15esimo calo del fatturato per l’industria italiana

 Non si vede ancora via d’ uscita dalla perdurante crisi economica per l’ intero settore dell’ industria italiana. L’ Istituto nazionale di statistica, l’ Istat, ha infatti recentemente diffuso i dati e le rilevazioni ufficiali relativi al mese di marzo 2013 e i risultati sono stati per lo più negativi.

E’ rimasto fortemente negativo, ad esempio, l’ ammontare totale del fatturato industriale per il mese di marzo, che ha subito un calo dello 0,9% rispetto al mese di febbraio e ha addirittura perso un importante 7,6% rispetto allo stesso periodo dell’ anno precedente.

Crolla la produzione industriale italiana

Per l’ industria italiana, infatti, questo rappresenta, mese dopo mese, il 15esimo calo consecutivo: in poche parole, con una perdita del 10,9% sul dato grezzo, si tratta del peggiore risultato conseguito a partire dal 2009.

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Un unico, quasi effimero, spiraglio di luce, arriva dalle quote relative agli ordinativi industriali, che, dopo quattro mesi in negativo, a marzo hanno fatto registrare un incremento dell’ 1,6%, dato che nasce dalla somma degli ordini interni – + 0,2% – con quelli esteri – +3,6%.

Riferendo il dato degli ordinativi agli ultimi tre mesi del 2013, invece, le cifre relative alla media si volgono ancora ai numeri negativi, con un calo del 3,2%.

Nella produzione, infine, l’ unico dato positivo è pervenuto dai prodotti e dai preparati farmaceutici di base, con un incremento dell’ 1,0%. Il peggior risultato dalla siderurgia: -17%.

Crolla la produzione industriale italiana

Non è un buon momento per l’economia italiana e per uno dei suoi settori più rappresentativi. Chi pensava che il 2013 potesse essere l’anno di una riscossa dovrà ricredersi e osservare che, purtroppo, le cose stanno esattamente come prima. O, forse, peggio.

La produzione industriale del Belpaese sta subendo nell’ultimo periodo l’ennesimo crollo. A marzo ha fatto registrare un pesante passivo, in percentuale pari ad un -5,2 per cento che grava sul sistema. Il confronto, naturalmente, va fatto rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Eurostat, fornendo i dati, fornisce un commento aggiuntivo che assomiglia ad una sorta di ‘pioggia sul bagnato’. Il dato, infatti, è il peggiore se messo a confronto con quello delle altre grandi economie continentali.

Chi scende

Se può servire, la magra consolazione è che anche la Germania ha fatto registrare un calo del -1,5% rispetto al maggio del 2012. Calata del 1,6% anche la produzione industriale della Francia. Ancora più rilevanti i cali di Slovenia (-2,9%), Bulgaria (-2,3%) e Irlanda (-2,2%).

Nel complesso, per quanto concerne l’area dell’Euro, il calo è stato dell’1,7% (1,1 per cento nella Unione europea a ventisette Paesi).

Chi sale

Vale la pena analizzare la situazione in positivo. Ci sono, infatti, alcuni Paesi membri che hanno fatto registrare degli aumenti.

Quelli maggiori si sono verificati in Portogallo (+5,3%), Olanda (+4,5%), Lussemburgo (+4%) , Estonia e Malta (+3.9%).

L’industria italiana in cattive acque

 Enrico Letta, incontrando Martin Schulz, ha evidenziato il problema emergente per l’Italia e per l’Europa. La priorità, oggi, è risolvere il dramma della disoccupazione giovanile che almeno nel nostro paese ha raggiunto proporzioni considerevoli e preoccupanti: il 38%.

Le risposte di Schulz ai dubbi di Letta

L’Italia deve iniziare con le riforme strutturali, questo è il parere di Olli Rehn che invita il nostro paese e tutte le altre nazioni in difficoltà, a non mettere più al primo posto i conti pubblici, ma le riforme utili a generare la crescita economica.

