Bce, Draghi spinge sulla riduzione della pressione fiscale

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 «La politica fiscale può supportare la crescita assicurando una migliore composizione del consolidamento, meno focalizzata sull’aumento delle tasse e più sulle priorità di spesa». In questo modo si è espresso Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, intervenendo a Parigi. Draghi ha poi ritenuto necessario aggiungere che «non ha senso allentare il consolidamento ora che il lavoro più duro è stato fatto».  Unione bancaria o politiche di bilancio e riforme strutturali subordinate all’esame dei Paesi partner non indica «una perdita di sovranità», ha sottolineato Draghi, chiarendo che dopo le crisi degli anni ’70 e ’80 «nessuno può concludere che il ritorno a una mera giustapposizione di politiche nazionali possa migliorare la situazione in ognuno dei nostri Paesi. Ma «i risultati positivi» sono stati raggiunti «attuando politiche coerenti fra i vari Stati». Secondo Draghi «va innalzato il potenziale di crescita».

Bce, i suoi potenziali interventi per migliorare la situazione economica

E proprio in vista degli stress test ha pensato bene di dare una scossa alle banche: «Le banche non devono aspettare la fine dell’esame Bce per ripulire i propri bilanci ma dovrebbero prendere misure correttive prima che venga completato l’intero processo. Un sistema bancario sano è necessario per arrivare ad una ripresa sostenibile».

La Bce pensa a tassi ancora bassi
Draghi, nel giorno dell’apertura dell’acquisto di bond da parte del falco Jens Weidmann, ha ribadito che la politica espansiva della Bce dovrebbe supportare «una ripresa graduale nei prossimi anni» e «nel caso di uno scenario di rischio al ribasso», e infatti la Bce «è pronto a varare ulteriori misure e fare tutto il necessario per mantenere la stabilità dei prezzi».

 

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