Che cos’è un conto deposito e come aprirlo

Il conto deposito è uno strumento di investimento che permette di ottenere una rendita elevata a zero rischi, è la soluzione ideale per mettere al sicuro i propri risparmi e avere un rendimento nel tempo. Si appoggia ad un conto corrente tradizionale.

Esistono due tipologie di conto: il conto deposito vincolato e il conto deposito non vincolato. Scopri il rendimento del conto deposito vincolato.

La differenza fra il conto deposito vincolato e libero


Conto deposito vincolato

Il conto deposito vincolato è una tipologia di conto che non prevede lo svincolo anticipato delle somme depositate. Il risparmiatore deve necessariamente aspettare la scadenza pattuita nel momento di contrattazione.

I tassi di interesse di un conto deposito vincolato sono più vantaggiosi rispetto ad un conto libero. I tassi di interesse e di rendimento variano in base al periodo di vincolo scelto in precedenza. Ogni utente sceglie di liquidare gli interessi al momento della scadenza o al momento di attivazione del vincolo.

Conto deposito libero

Il conto deposito libero o non vincolato, come dice la parola stessa, non prevede nessun vincolo nei confronti delle somme in giacenza. Si tratta di un conto deposito dal quale il risparmiatore può prelevare in qualsiasi momento le somme depositate, senza andare incontro ad una penale.

Un risparmiatore con un conto deposito libero può operare versamenti, prelievi, addebiti e accrediti.

Rispetto al conto deposito vincolato, il libero offre dei tassi di interesse più bassi.

Come aprire un conto deposito

Tutti i titolari di un conto corrente tradizionale possono aprire un conto deposito e trasferire il denaro dal conto corrente di appoggio al conto deposito. Il denaro può essere trasferito e ritirato attraverso un bonifico sul conto di appoggio. Il conto deposito può essere aperto anche online.

I documenti necessari per aprire un conto deposito sono:

  • Documento di identità valido;
  • Codice fiscale;
  • Iban del conto corrente.

Ora che hai tutte le informazioni necessarie non ti resta che aprire il tuo conto deposito.

Rinegoziazione cessione del quinto: quando richiederla? Quali i requisiti e le caratteristiche?

Hai in corso una cessione del quinto dello stipendio o della pensione, ma sei in un momento di necessità e vuoi rivedere le condizioni del contratto? Forse hai bisogno di maggiore liquidità e -non vuoi-o non puoi richiedere una seconda cessione del quinto o un nuovo prestito personale?
Se ti trovi in questa situazione e hai bisogno di ottenere una cifra specifica senza però aprire un secondo prestito, allora puoi pensare alla rinegoziazione cessione del quinto.


La rinegoziazione cessione del quinto permette ai consumatori che hanno questa tipologia di finanziamento in corso, di ottenere nuova liquidità, andando ad allungare il periodo di restituzione del prestito. Ma come funziona esattamente la rinegoziazione del quinto della pensione o dello stipendio? E quali sono i requisiti richiesti?

Preme specificare che questa è una guida su come rinegoziare la cessione del quinto e non sulle metodologie per ottenerla, che invece puoi trovare su:

https://prestitimag.it/articoli-cessione-quinto/

insieme ad altre guide specifiche su questa tipologia di prestiti.
Partiamo con la lettura!

Rinegoziazione cessione del quinto: quando richiederla?

La cessione del quinto dello stipendio o della pensione può essere rinegoziata, come previsto dalla legge 141/10, a patto però che sia passato il tempo utile per il pagamento di almeno 2/5 del prestito.
Per esattezza dunque, è possibile richiedere la rinegoziazione solo dopo aver pagato almeno il 40% del prestito iniziale. Quindi se inizialmente avevi richiesto una cessione dalla durata pari a 120 mesi, prima di poterla rinegoziare dovrai aver pagato le rate per almeno 4 anni.
Trascorsi i 4 anni utili, potrai procedere alla rinegoziazione della cessione del quinto dello stipendio o della pensione se si è in possesso dei requisiti necessari. Ma quali sono i requisiti richiesti per rinegoziare il prestito? Vediamolo insieme.

