Come spingono la crescita gli Stati Uniti e il Giappone

 Il Giappone e gli Stati Uniti hanno deciso con le loro rispettive banche mondiali, di partire all’assalto dell’economia internazionale e di svalutare yen e dollaro per sostenere l’economia interna. Una scelta che è stata considerata discutibile dai loro partner, tanto che in Europa si è arrivati a parlare di guerra di valute.

La Fed condiziona il mercato Forex

Il fatto è che l’Europa, dal punto di vista monetario, sembra essere rimasta a guardare quello che fanno gli altri. Lo stesso Draghi ha lasciato invariati i tassi ma non ha detto se ci sono altre azioni preventivate da qui alla fine dell’anno.

Secondo il Fondo Monetario, a questo punto, si può parlare di un mondo a tre velocità che lascia però perplessi molti leader. Il primo tra tutti è Barack Obama che non si rassegna a considerare morente l’Europa. Queste “considerazioni”, però non influiscono sull’andamento dei mercati.

In Giappone aumenta il Nikkei e perde lo yen

Per esempio in Europa, le varie “piazze affari” sono sospinte dall’entusiasmo. Lo spread italiano in calo è preso come simbolo di questa euforia. Poi, nel caso particolare dell’Italia c’è la speranza che entro 50 giorni si formi il nuovo governo.

La banca di Tokyo, intanto, spinge per risollevare l’economia locale che da almeno 20 anni sembra intorpidita da una gestione poco lungimirante delle finanze nazionali.

La Fed condiziona il mercato Forex

 La Fed come anche la Bce riesce a condizionare in modo importante il mercato valutario. In questi giorni a finire sull’ottovolante è stato il dollaro dopo una serie di minute pubblicate proprio dalla Fed.

Il dollaro, però, non è riuscito ad andare oltre la soglia dei 100 yen, probabilmente per il fatto che si aspetta un altra mossa della Fed, magari l’annuncio di una riduzione del piano di acquisto di titoli, il famoso quantitative easing, già alla fine del 2013.

L’evoluzione del cambio euro/dollaro

Se il dollaro oscilla, ci sono delle ripercussioni anche sull’euro e infatti nella mattina dopo le minute della Fed lo scambio si è assestato intorno ad 1.3072 nella sessione asiatica degli scambi. L’euro, in pratica ha perso lo 0,001% rispetto al dollaro, anche se ha contestualmente guadagnato terreno rispetto alla sterlina e perso nei confronti dello yen lo 0,05% del suo valore.

A cosa prestare attenzione per investire nel Forex

Le minute della Fed, ad ogni modo, lasciano intendere che entro la metà dell’anno ci sarà una riduzione del QE con il passaggio entro la fine dell’anno ad un piano d’acquisti pari a zero.

Questi documenti, secondo molti analisti, sembrano molto aggressivi. Altri, interrogati sull’argomento, ritengono che tutto dipende dal fatto che la situazione economica americana è in una fase non positiva e si cercano strumenti per nasconderlo agli investitori.

L’evoluzione del cambio euro/dollaro

 L’euro, rispetto alle altre valute, ha conosciuto una fase di forte crescita che ha ulteriormente indebolito il business in entrata e in uscita dal Vecchio Continente. Molto dipende non dalla recessione europea, quanto piuttosto dalle “sfacciate” politiche montarie delle banche centrali giapponese e americana.

Inflazione e stabilità dei prezzi nel discorso di Draghi

All’inizio di questa settimana, nella sessione asiatica di contrattazioni, il valore dell’euro rispetto al dollaro è cresciuto di nuovo con un incremento del valore pari allo 0,21 per cento. Lo scambio è avvenuto intorno alla quota 1.3036.

Sulle oscillazioni, poi, sono intervenuti anche i dati relativi alla Francia dove la bilancia commerciale ha recuperato terreno e infatti si è registata la perdita di qualche pip e il passaggio a 1.3030 punti del cambio euro/dollaro.

Come oscillano i dollari

I market mover di giornata che spiegano cosa muove l’euro non sono stati proprio determinanti anche se, per esempio, riguardo la produzione industriale tedesca, c’è stata una lettura positiva allo 0,5 per cento è che superiore anche allo 0,3% previsto dagli analisti.

Molto più influente è il parere degli investitori che stentano a riconoscere i segnali della ripresa del Vecchio Continente e infatti l’indice Sentix che misura la fiducia degli investitori rispetto all’Eurozona, è in calo. Tutto dipende dal bailout di Cipro e dalla situazione politica tricolore.

