Il Pip misura i guadagni

 Le opzioni binarie sono gli strumenti d’investimento privilegiati da molti risparmiatori che vogliono monetizzare in modo facile i risparmi. Qualcuno li ha già messi in guardia dal fatto che il rendimento più alto è fornito dalle opzioni binarie più rischiose.

Moralismi a parte, è vero che chi investe in opzioni deve fare assolutamente attenzione ai trend definiti da particolari azioni o comportamenti del mercato. Per questo è fondamentale restare informati e conoscere approfonditamente il linguaggio economico.

Oggi per esempio, vogliamo introdurre un termine molto usato in finanza, nel settore ForEx: il Pip. Un acronimo che sta per Price Interest Point e simboleggia la più piccola unità d’incremento di prezzo in una valuta.

L’esempio più facile per capire di cosa parliamo e quello fatto con la coppia EUR/USD che  misura appunto il rapporto tra la moneta unica del Vecchio Continente e il dollaro americano. Se questo rapporto è dato a 1,4000 all’inizio della giornata e chiude il periodo di contrattazioni al 1,4005, vuol dire che c’è stato un incremento di 5 Pip.

Che vuol dire in soldi? Non è così facile dirlo visto che il Pip può essere fisso o variabile. In generale, per le valute che sono quotate in dollari, il valore del Pip è fisso ed è di 10 dollari per i lotti standard, oppure di 1 dollaro per i mini-lotti oppure ancora 0,10 dollari per i mini-lotti.

Opzioni binarie: sguardo alla borsa

 I binary trader in questi giorni possono trovare molto remunerativo l’investimento sul mercato borsistico, sollecitato dalla pubblicazione di alcuni indici e dal verificarsi di una serie di eventi. Per esempio, cosa ha mandato in panne la borsa sul finire del mese?

Ci sono almeno tre temi che hanno tenuto sulle spine i listini di mezzo mondo ed hanno inciso in modo particolare sulla borsa di Milano: il fiscal cliff americano, la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione e la crisi finanziaria del Vecchio Continente.

Partiamo dal fiscal cliff, la cui risoluzione, adesso, diventa sempre più urgente per l’amministrazione di Obama che spera di arrivare ad un accordo con il Congresso entro la fine dell’anno. La situazione va comunque sbloccata prima di far ripartire l’economia a stelle e strisce.

Per quanto riguarda la disoccupazione è data in crescita sia in Italia che nell’Eurozona e questi dati hanno sicuramente avuto un impatto maggiore sui listini italiani. Un po’ di respiro è stato dato soltanto dalle parole del ministro tedesco dell’economia che ha spiegato come un default della Grecia possa essere deleterio per la moneta unica in generale, quindi occorre evitarlo.

Non altrettanto buone le parole del direttore del FMI e di Mario Draghi. Christine Lagarde ha bocciato le misure anticrisi della Merkel mentre Draghi ha indicato nel secondo semestre del 2013, il periodo dell’effettiva ripresa europea.

Deutsche Bank offre il miglior variabile

 Ogni mese i portali d’intermediazione come MutuiOnline e MutuiSupermarket, offrono una panoramica dei tassi medi applicati dalle banche sui mutui a tasso fisso e variabile. Ogni giorno, poi, viene effettuata una valutazione del finanziamento più conveniente.

Deutsche Bank, secondo l’ultima ricognizione di MutuiOnline, offre il miglior prodotto a tasso variabile, il cosiddetto Mutuo Pratico, che è in promozione per tutti i clienti del portale.

La banca, che prende la testa della classifica dei mutui più convenienti al posto di Webank, è davvero competitiva visto che il tasso è calcolato sì avendo l’Euribor a 3 mesi 360 di riferimento, ma con l’aggiunta di uno spread basso per la media dei mutui in circolazione, vale a dire che al 2,85 per cento.

Anche il loan to value è interessante perché è all’80 per cento del minore tra valore dell’immobile e valore di perizia per i finanziamenti finalizzati all’acquisto della casa; è del 40 per cento del valore di perizia dell’immobile per le ristrutturazioni fino a coprire il 100 per cento delle spese.

Per la determinazione del TAEG sarà poi necessario aggiungere anche le spese d’istruttoria, 500 euro, le sepse di perizia, vale a dire 390 euro e l’imposta sostitutiva.

L’assicurazione obbligatoria per l’immobile è gratuita ed offerta dalla banca, ma è suggerito l’acquisto anche di una polizza mutuo protetto a garanzia del rimborso del finanziamento.

Le medie mobili nel ForEX

 Nel mercato valutario esistono molti indicatori statistici che riescono a predire con un certo anticipo l’andamento di una coppia di valute, e tanti altri indicatori che invece fanno un quadro di quel che succede offrendo una retrospettiva sul periodo d’analisi indicato.

Ci siamo già soffermati sulla distinzione degli indicatori e abbiamo approfondito l’indicatore stocastico. Adesso parliamo delle medie mobili, di quella semplice e di quella esponenziale che consentono di avere un report sintetico sui prezzi di chiusura o di apertura di una coppia di valute.