Cessione del quinto rinegoziazione: requisiti

Il primo requisito per richiedere la rinegoziazione, come abbiamo visto, è la necessità di aver corrisposto alla banca o finanziaria almeno i 2/5 del prestito complessivo. Ma ci sono anche altri obblighi da rispettare per accedere nuovamente a questo finanziamento e rinegoziarlo per avere maggiore liquidità.
Tra i principali requisiti per il rinnovo cessione del quinto troviamo:

  1. Situazione lavorativa: se si è chiesta la cessione con un contratto a tempo determinato (e questo è quasi in scadenza a pari passo del primo prestito) non si potrà richiedere una nuova erogazione di denaro. Lo stesso vale per chi ha chiesto il prestito con lo stipendio e sta per andare in pensione. In questo caso si deve attendere la pensione e poi richiedere il rinnovo del quinto.
  2. Stato di salute: alcune banche o finanziarie, specie se il richiedente è anziano, potrebbero richiedere un certificato medico per accertarsi della buona salute, ed evitare di rinnovare un prestito a una persona che non gode più di una salute che permetta alla banca di rientrare del prestito, senza coinvolgere l’assicurazione.
  3. Età: per chi ha richiesto la cessione del quinto della pensione, di solito c’è un limite di età pari a circa 80 anni (solo alcune banche permettono la cessione oltre quest’età), superata questa non è possibile richiedere la rinegoziazione.
  4. Nuovi prestiti in corso: la banca alla luce di altri prestiti in corso, attivati dopo la prima cessione del quinto, potrebbe non permettere la rinegoziazione, per non rischiare che il cliente si sovra-indebiti.
  5. Presenza di un’istanza di pignoramento: in caso di un’istanza per il pignoramento del conto corrente, dei beni, o del TFR, sovvenuta dopo la prima cessione del quinto, la banca potrebbe non permettere la rinegoziazione del prestito, per paura di non rientrare della nuova liquidità concessa.

Rinegoziazione cessione del quinto stipendio e pensione: come funziona

La rinegoziazione del quinto della pensione o dello stipendio funziona allo stesso modo. Quindi dopo che ti sei accertato di avere i requisiti e dopo il pagamento del giusto numero di rate, potrai iniziare la fase di richiesta della rinegoziazione.
La rinegoziazione prevede che la banca richieda una nuova cessione che permetta di coprire il debito residuo e che al contempo ti dia la possibilità di ottenere nuova liquidità.
Quindi se hai un debito residuo di 13 mila euro e hai bisogno di altri 10 mila euro, la banca richiederà una cessione del quinto per un totale di 23 mila euro.
In questo modo sarà possibile pagare sia il debito residuo e ottenere maggiore liquidità, cambiando però le condizioni di durata del contratto, e in alcuni casi anche l’importo della rata.
Infatti, in fase d’istruttoria per la rinegoziazione, la banca effettua di nuovo il calcolo della cessione del quinto. In quanto, negli anni lo stipendio potrebbe essere aumentato (ad esempio per gli scatti d’anzianità).
Oppure se non si prende più lo stipendio, ma nel frattempo si è andati in pensione, allora dovrà fare il nuovo calcolo del quinto sul cedolino pensionistico.
Rifatto il calcolo della rata, la banca procede a comunicare al cliente il nuovo importo, i tassi d’interesse applicati e infine la nuova durata della cessione del quinto.
La durata infatti si allunga, e gli anni che si aggiungono alla precedente cessione, dipendono-naturalmente-dalla somma richiesta durante la rinegoziazione.

