Tassi di interesse fremi per la Banca Centrale Australiana

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 Stamattina la RBA ha deciso, come da ampie aspettative, di mantenere il costo del denaro al 2.50% producendo timide reazioni sui prezzi, con un dollaro australiano lievemente in rafforzamento contro il dollaro americano.

Giovedì, come sappiamo, sarà il turno di BCE e di BoE, con quest’utlima sotto i riflettori ma che molto probabilmente non prenderà nessuna decisione di interventismo, lasciando i tassi fermi ed il QE a 375 miliardi di sterline, spiega Davide Marone di Dailifx, potendo in questo modo produrre dei movimenti di reazione sul pound che attualmente vengono prezzati su lievi ribassi (sarà importante ragionare sulle minute, in pubblicazione 15 giorni dopo, per comprendere come si saranno divisi i voti che stanno alla base di tale decisione). Sul fronte dati macroeconomici puri occorrerà seguire con attenzione il calendario macroeconomico. Non vogliamo annoiarvi con un mero elenco di dati attesi rispetto alle pubblicazioni passate; in linea di massima l’idea di seguire i dati Usa come potenziali market mover sul dollaro in generale mentre quelli relativi ad altre aree economiche come potenzialmente forieri di reazioni isolate sulla major di riferimento quotate contro il dollaro, non ci sembra malvagia.

Wall Street in discesa dopo la decisione della Federal reserve

Sull’euro nulla è cambiato rispetto a ieri. Il mercato sta ancora congestionando sopra 1.3400, area che insieme alle medie a 21 e 100 orarie può fungere da supporto. In caso di tenuta dei supporti è possibile assistere a potenziali tentativi di raggiungimento dei massimi di venerdì (che, alla fine, sono stati segnati dopo i NFP…) con possibili estensioni verso 1.3460 dove eventualmente poter seguire la potenziale formazione di una divergenza ribassista oraria, tenendo conto che un 4 ore suggerisce strategie difensive che potrebbero prevedere degli stop e reverse sotto area 1.3395 a causa del posizionamento dello stocastico ancora impostato verso il basso (anche su un 4 ore attenzione ad una potenziale divergenza ribassista in caso di nuovi massimi relativi dei prezzi).

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