A cosa prestare attenzione per investire nel Forex

 Parlare in continuazione della situazione politica italiana che tra l’altro è in una fase di stallo, non aiuta ad entrare nel merito dei corretti investimenti. D’altronde non si può evitare di mettere bocca sulla situazione politica del nostro paese che pesa parecchio sull’andamento dell’euro. Anche se si osservano i report stranieri, infatti, ricorre il nome “Italia” praticamente dappertutto.

La coppia euro/yen nell’ultimo mese

Il fatto che il nostro paese non abbia ancora un esecutivo a distanza di un mese dalle elezioni, non depone a favore della stabilità dell’Italia tanto che quando è stata salvata l’isola di Cipro, molti si sono affrettati a dire che si trattava di un esempio da replicare anche con gli altri paesi in crisi.

La coppia euro-dollaro nel mese di marzo

La chiusura della vicenda prima della pausa pasquale è stata indicativa. I prezzi sono stati riportati intorno ai livelli minimi del 15,250 e si pensa che ci sarà presto una rottura di questa resistenza con l’estensione delle valutazioni in un range compreso tra 14,850 e 15,100. Sono queste le indicazioni pratiche per gli investitori che vogliono mantenere il portafoglio nel territorio del Forex.

2013 consacrato anno del Forex

Gli analisti spiegano anche che ci potrebbe essere un superamento rialzista della resistenza tra 15,500 e 15,600 nel momento in cui si moltiplicheranno i profitti sulle discesce oppure ci sarà qualche colpo di scena da parte dei protagonisti della politica.

La settimana del cambio tra euro e dollaro

 Il cambio tra euro e dollaro, nell’ultima settimana, è stato fortemente stressato da quello che è successo nel Vecchio Continente riguardo al salvataggio di Cipro. Il problema, almeno fino alla settimana scorsa, era relativo alla comprensione di quel che sarebbe successo. Alla questione cipriota si devono adesso aggiungere una serie di market mover che potrebbero mettere seriamente in difficoltà la moneta unica.

Cosa succede se Cipro esce dall’euro

In questa settimana, tanto per dirne qualcuna, saranno pubblicati i dati sulle vendite al dettaglio in Germania, paese di cui saranno presto noti anche i dati sul mercato del lavoro. In generale, poi, Cipro continuerà ad essere l’osservata speciale del Vecchio Continente mentre si diffonderanno i dati PMI che si preannunciano già molto deludenti.

Il dollaro in rimonta e cambiano le visioni dell’America

Gli indicatori che arrivano dalla Germania, quelli più importanti, sono almeno tre: in primo luogo il sentiment dei consumatori tedeschi che nel mese di febbraio sembra in leggera ascesa con il passaggio da 5.8 a 5.9 punti percentuali. In secondo luogo saranno pubblicati i prezzi d’importazione tedeschi che sono in salita dello 0,1 per cento anche se questo risultato sembra al di sotto delle aspettative. Infine, sempre dalla Germania, arriverà l’indice delle vendite al dettaglio, in aumento a febbraio del 3,1 per cento rispetto al mese precedente.

In discesa il cambio tra euro e dollaro americano

 Ormai sono quattro settimane, quindi tutto il mese di febbraio, che il cambio tra euro e dollaro flette verso l’1,30. Tutto sembra dovuto alle elezioni politiche italiane, che hanno generato un clima di instabilità sui mercati, ma gli investitori si chiedono se questa discesa continuerà ancora per molto tempo.

► Si riparte dal mondo valutario

Sicuramente sarà importante tenere in considerazione gli appuntamenti con la Banca Centrale Europea che è chiamata ad esprimersi sulla politica monetaria comunitaria. Molti economisti, infatti, da più parti consigliano all’UE di modificare la prospettiva finora adottata e reagire agli attacchi delle valute straniere, procedendo nella svalutazione dell’euro.

Guerra di valute ed esportazioni

Gli appuntamenti più importanti dell’Eurozona sono tre per questa settimana e da lì si parte per capire se ci potrà essere un’inversione di tendenza. Il primo appuntamento è la pubblicazione dell’indice PMI dei servizi che dovrebbe avere una lettura superiore alle attese, visto il peggioramento della situazione del Vecchio Continente.

Il secondo appuntamento è la pubblicazione del PIL nella versione finale e ci si aspetta in questo caso una contrazione dello 0,6 per cento. In ultimo, ma non meno importante, l’appuntamento con la BCE che oltre a delineare la politica monetaria, sarà cruciale per infondere l’ottimismo nella crescita dell’UE.

Negli USA, il dollaro dovrà invece superare il vaglio delle decisioni della Federal Reserve, della bilancia commerciale e dei dati sull’occupazione di coloro che trovano posto nei settori non agricoli.

Cosa smuove il dollaro?

