Twitter in borsa, comprare o non comprare?

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 Come abbiamo visto anche in un post pubblicato prima di questo, proprio nella giornata di oggi il popolare sito di microblogging, Twitter, più noto al mondo come il social network dal caratteristico cinguettio, è stato quotato oggi in borsa a Wall Street attraverso un’IPO – initial public offering – da 18 miliardi di dollari. 

Twitter – TWTR: oggi al via la quotazione

Le sue azioni, infatti, contro le aspettative del precedente periodo, hanno ricevuto un valore unitario di 26 dollari, cosa che le rende più “costose” anche rispetto a quelle dei più diretti competitor, come Facebook o Linkedin. La quotazione di Twitter è infatti per il 39 per cento superiore a quella del primo e per il 34 per cento superiore a quella del secondo.

Twitter si appresta a debuttare a Wall Street

Secondo gli analisti, dunque, l’eccezionale rialzo all’ultimo momento della quotazione di Twitter è stato dovuto ad un incremento della domanda. Nonostante tutto, il dilemma sembra rimanere. Comprare o non comprare, nel giorno dell’IPO, le azioni di una azienda sicuramente promettente, come la maggior parte delle realtà del settore, ma che in questo momento si presenta agli occhi degli investitori in perdurante perdita?

I pro dell’acquisto delle azioni di Twitter

A favore dell’eventuale acquisto sta senza dubbio la possibilità che i titoli si rivalutino di molto nel breve periodo – Goldman Sachs prevede una crescita del 32 per cento già nel 2015 – nonché l’ottimo posizionamento di Twitter nel mercato mobile, soprattutto in virtù del futuro trend che potrebbe far slittare su tablet e smartphone il grosso del business della pubblicità online.

I contro dell’acquisto delle azioni di Twitter

A sfavore dell’acquisto, invece, sta l’innegabile fatto che la società ha accumulato 69 milioni di dollari di perdite nel 2012 e altri 79 milioni nei primi sei mesi del 2013, oltre al fatto che, prima di due anni, potrebbero non arrivare utili. Inoltre, è opportuno anche considerare la possibilità che i fondatori potrebbero non distribuire dividendi, ma accontentarsi delle loro quote milionarie.

 

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