Il nostro tessuto industriale, intanto, dimostra di essere stato intaccato pesantemente dalla crisi. La produzione, infatti, è diminuita parecchio e a marzo è stato registrato un ribasso dello 0,8 per cento rispetto a febbraio. Su base annua, il calo della produzione industriale si assesta così sul 5,2 per cento.

A fornire questi dati alla politica e alle istituzioni, ci ha pensato l’Istat che a malincuore prende atto del diciannovesimo calo consecutivo e spiega che ad osservare attentamente il dato grezzo ci si rende conto che il calo è ancora più forse e si assesta sul -9,5 per cento.

Insomma, il calo della produzione industriale, registrato alla fine dell’anno scorso, doveva subire un’inversione di tendenza nel primo trimestre dell’anno che invece non è stato altro che il prolungarsi dell’inverno, in tutti i sensi.

Continua il calo della produzione industriale italiana

 L’ Istituto di Statistica (ISTAT) ha intrapreso oggi le rilevazioni per il nuovo semestre del 2013. Guardando tuttavia ai mesi appena trascorsi, ed in particolare al primo trimestre di quest’ anno, l’ Istituto ha potuto rilevare che la produzione industriale italiana ha subito un ulteriore calo, facendo addirittura registrare nel mese di marzo una diminuzione pari allo 0,8% sul mese precedente – febbraio – e pari al 5,2% in relazione all’ anno precedente.

Imprenditoria femminile in calo

L’ Italia ha dunque vissuto in questo ultimo periodo, rileva l’ Istat, il diciannovesimo calo consecutivo nei livelli della propria produzione industriale.

> In crescita il numero dei fallimenti in Italia

Guardando ai dati riportati dall’ Istat c’è da dire, inoltre, che questi ultimi hanno purtroppo superato anche le stime e le previsioni che gli analisti avevano attribuito al primo trimestre del 2013. La flessione reale, però, è stata più accentuata.

E scendendo più nel dettaglio, le diminuzioni più significative si sono potute registrare nella produzione dei beni strumentali, che hanno perso ben l’ 8,0%, seguiti poi da quelli intermedi (-6,5%) e da quelli di consumo, ridottisi del 4,5%.

Solo il comparto dell’ energia, infine, ha fatto segnare una crescita annua del 2,2%, soprattutto nel settore della fornitura, che ha subito un incremento del 6,3%. Abbastanza bene anche la produzione farmaceutica  (+3,4%) e quella di apparecchiature elettriche (+1,8%).

La fiducia delle imprese manifatturiere in calo

 La formazione del nuovo esecutivo italiano ha portato ventate di ottimismo in più settori dell’ economia italiana, con particolare riferimento a quello finanziario, che ha visto negli ultimi giorni un rialzo dei titoli bancari a Piazza Affari.

Borse positive grazie al nuovo esecutivo

Ma il mese di Aprile 2013 non è stato in generale caratterizzato da dati e risultati positivi. Tra questi vi è, ad esempio, il calo della fiducia dell’ industria manifatturiera italiana – seguita poi da quella dei servizi di mercato e delle costruzioni – che proprio nel corso di quest’ ultimo mese è passata dal’ 88,6 del mese di marzo 2013 agli attuali 87,6 punti percentuali.

Sono questi, infatti, i dati diffusi oggi dall’ Istat, che rilevano, tra l’altro, il dato più basso dell’ indice a partire dallo scorso mese di agosto.

> 31 mila aziende chiuse solo nel primo trimestre 2013

Secondo gli esperti l’ attuale flessione nella fiducia potrebbe essere dovuta al generale peggioramento delle attese di produzione che si sono registrate durante quest’ ultimo mese, e dei giudizi sugli ordini.

E’ in calo in Italia, tuttavia, anche l’ indice complessivo sul clima di fiducia delle imprese, che è passato dal 78,5 di marzo al 74,6 del mese di aprile 2013.

Segnali positivi sul panorama della fiducia italiana arrivano invece dal settore del commercio al dettaglio.

