli accordi stipulati nei contratti collettivi a qualsiasi livello.

Per usufruire dei benefici previsti per l’assunzione di disoccupato over 50 è necessario rivolgersi direttamente all’Inps, anche per via telematica. A breve, infatti, verrà messo a disposizione dei datori di lavoro nel cassetto previdenziale aziende il modulo di istanza on-line 92-2012 utile per inoltrare la relativa domanda.

Il datore di lavoro deve fare richiesta e inviare la domanda all’Inps prima della scadenza della denuncia contributiva per il periodo nel quale si svolge la contribuzione agevolata.

L’Inps, una volta analizzata la richiesta e verificato il rispetto di tutti i requisiti, entro 24 ore darà comunicazione dell’esito.

Chi può usufruire degli incentivi Inps per l’assunzione di disoccupati over 50

 Con la circolare 111/2013 l’Inps ha chiarito i dettagli per quanto riguarda gli incentivi per le assunzioni di disoccupati over 50, come definito dalla legge 92 del 2012 (Legge Fornero).

Gli incentivi – riduzione contributiva del 50% dello stipendio dovuto dal datore di lavoro sono entrati in vigore il 1° gennaio 2013 e con la Circolare dell’Inps vengono definiti ulteriori dettagli.

Lavoratori che possono beneficiare degli incentivi Inps

La circolare dell’Inps precisa che i lavoratori interessati agli incentivi per l’assunzione sono:

– Uomini e donne disoccupati da più di 12 mesi e con almeno 50 anni di età

– Donne disoccupate da almeno 6 mesi e residenti in aree svantaggiate qualunque sia l’età anagrafica.

– Donne disoccupate da almeno 6 mesi, attive in settori in cui si registri un’accentuata disparità di genere

– Donne di qualsiasi età, disoccupate da 24 mesi.

► Come usufruire degli incentivi Inps per l’assunzione di disoccupati over 50

Tipologie di contratto  che possono beneficiare degli incentivi Inps

I contratti interessati dagli incentivi Inps per l’assunzione di lavoratori disoccupati over 50 sono:

– contratti a tempo indeterminato: la riduzione spetta per 18 mesi dall’assunzione;

– contratti a tempo determinato: la riduzione spetta per 12 mesi dall’assunzione;

– per i contratti che passano da un precedente rapporto agevolato ad un contratto a tempo indeterminato: la riduzione spetta per 18 mesi;

– contratti part-time;

– contratti di assunzioni a scopo di somministrazione;

– rapporti di lavoro subordinato stretto con una cooperativa di lavoro.

Requisiti per le agevolazioni all’assunzione di donne disoccupate over 50

 Con la Circolare n. 34 del 26/07/2013 il Ministero del Lavoro ha chiarito quali sono i requisiti per l’accesso alle agevolazioni per l’assunzione di donne disoccupate con più di 50 anni di età, che sono state introdotte con la Legge Fornero  e in vigore a partire dal 1° gennaio 2013.

► Come usufruire degli incentivi Inps per l’assunzione di disoccupati over 50

Il provvedimento atto ad incentivare l’assunzione di donne over 50 in stato di disoccupazione consistono in uno sconto del 50% dei contributi a carico del datore di lavoro.

La Circolare del Ministero, in primo luogo, chiarisce che la definizione di soggetto privo di impiego regolarmente retribuito comprende:

  1. donne di qualsiasi età residenti in aree svantaggiate o con una professione o di un settore economico caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi;
  2. donne ovunque residenti e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi. Come si può notare, tra i requisiti individuati dalla norma, quello di essere «prive di un impiego regolarmente retribuito» costituisce un leitmotiv.

In base a questo chiarimento della definizione di soggetto privo di impiego regolarmente retribuito ne deriva che sono inclusi nella tipologia di rapporto di lavoro che permette di usufruire delle agevolazioni per l’assunzione di donne disoccupate over 50 tutti i rapporti di lavoro dipendente di durata inferiore a 6 mesi.

► Chi può usufruire degli incentivi Inps per l’assunzione di disoccupati over 50

In caso di rapporti di lavoro di collaborazione coordinata continuativa, l’elemento per la determinazione del diritto all’agevolazione è il reddito, fissato in 8.000 euro di reddito annuo escluso da imposizione fiscale per le lavoratrici dipendenti e in 4.600 euro per le lavoratrici autonome.