Aumento Iva, dal 1° ottobre 2013 anche i carburanti saranno più cari

 Fate il pieno finché potete, o almeno prima che scatti la mezzanotte del 1° ottobre 2013, giorno in cui scatterà l’aumento automatico dell’aliquota Iva di un punto percentuale, passando così dal 21 al 22 %. L’Iva aumenterà su una larga fetta di generi di largo consumo, tra i quali ovviamente anche i carburanti per i quali ci si aspetta un aumento dei prezzi anche fino a 1,5 centesimi di euro/litro.

Le conseguenze dell’aumento dell’IVA a partire dal primo ottobre

Altro salasso per gli italiani che si troveranno a pagare due volte questo aumento: in Italia la maggior part e della merce viene trasportata su gomma e il maggiore prezzo che dovranno pagare i produttori e i fornitori per i trasporti sarà, naturalmente, riversato sui prezzi al consumo, già lievitati per effetto dell’aumento dell’Iva.

Nello specifico, il prezzo raccomandato della benzina salirà di circa 1,5 centesimi di euro/litro, quello del diesel di 1,4 ed il gpl di 0,7 centesimi. Unica e magra consolazione è che l’aumento del prezzo scatterà solo dopo che i rivenditori avranno terminato le attuali scorte.

Al momento i prezzi medi dei carburanti in Italia sono 1,796 euro al litro per benzina, 1,724  per il diesel e 0,813 gpl, con picchi per la “verde” fino a 1,844 euro/litro, il diesel a 1,751 e il gpl a 0,850.

La crisi siriana incide sul prezzo della benzina

In realtà per una volta gli italiani ci hanno guadagnato: se fosse passata la bozza del decreto legge prima della crisi di governo, il rincaro sui carburanti sarebbe stato maggiore, i quanto erano previsti aumenti delle accise sui carburanti di 2 centesimi al litro per tutto il 2013 e poi di 2,5 fino al 15 febbraio 2015.

30 settembre 2013, il giorno dell’ingorgo fiscale

 30 settembre 2013. Data infausta per tutti coloro che sono alle prese con le scadenze fiscali, in quanto si tratta dell’ ultimo giorno del mese e del terzo trimestre dell’anno, una giornata da dedicare al fisco e alla presentazione dei documenti che certifichino l’avvenuto pagamento di tasse e tributi.

E’ stato calcolato che oggi sono in media 49 le scadenze fiscali alle quali adempiere, ma ci sono alcuni comuni italiani nei quali la cifra è anche più alta.

In pratica, oggi 30 settembre 2013, gli italiani si trovano a dover fare i conti con la dichiarazione Irap annuale, che deve essere presentata solo per via telematica con un apposito modello distinto dall’Unico in via telematica. C’è poi presentazione dell’Unico 2013, anche questa da effettuarsi esclusivamente in via telematica da parte di persone fisiche, società di persone, enti e società di capitali.

Oggi 30 settembre 2013 scadono anche i termini per la dichiarazione dell’Iva e per la dichiarazione Imu, che spetta a quei contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione per gli immobili per i quali c’era l’obbligo nel 2012.

>  Calendario fiscale – Gli appuntamenti di ottobre e dicembre 2013

C’è anche chi oggi si confronterà con il pagamento in una unica rata della Tares sui rifiuti urbani. Tra le città coinvolte c’è anche Milano.

Ultima delle scadenze fiscali più importanti previste per oggi 30 settembre è il versamento dei contributi volontari Inps relativi al secondo trimestre 2013. Inps anche per i datori di lavoro che devono denunciare i pagamenti effettuati nel mese precedente a dipendenti e collaboratori.

Se in tutto questo vi siete accorti di essere in ritardo con il pagamento di uno dei tanti tributi da pagare, oggi è anche l’ultimo giorno utile per avvalersi del ravvedimento operoso.

Aumento Iva e destino del Governo, se passa la fiducia si riapre il dibattito

 Dalla mezzanotte di martedì l’Iva, l’imposta sul valore aggiunto, aumenterà di un punto percentuale, passando dal 21 al 22%. Ad essere colpiti dall’aumento dell’aliquota saranno gioielli, arredamenti, cd, hi-fi ed elettrodomestici, abbigliamento, attrezzature sportive e molti servizi come lei telecomunicazioni, le prestazioni di avvocati, notai e commercialisti.

Le conseguenze dell’aumento dell’IVA a partire dal primo ottobre

 

Se ne è parlato molto in queste ultime settimane, in quanto questo aumento dell’Iva potrebbe non avere gli effetti benefici sule casse dello stato nei quali spera il Governo, anzi, le conseguenze potrebbero essere un’ulteriore contrazione dei consumi e problemi maggiori per le famiglie già fiaccate dalla crisi economica.