Nessun calo della disoccupazione per i prossimi mesi

 Le stime occupazionali italiane mettono d’accordo Confindustria e la Banca d’Italia: le due istituzioni lanciano all’unisono un nuovo allarme per la disoccupazione che continuerà ad aumentare.
► Unità di crisi per risolvere l’emergenza cassa in deroga

Il report sulla congiuntura economica pubblicato oggi dall’associazione degli industriali mette in luce come nel paese stiano ancora calando gli ordinativi alle industrie, ormai ai minimi storici. Un fattore, questo, che pesa molto sulle industrie che vedono di fronte a lor un futuro nero nel quale, molto probabilmente, si dovrà ricorrere alla cassa integrazione o ai licenziamenti.

I dati di Confindustria ci rivelano un’Italia dove i disoccupati sono quasi tre milioni: anche se il numero dei senza lavoro è leggermente sceso a febbraio, questo calo non riesce a compensare il grande balzo (+3,8%) registrato all’inizio dell’anno.

Stessi dati anche per la Banca d’Italia che nel suo bollettino mensile evidenzia come le richieste di cassa integrazione siano aumentate del 12% nei primi 3 mesi dell’anno, con una distribuzione omogenea su tutto il paese. Un dato che conferma il trend negativo già registrato nell’ultimo trimestre del 2012 che, secondo gli esperti di Palazzo Koch, è dovuto alla contrazione del comparto edile, in misura maggiore, e del comparto industriale.

► Allarme della BCE sulla disoccupazione nell’Eurozona

Il piccolo aumento del settore del terziario, infatti, non è riuscito a compensare questa forte diminuzione degli occupati.

 

 

In calo il fatturato industriale italiano

 Non sono solo i consumi degli italiani ad aver avuto una brusca frenata nel mese di gennaio, secondo quanto riportato dall’Istat la stessa sorte tocca anche all’industria, per la quale, nel mese di gennaio 2013, si è registrato un evidente contrazione degli ordinativi e, quindi, del fatturato.

► Consumi ancora in calo: iniziano a soffrire anche i discount

Secondo i dati rilasciati dall’Istat il fatturato industriale italiano è sceso dell’1,3% rispetto a dicembre 2012, distribuito tra mercato interno (-1,7%) e mercato estero (- 0,4%). Raffronta gli ultimi dati mensili con quelli dei mesi precedenti si evince su base trimestrale la flessione del settore industriale italiano è stata complessivamente dell’1,7% rispetto ai tre mesi precedenti.

A trainare verso il basso il dato industriale è stato il calo dalla componente interna dell’energia, con una diminuzione del 17,0% della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, mentre hanno avuto ottime performance il comparto dedito all’alimentare, alle bevande e al tabacco, con un +5,7%.

Il problema maggiore, come spiega anche Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, si riscontra sul mercato interno, mentre le aziende che si orientano all’esportazione oltre i confini nazionali hanno delle maggiori opportunità di crescere:

► La produzione industriale si riprende ma la crisi continua

la crisi continua soprattutto per le imprese che sono orientate al mercato interno. Mentre il fatturato scende, gli ordinativi, quelli esteri in particolare, continuano ad aumentare. La nostra industria deve riuscire a cogliere sempre di più le opportunità dei mercati emergenti perché purtroppo anche l’Europa è in difficoltà.

Segni di rialzo della produzioni industriale italiana

 Dall’Istat arriva finalmente un dato positivo per quanto riguarda la produzione industriale italiana: a gennaio, infatti, è stato registrato un rialzo pari all0 0,8%, un dato che, seppur molto piccolo, non si manifestava dall’agosto del 2011.
► L’Istat mostra il calo dell’industria nel 2012

Un piccolo ma buon risultato, quindi, anche se non si può ancora parlare di un inizio di ripresa della produttività italiana, in quanto questo rialzo è fin troppo mitigato dai dati su base annua: la produzione industriale è in calo del 3,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Se si considera il dato trimestrale nella media del periodo novembre-gennaio l’indicatore della produzione industriale  scende dell’1,9% rispetto al trimestre immediatamente precedente.

