Wall Street, investitori ignorano dati cinesi

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 Dopo una sequenza di sedute incerte, gli investitori americani sono ritornati ad investire sull’economia domestica ignorando i deludenti dati arrivati dalla Cina: la produzione industriale tra gennaio e febbraio è stata la più fiacca dall’agosto 2009 e anche le vendite retail non hanno avuto gli aumenti previsti. Il premier Li Keqiang ha inoltre informato che non possono essere esclusi altri default dopo quello di venerdì scorso di Chaori Solar, azienda produttrice di pannelli solari che non ha onorato i propri impegni sui bond emessi. In ogni caso sarà fatto il possibile per garantire che il sistema finanziario non venga intaccato.

Gli investitori guardano Renzi

Buone notizie arrivano dal fronte macro. Sotto la lente di ingrandimento principalmente il dato sui consumi del mese di febbraio, risultati superiori alle attese. Stando a quanto comunicato dal Dipartimento del commercio Usa, nel mese di febbraio le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,3% rispetto a gennaio (quando erano calate dello 0,4%).

Gli investitori puntano gli occhi sulla Fed

Il dato è superiore alle attese degli esperti, che stimavano una crescita dello 0,2%. Positivi anche i sussidi di disoccupazione, le richieste settimanali sono inaspettatamente scese di 9mila unità, nell’ultima settimana terminata l’8 marzo, attestandosi a 315mila unità. I dati sono stati diffusi dal Dipartimento del Lavoro.
Le tesi di alcuni analisti concordano sul fatto che i dati sulle vendite al dettaglio indicano che l’economia comincia a riprendersi dopo un inizio d’anno debole in parte dovuto alle condizioni climatiche particolarmente rigide. Nel contempo, i dati sui sussidi fanno pensare ad un progressivo miglioramento del mercato del lavoro.

 

 

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