La media mobile semplice. Questo indicatore è spesso riportato anche con l’acronimo SMA, che sta per Simple Moving Average, ed è fondamentalmente una media aritmetica. Di conseguenza si calcola sommando tutti i prezzi di chiusura dei periodi in esame e dividendo il risultato per il numero di periodi considerati.

E’ più complesso il calcolo della media mobile esponenziale nota con l’acronimo di EMA, Exponential Moving Average. In pratica questo indicatore tiene in maggiore considerazione i prezzi di chiusura più recenti della coppia di valute. L’obiettivo è quello di predire in anticipo un trend.

Le medie mobili, in genere, per essere accurate, prevedono l’analisi e la comparazione di 100 o anche 200 periodi d’analisi ed indicano se acquistare o vendere determinate valute.

Monti vuole la riduzione delle Tasse

 Mario Monti vuole ridurre le tasse. Lo ha detto intervenendo presso la riunione degli Stati Generali del Centro-Nord a Verona:

“Non c’è dubbio che occorrerà ridurre la pressione fiscale ma ci sono dei limiti e una dinamica temporale attraverso cui questa cosa sarà possibile. La lotta all’evasione va affinata, migliorata vanno evitati eccessi ma è una guerra che deve proseguire e vorrei che la classe politica avesse un senso di urgenza in questo senso così come per la legge elettorale”.

Monti si è soffermato sulle prospettive economiche e sull’occupazione. Argomento caldo, visto che in Italia c’è una grossa zona di disagio che contempla 8 milioni e mezzo di italiani con il futuro incerto:

“Il mio desiderio è che il 2013 possa essere l’anno di uno straordinario investimento in capitale umano, da parte di tutte le forze del paese, soprattutto per sostenere i giovani. Se lo Stato da solo non ce la fa, non vuol dire che non ce la facciano gli italiani insieme. Proprio sul tema dell’occupazione Monti ha tenuto a precisare che le politiche economiche del governo non sono la causa dei fenomeni negativi che vogliamo rimuovere come la recessione e la disoccupazione. Io sono molto sensibile al problema disoccupazione ma non ritengo che il governo potesse fare diversamente da quello che ha fatto”.

 

ForEX: l’indicatore stocastico

 Per indirizzare i propri investimenti ci sono due possibilità interpretative. Ci si può affidare alla capacità predittiva di alcuni indici, considerando che anche questi possono essere fallaci, oppure ci si può affidare agli indicatori che ricostruiscono a posteriori l’accaduto.

Nel secondo caso non si ottiene in tempo reale una “dritta” sul passo da compiere e nel caso del ForEX il real time interpretativo è decisamente importante.

Un indicatore con capacità predittiva è quello stocastico che sostanzialmente si configura come un oscillatore in grado di riassumere tutte le situazioni in cui una valuta è stata eccessivamente venuta o eccessivamente comprata. Gli analisti dicono che l’indicatore stocastico misura la velocità di cambiamento del mercato.

Come? Attraverso una comparazione di dati. Si sceglie un intervallo di tempo, un periodo e poi si confrontano tutti i prezzi di chiusura di una valuta in rapporto all’intervallo di oscillazione della valuta stessa nel periodo di riferimento.

A questo punto partono le interpretazioni: se tutte le chiusure fissano il prezzo in prossimità dei massimi pressi del periodo, è facile che si stia avviando una fase rialzista. Se al contrario la chiusura tende a posizionarsi sui valori minimi del periodo, si è o ci si sta avviando in un periodo di ribassi.

Si può detrarre l’IVA sui terreni “da costruire”

 Se avete acquistato un terreno che aveva inclusi dei fabbricati e poi li avete demoliti per costruire altri edifici che rientravano in un progetto immobiliare, potete ottenere la detrazione IVA sull’acquisto. Il dubbio che partiva da un’interpretazione erronea della direttiva comunitaria numero 12, è stato chiarito dalla Corte Europea.

La normativa. La legge europea che disciplina l’imposta sul valore aggiunto in merito ad una compravendita di terreni e fabbricati (con l’obiettivo di realizzare un progetto immobiliare) è racchiusa negli articoli 167, 168, 182 paragrafo 2 della direttiva 2006/112/CE.

Il fatto. Una società ha comprato un terreno con dei fabbricati annessi ed ha ottenuto il permesso per realizzarvi un complesso residenziale. A quel punto, interpretando la normativa sull’IVA, durante la dichiarazione annuale, ha chiesto il rimborso dell’IVA pagata per l’acquisto del terreno.

L’Amministrazione finanziaria ha giudicato questa operazione come detrazione d’imposta indebita ed ha inviato un avviso di accertamento. La società ha quindi chiesto l’annullamento dell’avviso e, sentendosi rispondere con un rifiuto ha fatto ricorso al giudice nazionale, il quale, sospeso il procedimento, ha rimandato la pratica alla Corte Europea.

