Le conseguenze dell’aumento dell’IVA a gennaio 2014

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 Proprio in queste ore il Consiglio dei Ministri dovrebbe varare la soluzione definitiva in merito al temuto aumento dell’aliquota dell’IVA, che a partire dal 1 di ottobre sarebbe dovuta passare dal 21% al 22%. Ma il Decreto ora in fase di approvazione prevederà a quanto pare lo slittamento dell’aumento al 1 gennaio 2014, con la speranza di poter trovare, prima di quella data, le altre coperture necessarie per il suo definitivo blocco.

L’aumento IVA sarà rimandato a gennaio 2014

Le conseguenze di questo provvedimento, tuttavia, saltano già agli occhi. Da una parte, infatti, nella compagine sociale c’è soddisfazione perché è stata accolta una richiesta presentata dalle associazioni di categoria, come quella dei commercianti, preoccupati per l’effetto deprimente che un aumento dell’IVA avrebbe potuto avere sui consumi e sul rilancio della domanda interna.

> Nessun aumento dell’IVA fino alla fine del 2013

Dall’altra saranno soddisfatte le attese dei fumatori, per i quali non ci sarà nessuna imposizione di nuove tasse, sulla base di quanto si può leggere al capitolo coperture all’interno della bozza del testo del Decreto. Meno ottimisti e più preoccupati, invece, saranno comunque i consumatori, che subiranno a partire già dal 2013, pesanti rincari sulle accise della benzina, quantificabili in una spesa di almeno 275 euro in più a famiglia nel corso del 2014. Senza contare, poi, gli arrotondamenti a cui di norma sono soggetti i prezzi della benzina al dettaglio.

Le direttive inviate dalla Commissione Europea, in effetti, sarebbero state quelle di tassare i patrimoni e non i consumi. Ma dopo i Decreti IMU e IVA il vento sembra proprio soffiare in direzione contraria.

 

 

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