Come richiedere la rinegoziazione del quinto

Quando scegli di richiedere alla banca o ad una finanziaria la rinegoziazione cessione del quinto online oppure direttamente in sede, hai bisogno di avere a portata di mano alcuni specifici documenti.
I documenti richiesti sono:

  • Dichiarazione dei redditi
  • Ultime due busta paga o cedolini della pensione
  • Certificato di quota cedibile dello stipendio o pensione aggiornato
  • Documenti d’identità e codice fiscale

Con questi documenti, la banca o finanziaria potrà avviare la procedura di rinegoziazione che prevede:

  • Il controllo dei requisiti del richiedente
  • Se sussistono i requisiti, si procede alla preparazione dell’istruttoria
  • Avvio dell’iter per la richiesta della rinegoziazione
  • Attesa della delibera (ossia il vero e proprio lasciapassare per ottenere il rinnovo della cessione del quinto)
  • In caso di delibera positiva, la banca procede al conteggio estintivo (atto che chiude il vecchio prestito)
  • Firma del nuovo contratto di cessione del quinto dello stipendio o pensione
  • Erogazione della somma che fornisce nuova liquidità

Per completare tutto questo iter le banche o finanziarie possono richiedere tempi che vanno da un minimo di 30 giorni sino a più di 90, in base alla loro velocità di trattare le varie pratiche burocratiche.
In questa guida abbiamo visto nel dettaglio cos’è e come funziona la rinegoziazione del quinto dello stipendio. Se hai bisogno di altre informazioni, oppure qualcosa non ti è chiaro puoi contattarci o lasciarci un commento.
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Hai in corso una cessione del quinto dello stipendio o della pensione, ma sei in un momento di necessità e vuoi rivedere le condizioni del contratto? Forse hai bisogno di maggiore liquidità e -non vuoi-o non puoi richiedere una seconda cessione del quinto o un nuovo prestito personale?
Se ti trovi in questa situazione e hai bisogno di ottenere una cifra specifica senza però aprire un secondo prestito, allora puoi pensare alla rinegoziazione cessione del quinto.
La rinegoziazione cessione del quinto permette ai consumatori che hanno questa tipologia di finanziamento in corso, di ottenere nuova liquidità, andando ad allungare il periodo di restituzione del prestito. Ma come funziona esattamente la rinegoziazione del quinto della pensione o dello stipendio? E quali sono i requisiti richiesti?
Preme specificare che questa è una guida su come rinegoziare la cessione del quinto e non sulle metodologie per ottenerla, che invece puoi trovare su https://prestitimag.it/articoli-cessione-quinto/; insieme ad altre guide specifiche su questa tipologia di prestiti.