Il pronunciamento. Senza entrare nel dettaglio delle valutazioni della Corte, arriviamo alla conclusione. Secondo i giudici europei, per l’acquisto di terreni con fabbricati annessi, da demolire per la costruzione di un complesso residenziale, si ha diritto alla detrazione d’imposta sull’IVA.

8,5 milioni di italiani in difficoltà

Sono più di otto milioni gli italiani in difficoltà. A dirlo è Unimpresa, la quale afferma che

“Ai semplici disoccupati vanno aggiunte infatti, secondo l’associazione, ampie fasce di lavoratori, ma con condizioni precarie o economicamente deboli che estendono la platea degli italiani in crisi. Si tratta di un’enorme area di disagio viene sottolineato: ai 2,87 milioni di persone disoccupate, bisogna sommare anzitutto i contratti di lavoro a tempo determinato, sia quelli part time (687mila persone) sia quelli a orario pieno (1,76 milioni); vanno poi considerati i lavoratori autonomi part time (766mila) e i contratti a tempo indeterminato part time (2,39 milioni)”.

5,6 milioni di persone, dunque, sono occupate ma hanno il futuro in dubbio in termini di impiego stabile e retribuzione continua nel tempo. Una zona di disagio ampia, che il Centro Studi Unimpresa ha individuato per effetto dei dati Istat e che in totale ammonta a 8,47 milioni di italiani:

“Il deterioramento del mercato del lavoro non ha come conseguenza la sola espulsione degli occupati, ma anche la mancata stabilizzazione dei lavoratori precari e il crescere dei contratti atipici. Di qui l’estendersi del bacino dei ‘deboli’.

Il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, ha dichiarato:

“Sono questi i numeri e gli argomenti su cui ragionare per capire quanto sono profonde la crisi e la recessione nel nostro Paese. Serve maggiore attenzione proprio alla famiglia da parte del Governo, soprattutto per chi dopo il voto del 2013 avrà la responsabilità di guidare il Paese. Vorremmo vedere la parola famiglia in cima a tutti i programmi elettorali, ma non solo come slogan per aumentare il consenso”.

 

Studi di settore: segnalare le anomalie

 L’Agenzia delle Entrate controlla sempre le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti per verificare se le informazioni fornite corrispondono alla realtà. Il Fisco ha in tasca una serie di strumenti per rilevare gli indicatori relativi a tutti i tipi di contribuenti.

Gli studi di settore sono lo strumento cardine per controllare liberi professionisti, lavoratori autonomi e imprese e sono attivi dall’agosto del 1993. Se dagli studi di settore emerge un’anomalia, l’Erario ha la possibilità di chiederne conto ai contribuenti, attraverso le cosiddette cartelle.

Oggi anche i contribuenti hanno la possibilità di dialogare con l’Amministrazione finanziaria attraverso un programma informatico che si chiama “Segnalazioni 2012“. Il software in questione è rivolto a tutti i contribuenti che direttamente o tramite gli intermediari abilitati, intendono motivare e giustificare alcune situazioni.

Se per esempio l’Agenzia delle Entrate rileva un’incongruità in una dichiarazione, relativa ad uno studio di settore per il periodo d’imposta 2011, i contribuenti si collegano a Segnalazioni 2012, e possono predisporre una comunicazione, inviarla telematicamente e spiegare le cause di inapplicabilità o di esclusione dagli studi di settore per il periodo indicato dall’Erario.

La trasmissione delle segnalazioni è stata attivata il 27 novembre 2012 e sarà valida fino al 28 febbraio 2013. Tutte le informazioni si possono trovare sul sito dell’Agenzia delle Entrate. 

La Spagna non raggiungerà gli obiettivi

 La Spagna non ce la fa. Nonostante la Commissione Europa abbia approvato il piano di ristrutturazione delle banche iberiche e l’Ocse abbia confermato la buona riuscita di questa prima serie di misure anticrisi, il paese ancora non vede ancora gli effetti delle drastiche misure varate e non sarà in grado di raggiungere gli obiettivi previsti.

Questo è quanto emerge dalle stime fatte dagli economisti di Mariano Rajoy, citate oggi dalla radio Cadena Ser, l’obiettivo del deficit fissato per il 2012 al 6,3% del Pil non sarà raggiunto e, molto probabilmente, la Spagna non centrerà nemmeno l’obiettivo del 4,5% di deficit previsto per il 2013, che si potrebbe assestare al 6% del Pil.

A confermare questo trend è stato qualche giorno fa anche lo stesso capo del governo, il conservatore Mariano Rajoy, che annunciava un’intervista al quotidiano La Razon, già con un certo anticipo, che, a causa delle difficoltà del paese, da qualche anno vittima di una profonda recessione, e della congiuntura economica mondiale negativa, il raggiungimento della meta prevista sarebbe stato molto più difficile del previsto:

Il nostro obiettivo è fare bene le cose e vedremo cosa accade a fine anno.