A crescere di più, in questo ultimo mese, secondo i dati dell’Istituto di Statistica, sono stati i prodotti di consumo: +4,8% per le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco, +3,7% per la produzione di computer, di prodotti di elettronica, di ottica, di apparecchi elettromedicali, di apparecchi di misurazione e di orologi; +3,5%, infine, per le industrie tessili, di abbigliamento, di pelli e accessori.

► Crisi industria 2012

Scendono, invece, i dati riguardanti la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-14,2%) e la fabbricazione di mezzi di trasporto (-14,0%).

L’Istat mostra il calo dell’industria nel 2012

I dati sul 2012 presentati dall’Istat dimostrano come è stato un anno molto negativo per l’industria italiana. Il fatturato è in diminuzione e gli ordini sono crollati rispetto all’anno precedente. Il calo del fatturato dell’industria è stato del 4,3% su base annua. Gli ordini sono invece diminuiti di un livello ancora più alto al 9,8%. Questi sono i dati che mostrano la crisi economica nel nostro paese.

L’inchiesta su Orsi e le caratteristiche di Finmeccanica

L’Istat ha messo in evidenza come a Dicembre si è registrato un dato migliore con una crescita dello 0,8% del fatturato rispetto al mese precedente, ma nel confronto con lo stesso mese dell’anno precedente c’è comunque un calo del 9,2%. Quindi, se c’è ripresa è comunque debole e l’anno è stato negativo per l’industria.

Per quanto riguarda i settori, a Dicembre è aumentato il fatturato del settore che riguarda la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e apparecchi di misurazione e orologi. Il calo più grande riguarda invece le altre industrie manifatturiere che hanno fatto registrare un calo del 18,7%. Nel settore auto il calo è del 5,8% su base tendenziale e del 16,6% per quanto riguarda gli ordinativi.

Nella parte finale dell’anno scorso gli ordinativi sono calati per quanto riguarda gli esteri con un -2,5% più che gli interni all’1,3%.

L’Istat ha presentato anche i dati sul settore delle costruzioni. La produzione a Dicembre è in aumento rispetto al mese precedente dell’1,6%, ma il confronto con lo stesso mese dell’anno precedente mostra una diminuzione del 18,3%.

Calo produzione industriale

L’Istat ha rilevato che la produzione industriale, stando ai dati novembre, ha fatto registrare un calo del 7,6% su base annua, nonché dell’1% rispetto al mese precedente.

E’ questo il quindicesimo calo consecutivo su base annua. Il nostro conteggio parte quindi dal settembre 2011. A ciò si aggiunga l’accelerazione, sempre a ottobre ( quando era sceso del 6,1%), della discesa tendenziale. Nella media del trimestre settembre-novembre l’indice ha fatto registrare una diminuzione dell’1,7% rispetto al trimestre subito precedente. Per quanto riguarda invece gli undici mesi la discesa da tenere in considerazione si attesta intorno al 6,6%.

DICEMBRE

Considerando, dunque, questi dati certificati dall’Istituto di Statistica, in base alle previsioni del Centro Studi Confindustria a dicembre il calo della produzione industriale si dovrebbe essere bloccato. Gli esperti di viale dell’Astronomia sono fiduciosi, affermando che durante il mese di dicembre c’è stato un incremento della produzione industriale dello 0,4% rispetto a novembre. Tale aumento che porterebbe la media complessiva del 2012 a un calo del 6,2% rispetto a al 2010.

AUTOVEICOLI

Avevamo già parlato di un crollo a picco del mercato delle automobili. A novembre il comparto ha fatto registrare un calo del 14,1%, mentre nel complesso dei primi undici mesi del 2012 la vendita è scesa del 19,6%.

► Da cosa può dipendere la crisi dell’auto

ALTRI SETTORI IN CALO

– beni intermedi (-9,8%);

– energia (-7,7%);

– beni strumentali (-7,2%);

– beni di consumo (-5,6%).