Ma all’orizzonte si profila un nuovo scenario: se il premier Letta riuscirà ad incassare la fiducia il prossimo mercoledì il dibattito sull’Iva potrebbe essere riaperto. Non si deve pensare, però, ad un possibile passo indietro, impossibile a pochi giorni dall’entrata in vigore dell’aumento, ma ad una possibile rimodulazione dell’applicazione dell’aliquota in base alla tipologia dei beni e agli scopi per i quali il Governo la modifica.

> La crisi di governo fa scattare l’aumento dell’IVA dal primo ottobre

Infatti, secondo le direttive europee, gli Stati membri possono prevedere delle esenzioni all’aumento dell’aliquota sul valore aggiunto quando queste servano a portare allo scoperto l’economia sommersa o favorire l’occupazione. Diversa però la valenza che un gesto del genere avrebbe a livello politico: per il Governo Letta travolto dalla crisi post condanna di Silvio Berlusconi, sarebbe un ottimo modo per recuperare fiducia e credibilità verso i cittadini.

Le conseguenze dell’aumento dell’IVA a partire dal primo ottobre

 A partire da domani, primo ottobre, come preventivato fin dallo scorso primo luglio, l’aliquota della maggiore tra le imposte indirette, l’IVA, passerà dal 21% al 22%, in seguito alla mancata approvazione del Decreto Legge che avrebbe dovuto impedirne l’aumento.

La crisi di governo fa scattare l’aumento dell’IVA dal primo ottobre

 Nel giro di poche ore, la crisi di governo apertasi all’interno dell’esecutivo ha impresso un nuovo corso anche a provvedimenti che ormai sembravano più che assodati. Come quello della spinosa questione dell’IVA, il cui aumento, previsto per il primo di ottobre, avrebbe dovuto essere bloccato tramite un apposito di Decreto Legge presentato venerdì scorso in sede di Consiglio dei Ministri.

Le conseguenze dell’aumento dell’IVA a gennaio 2014

 Proprio in queste ore il Consiglio dei Ministri dovrebbe varare la soluzione definitiva in merito al temuto aumento dell’aliquota dell’IVA, che a partire dal 1 di ottobre sarebbe dovuta passare dal 21% al 22%. Ma il Decreto ora in fase di approvazione prevederà a quanto pare lo slittamento dell’aumento al 1 gennaio 2014, con la speranza di poter trovare, prima di quella data, le altre coperture necessarie per il suo definitivo blocco.

L’aumento IVA sarà rimandato a gennaio 2014

 Questa volta dovrebbe essere definitivo. Il Governo, infatti, proprio in queste ultime ore è ritornato sulla questione dell’IVA, dal momento che mancano ormai pochissimi giorni alla fine del mese di settembre. L’aumento dell’aliquota, dal 21 al 22%, della principale delle imposte indirette sarebbe dovuto infatti scattare il 1 di ottobre, ma la situazione è diventata sempre più incandescente con l’avvicinarsi della data.

IMU IVA e Service Tax – Il gioco delle tre tasse – II

 In un post pubblicato prima di questo abbiamo visto come in questi giorni si stia facendo sempre più spinosa la questione rappresentata dal reperimento delle coperture per le imposte come l’IMU, che sono state da poco cancellate, o l’IVA di cui si vorrebbe bloccare l’aumento. Il governo, intanto, nel Consiglio dei Ministri che si terrà venerdì, sarà costretto a varare una manovra economica da tre miliardi di euro per risolvere i recenti problemi connessi con lo sforamento del rapporto deficit – PIL. Che situazione devono quindi aspettarsi gli italiani in merito alle grandi tasse dell’ultimo periodo?

IMU IVA e Service Tax – Il gioco delle tre tasse

 Più passano i giorni, più la situazione diventa spinosa e incandescente. All’interno della compagine di Governo, infatti, ancora non si sono trovate soluzioni possibili, sia politiche che economiche, per far quadrare due cose di cui l’Italia ha assolutamente bisogno in questo periodo: la solidità dei propri conti pubblici e la stabilità politica.

Dai sindacati un nuovo appello per ridurre il cuneo fiscale

 L’Italia ha un bisogno disperato di stabilità politica, una stabilità che le consenta di portare a termine quelle riforme e quelle misure economiche di cui il Paese ha tanta necessità. E una tale necessità è recentemente stata sottolineata anche dal Presidente del Consiglio Enrico Letta, che ha individuato nella definizione della futura Legge di Stabilità il punto di svolta, entro il quale l’Italia politica dovrà necessariamente ritrovare la sua coesione.