Partiamo con la lettura!
Rinegoziazione cessione del quinto: quando richiederla?
La cessione del quinto dello stipendio o della pensione può essere rinegoziata, come previsto dalla legge 141/10, a patto però che sia passato il tempo utile per il pagamento di almeno 2/5 del prestito.
Per esattezza dunque, è possibile richiedere la rinegoziazione solo dopo aver pagato almeno il 40% del prestito iniziale. Quindi se inizialmente avevi richiesto una cessione dalla durata pari a 120 mesi, prima di poterla rinegoziare dovrai aver pagato le rate per almeno 4 anni.
Trascorsi i 4 anni utili, potrai procedere alla rinegoziazione della cessione del quinto dello stipendio o della pensione se si è in possesso dei requisiti necessari. Ma quali sono i requisiti richiesti per rinegoziare il prestito? Vediamolo insieme.
Cessione del quinto rinegoziazione: requisiti
Il primo requisito per richiedere la rinegoziazione, come abbiamo visto, è la necessità di aver corrisposto alla banca o finanziaria almeno i 2/5 del prestito complessivo. Ma ci sono anche altri obblighi da rispettare per accedere nuovamente a questo finanziamento e rinegoziarlo per avere maggiore liquidità.
Tra i principali requisiti per il rinnovo cessione del quinto troviamo:
1. Situazione lavorativa: se si è chiesta la cessione con un contratto a tempo determinato (e questo è quasi in scadenza a pari passo del primo prestito) non si potrà richiedere una nuova erogazione di denaro. Lo stesso vale per chi ha chiesto il prestito con lo stipendio e sta per andare in pensione. In questo caso si deve attendere la pensione e poi richiedere il rinnovo del quinto.
2. Stato di salute: alcune banche o finanziarie, specie se il richiedente è anziano, potrebbero richiedere un certificato medico per accertarsi della buona salute, ed evitare di rinnovare un prestito a una persona che non gode più di una salute che permetta alla banca di rientrare del prestito, senza coinvolgere l’assicurazione.
3. Età: per chi ha richiesto la cessione del quinto della pensione, di solito c’è un limite di età pari a circa 80 anni (solo alcune banche permettono la cessione oltre quest’età), superata questa non è possibile richiedere la rinegoziazione.
4. Nuovi prestiti in corso: la banca alla luce di altri prestiti in corso, attivati dopo la prima cessione del quinto, potrebbe non permettere la rinegoziazione, per non rischiare che il cliente si sovra-indebiti.
5. Presenza di un’istanza di pignoramento: in caso di un’istanza per il pignoramento del conto corrente, dei beni, o del TFR, sovvenuta dopo la prima cessione del quinto, la banca potrebbe non permettere la rinegoziazione del prestito, per paura di non rientrare della nuova liquidità concessa.
Rinegoziazione cessione del quinto stipendio e pensione: come funziona
La rinegoziazione del quinto della pensione o dello stipendio funziona allo stesso modo. Quindi dopo che ti sei accertato di avere i requisiti e dopo il pagamento del giusto numero di rate, potrai iniziare la fase di richiesta della rinegoziazione.
La rinegoziazione prevede che la banca richieda una nuova cessione che permetta di coprire il debito residuo e che al contempo ti dia la possibilità di ottenere nuova liquidità.
Quindi se hai un debito residuo di 13 mila euro e hai bisogno di altri 10 mila euro, la banca richiederà una cessione del quinto per un totale di 23 mila euro.
In questo modo sarà possibile pagare sia il debito residuo e ottenere maggiore liquidità, cambiando però le condizioni di durata del contratto, e in alcuni casi anche l’importo della rata.
Infatti, in fase d’istruttoria per la rinegoziazione, la banca effettua di nuovo il calcolo della cessione del quinto. In quanto, negli anni lo stipendio potrebbe essere aumentato (ad esempio per gli scatti d’anzianità).
Oppure se non si prende più lo stipendio, ma nel frattempo si è andati in pensione, allora dovrà fare il nuovo calcolo del quinto sul cedolino pensionistico.
Rifatto il calcolo della rata, la banca procede a comunicare al cliente il nuovo importo, i tassi d’interesse applicati e infine la nuova durata della cessione del quinto.
La durata infatti si allunga, e gli anni che si aggiungono alla precedente cessione, dipendono-naturalmente-dalla somma richiesta durante la rinegoziazione.
Come richiedere la rinegoziazione del quinto
Quando scegli di richiedere alla banca o ad una finanziaria la rinegoziazione cessione del quinto online oppure direttamente in sede, hai bisogno di avere a portata di mano alcuni specifici documenti.
I documenti richiesti sono:
• Dichiarazione dei redditi
• Ultime due busta paga o cedolini della pensione
• Certificato di quota cedibile dello stipendio o pensione aggiornato
• Documenti d’identità e codice fiscale
Con questi documenti, la banca o finanziaria potrà avviare la procedura di rinegoziazione che prevede:
• Il controllo dei requisiti del richiedente
• Se sussistono i requisiti, si procede alla preparazione dell’istruttoria
• Avvio dell’iter per la richiesta della rinegoziazione
• Attesa della delibera (ossia il vero e proprio lasciapassare per ottenere il rinnovo della cessione del quinto)
• In caso di delibera positiva, la banca procede al conteggio estintivo (atto che chiude il vecchio prestito)
• Firma del nuovo contratto di cessione del quinto dello stipendio o pensione
• Erogazione della somma che fornisce nuova liquidità
Per completare tutto questo iter le banche o finanziarie possono richiedere tempi che vanno da un minimo di 30 giorni sino a più di 90, in base alla loro velocità di trattare le varie pratiche burocratiche.
In questa guida abbiamo visto nel dettaglio cos’è e come funziona la rinegoziazione del quinto dello stipendio. Se hai bisogno di altre informazioni, oppure qualcosa non ti è chiaro puoi contattarci o lasciarci un commento.

