Abolito il finanziamento pubblico ai partiti, ma ci vorranno tre anni per farlo scomparire

 Nuova bagarre in aula questa mattina a causa delle proteste del Movimento 5 Stelle dopo l’approvazione del decreto che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti, decreto che ha ricevuto 321 sì, 141 no e solo 5 astensioni.

Il motivo della colorita protesta del Movimento è la tempistica di questa abolizione: i partiti continueranno a ricevere il finanziamento pubblico per i prossimi tre anni ma in misura gradualmente ridotta, fino ad arrivare all’abolizione completa nel 2017.

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 Le più importanti novità che riguardano il maxiemendamento alla Legge di Stabilità, sul quale verrà posta la fiducia prevedono più soldi per gli sconti sulla casa e cartelle esattoriali da pagare senza interessi. Per le fasce deboli, è previsto un esperimento di reddito minimo garantito.

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 In Italia proprio in questi giorni si discute molto in merito all’ abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. E il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha annunciato anche la presentazione di un disegno di legge entro la fine di giugno.

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In vista di un generale cambio di impostazione, dunque, gli italiani potrebbero forse allora prendere ispirazione dai loro colleghi tedeschi. I cristiano – democratici tedeschi (CDU), infatti, ovvero i compagni di partito della cancelliera tedesca Angela Merkel, sono da tempo abituati ai metodi dell’ autofinanziamento e non si vergognano di mettere i piedi campagne di comunicazioni alternative per stimolare le donazioni dei loro sostenitori.

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All’ ingresso della loro sede di Berlino, vi è, ad esempio, un grande bancomat arancione, uno sportello elettronico aperto a quanti volessero sostenere la campagna elettorale in corso, che è stato denominato Spendomat.

Attraverso lo Spendomat, quindi, i sostenitori possono effettuare donazioni o attraverso le carte di credito o attraverso i contanti, che però non devono superare i 100 euro al giorno e i 1000 all’ anno. E al termine dell’ operazione tutti i contribuenti possono anche ritirare una ricevuta in cui la Merkel ringrazia di persona per la donazione effettuata.

Verso l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti

 Come già annunciato nella giornata di ieri, in occasione del suo intervento all’ Assemblea di Confindustria, anche oggi il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha ribadito l’ impegno dell’ esecutivo per l’ abolizione al più presto del finanziamento pubblico ai partiti.

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Per il premier si tratta, infatti, dell’ unico modo in cui la politica può ritrovare credibilità agli occhi dell’ opinione pubblica e dei cittadini che si aspettano dal governo scelte di sobrietà: non si tratterà dunque di un intervento rivolto contro i partiti, ma a favore di essi.

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I collaboratori del premier a tal proposito dichiarano che a Palazzo Chigi si è già a lavoro su un disegno di legge – alle cure particolari del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi – che sarà varato entro il mese di giugno, sul quale però non è ancora possibile dare delle anticipazioni.

Nei giorni scorsi, però, il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, davanti alle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, ha illustrato la bozza della riforma, che poggia a quanto pare su quattro punti fondamentali:

  1. Sobrietà e trasparenza
  2. Presentazione della documentazione delle spese sostenute in campagna elettore per ottenere il rimborso
  3. Sostituzione dell’ erogazione diretta del denaro con la fornitura di servizi
  4. Sgravi fiscali per i contributi volontari dei cittadini.