 Il mercato valutario è uno dei più semplici da aggredire, soprattutto in questo periodo in cui sono diverse le pubblicazioni che lasciano intravedere i trend dell’economia e della finanza nei paesi più importanti a livello internazionale.

I prezzi in Europa e la disoccupazione nel Regno Unito sono determinanti per l’andamento dell’euro e della sterlina, benché i prezzi della produzione e i prezzi al consumo in Germania, oppure in Francia, non subiranno grosse trasformazioni. Molto più incisivi i dati sul mercato del lavoro inglese.

Ma se ci spostiamo dall’altra parte dell’Oceano? Il calendario economico del 19 febbraio ci ha dato già qualche indizio ma adesso è importante capire cosa succederà oggi al dollaro americano. I market mover segnati dagli analisti sono tre e tutti di forte impatto.

Il primo riguarda i permessi di costruzione. In questo mese i premessi per la realizzazione di nuovi edifici, dovrebbe essere in aumento e questo fa prevedere un mini rilancio del settore immobiliare, tale da trainare l’economia americata. Una lettura positiva dell’indice dovrebbe avere un effetto rialzista sul dollaro.

Il secondo market mover di giornata, lato dollaro, è l’indice dei prezzi di produzione che dovrebbe passare dallo 0,2 per cento al -0,2%. Il terzo ed ultimo market mover è la pubblicazione delle Minute del FOMC con le quali si avranno indicazioni sulla fine del programma di quantitative easing ma non possono essere fatte delle previsioni seduta stante.

Il calendario economico del 19 febbraio

 Nella giornata di oggi ci sono numerose pubblicazioni che possono incidere sull’andamento delle principali monete in circolazione, come l’euro, lo yen, il dollaro canadese o quello australiano. Le pubblicazioni cui facciamo riferimento sono le minute delle banche centrali, la definizione dell‘indice ZEW per l’UE e la panoramica sulle vendite al dettaglio in Canada.

 Previsioni BCE per il biennio 2013/2014

Iniziamo dal primo dei market mover in elenco: le minute delle banche centrali. Già nella notte la Bank of Japan e la Reserve Bank of Australia, avrebbero dovuto pubblicare delle minute relative alla politica monetaria scelta dai loro consigli direttivi.

In queste minute oltre alle indicazioni operative, sono riassunti i dati dell’economia di riferimento, le statistiche più importanti del paese e un quadro complessivo sulla situazione finanziaria del paese. Si tratta di documenti tenuti in grande considerazione dagli investitori del Forex per capire le prossime mosse valutarie.

► Germania tra PIL e guerra delle valute

L’indice ZEW, invece, è qualcosa di squisitamente europeo e misura il sentiment degli investitori in relazione all’Eurozona (basso impatto) e in relazione ai singoli paesi. L’indice ZEW di oggi riguarderà la Germania ed avrà un impatto massimo, ma sarà anche pubblicato quello relativo all’Eurozona. Valori superiori alle aspettative, potrebbero determinare un apprezzamento della moneta unica.

Per quanto riguarda le vendite all’ingrosso in Canada, si tratta di un indice che ha delle correlazioni positive con la moneta di riferimento nel paese.

Dollari, euro e sterlina nel mercato valutario di oggi

Il mercato valutario, in questi giorni, è scosso dalle diverse notizie che arrivano dall’Europa – dov’è stato raggiunto l’accordo sul bilancio del periodo 2014-2020 – e dall’America, dove Barack Obama ha fatto il suo discorso di presentazione dello Stato dell’Unione.

► Eur/Usd ed Usd/Jpy dopo il discorso FED

Nella giornata di oggi, quindi, cosa può influenzare le valute? Partiamo proprio dai market mover del dollaro americano e dell’euro. Per quanto riguarda il dollaro americano, oggi saranno pubblicati i dati relativi alla vendite al dettaglio. Sarà data in pasto ai media e agli analisti la versione completa del report, ma non mancherà anche la versione core. La lettura superiore alle aspettative, come al solito, potrebbe avere un effetto rialzista sul dollaro.

► Forex: la coppia EUR/USD vicina al pull back

Per l’euro, invece ci sono in programma due appuntamenti: il primo è la pubblicazione dei prezzi all’ingrosso in Germania che serve a prevedere i possibili cambiamenti dei prezzi dei prodotti destinati ai consumatori, partendo dai prezzi applicati all’ingrosso. Il market mover in questione è comunque considerato di medio impatto. Molto più consistente, dovrebbe essere, l’effetto della pubblicazione dei dati sulla produzione industriala nella zona euro, per il quale ci si aspetta un passaggio dal -0,3% della rilevazione precedente, al +0,3% dell’ultima rilevazione. L’effetto potrebbe essere un apprezzamento della zona euro.