Perché stipulare una polizza sanitaria

Le assicurazioni sanitarie sono nate per coprire tutte le spese relative alla salute di chi le stipula. Vanno quindi a coprire la malattia, che è definita come l’alterazione dello stato di salute non derivante da un infortunio.

La malattia ha, per forza di cose, delle caratteristiche diverse dall’infortunio, ed è considerata come una alterazione della salute provocata da cause interne all’organismo. Vediamo allora cosa è l’assicurazione sanitaria, cosa copre e come funziona.

Cosa è l’assicurazione sanitaria

Le polizze sanitarie sono un tipo di assicurazione non obbligatoria che permette di far ricorso ad una prestazione medica privata senza spendere cifre esorbitanti. Questo tipo di polizza è ampiamente diffusa nei paesi dove non esiste un sistema di assistenza sanitaria statale come ad esempio negli Stati uniti, ma negli ultimi anni sta prendendo piede anche in Italia a causa dei purtroppo numerosi disservizi del Sistema Sanitario Nazionale italiano che si traducono in cure mediche non sempre adeguate e lunghe code d’attesa.

Proprio per questo sono in aumento i soggetti che decidono di affidarsi a cure mediche private, che però hanno dei costi esosi. Ed è qui che l’assicurazione sanitaria si rivela utile.

Cosa copre l’assicurazione sanitaria

Vi sono diversi tipi di assicurazione sanitaria, ed ognuna ha diverse coperture che possono adattarsi ad ogni tipo di esigenza, con eventuali estensioni a familiari e dipendenti.

Le garanzie e coperture più diffuse sono:

  • Indennitarie, servono a garantire all’assicurato una certa somma per ogni giorno di ricovero e, all’occorrenza, anche per la convalescenza una volta uscito dall’ospedale. È inoltre previsto un indennizzo per le ingessature causate dalla frattura di ossa e per eventuali mancati guadagni che derivano dal non aver potuto lavorare in quanto convalescente o ricoverato.
  • A rimborso, pensate per risarcire il beneficiario, in toto o in parte (a seconda di quanto stabilito nel contratto), le spese mediche che sono state sostenute per malattia o per incidente. Queste spese possono essere anticipate dall’assicurato, che verrà in seguito rimborsato, oppure possono essere direttamente addebitate alla compagnia assicurativa.
  • Invalidità permanente, è una garanzia che assegna un indennizzo economico relativo al grado di invalidità che deve superare almeno il 26%.

Quindi, le assicurazioni sanitarie danno copertura per spese di degenza, ricovero, fisioterapia, cure, riabilitazione, acquisto di medicinali durante la fase di ricovero e accertamenti diagnostici per malattia o infortunio.

Le assicurazioni sanitarie invece non coprono interventi estetici, aborti volontari che non siano a fini terapeutici, cure dal dietologo, correzione di difetti fisici, malattie come l’Aids, patologie psichiche o infortuni derivanti dall’abuso di alcolici o sostanze psicotrope.

Qualche compagnia assicurativa copre anche le cure dentarie, ma esiste una polizza dedicata a queste cure.

Chi dovrebbe sottoscrivere un’assicurazione sanitaria

Nel nostro paese le spese mediche sono garantite dalla legge, ma noi tutti sappiamo quanto sia difficile accedervi, specialmente per quanto riguarda i denti, la fisioterapia, l’oculistica e via dicendo. Senza dimenticare che, anche con le prestazioni garantite dallo Stato, che comunque vanno pagate, i tempi di attesa sono biblici.

Ecco quindi che l’assicurazione sanitaria interviene per fornire cure private, veloci ed eseguite da professionisti ottenendo un rimborso totale o parziale dei costi.

Geneve Invest: la FED alza i tassi per aiutare l’economia USA

Abbiamo chiesto a Geneve Invest, società di gestione patrimoniale con sede in Svizzera e Lussemburgo, di commentare l’azione della Banca Federale Americana, che per la prima volta dalla grande crisi finanziaria del 2008, ha abbassato i tassi di interesse. Una decisione presa in un contesto di rallentamento globale e di incertezza generata dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, considerate, ha spiegato Jerome Powell, a capo della Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti, “le implicazioni degli eventi globali per le prospettive economiche e le deboli pressioni inflazionistiche”.

Il presidente Donald Trump ha dichiarato su Twitter di essere rimasto deluso dall’annuncio e di aver sperato in un impegno politico a lungo termine della Fed.

L’agenzia, d’altronde, opera in maniera indipendente dalla Casa Bianca, e ha aumentato i tassi quattro volte nel 2018, subendo numerosi attacchi dal presidente Trump.

“Trump stava esercitando ormai da settimane una forte pressione pubblica sui membri della Fed per dare una spinta maggiore all’economia, riducendo il costo del denaro e incoraggiando i consumi – spiegano gli esperti finanziari di Geneve Invest – quando la Fed abbassa i tassi di riferimento, diminuiscono infatti anche gli interessi sui prestiti, e in questo modo le aziende hanno più motivi per investire e i consumatori una spinta a spendere. In questo caso specifico, la sensazione è che Powell abbia voluto dare una mano a un’economia che, nonostante i segnali incoraggianti, sta crescendo al di sotto delle previsioni, soprattutto per quanto riguarda i salari, che restano molto bassi, e l’inflazione, stabile sotto quota 2%, l’obiettivo dichiarato della FED. Inoltre – continuano nella disamina da Geneve Invest – nonostante Powell abbia sempre mostrato grande indipendenza – potrebbero avere avuto un peso i continui attacchi del presidente Trump, che anche dopo il taglio ha continuato a reclamare il taglio di almeno un ulteriore punto percentuale, accusando il governatore in carica della FED di “orribile mancanza di prospettiva finanziaria”.

I tassi di interesse statunitensi influenzano chiaramente l’intero sistema finanziario internazionale.

Poiché il taglio della Fed riduce il costo del denaro, consente al resto del mondo di accedere a un dollaro più economico. “Se il biglietto verde perde terreno rispetto ad altre valute – ragiona Omar Liverani, relationship manager di Geneve Invest per il desk Italiano – influenza il mercato dei cambi di tutte le economie che dal dollaro dipendono direttamente. Pertanto, soprattutto le economie in via di sviluppo, possono ottenere finanziamenti in dollari a tassi di interesse più bassi e in generale  diversi investitori possono essere stimolati a cercare rendimenti migliori sui mercati emergenti, ad esempio nei contesti politicamente più stabili dell’America Latina, come Brasile, Messico, Cile e Colombia”.

Senza dubbio un ulteriore taglio dei tassi, dopo quello dello scorso luglio, potrebbe fungere da stimolo in un contesto di rallentamento dell’economia globale: l’economia tedesca si è contratta nel secondo trimestre, così come i dati sulla produzione industriale cinese sembrano suggerire un importante rallentamento. “L’imprevedibilità della guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina, unita alla bassa inflazione e al rallentamento dell’economia globale – concludono da Geneve Invest – rendono in verità la posizione della Fed particolarmente cauta. E’ possibile che la Banca Federale Americana diventi ancora più aggressiva, qualora lo scenario lo permetta, andando verso un taglio dei tassi ancora più netto, così come non è escluso si vada avanti, contemporaneamente, con il meccanismo di quantitative easing”.

No alle banche i giovani oggi vogliono le carte di credito

I Millenials, ossia i ragazzi nati a partire dal 1 gennaio 2000, sono i principali fruitori delle moderne forme di pagamento, che stanno sostituendo quelle collegate alle banche intese come luoghi fisici. Il mobile banking, dunque, sta rimpiazzando le lunghe code in fila allo sportello, i bonifici online quelli cartacei; le carte di debito e credito sono ormai gli strumenti di pagamento più utilizzati dai ragazzi, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Una ricerca condotta negli Stati Uniti ha scoperto che 7 ragazzi su 10 preferiscono pagare con la carta di credito: acquistano principalmente viaggi, indumenti e prodotti tecnologici. In questo articolo, scritto in collaborazione con il portale e-risparmio.it, si scoprirà perché i giovani hanno detto di no alle banche e preferiscono invece le carte di credito e le carte conto.

Le banche si stanno adeguando alle nuove tecnologie, consapevoli che sono proprio i giovani i maggiori fruitori dei nuovi servizi di internet banking, delle carte contactless e dei bonifici online. Le operazioni di acquisto sono sempre più veloci, sicure; tutto avviene tutto in tempo reale. Oggi è impensabile che un giovane si metta in fila in banca per effettuare un bonifico oppure che vada a ritirare contante allo sportello.

È diventato anche meno frequente prelevare dagli ATM, perché il futuro della moneta non è fisico. In un futuro prossimo le banconote potrebbero sparire definitivamente ed essere sostituite da moneta virtuale, che si sposta in via telematica. Le carte di credito, per esempio, permettono di acquistare vestiti, pagare il conto in pizzeria, noleggiare un’auto in vacanza.

Cos’è tecnicamente una carta di credito

Si tratta di una tessera provvista di microchip e banda magnetica, grazie alla quale è possibile effettuare transazioni, ossia pagamenti, telematicamente. Sulla parte anteriore della carta sono indicate le generalità del titolare, il numero identificativo della tessera e la data di scadenza; nella parte posteriore ci sono informazioni fondamentali: il CVV2, acronimo di Card Verification Value, oppure il CVC2, che sta per Card Validation Code; sono i codici di controllo che servono a garantire la sicurezza dell’operazione, quando si usa la carta di credito online. È la banca presso cui si ha il conto corrente che rilascia la carta di credito, che il più delle volte è collegata a circuiti internazionali come American Express, Mastercard e Visa.

Perché i giovani preferiscono la carta di credito

La rivoluzione che sta cambiando le nostre abitudini è strettamente collegata con la generazione Z, quella nata tra il 1995 e il 2010; i ragazzi nati in questi anni sono stati definiti come la “iGen”, la generazione che ha una percezione del denaro diversa da quella dei loro genitori. Hanno una relazione con il denaro differente da quella tradizionale, con lati positivi e negativi.

Ma perché la generazione Z preferisce le carte di credito alle banche?

Innanzitutto è necessario dire che quasi tutti i giovani maggiorenni, se hanno un conto in banca, utilizzano l’home banking; la maggior parte di loro possiede una carta di credito o una carta prepagata. Molti ragazzi usufruiscono anche dei servizi finanziari, effettuano cioè operazioni di trading, ossia comprano e vendono online; il motivo di questa scelta è il risparmio: la stessa operazione costa molto meno perché non sono previste spese di commissione, in quanto l’utente effettua le stesse operazioni che il commesso della banca svolgere abitualmente per lavoro, dietro lo sportello.

Inoltre un giovane su due rateizza le spese con una carta di credito.
Uno studio effettuato di recente ha evidenziato che la carta più utilizzata dagli under 35 è la carta di credito a saldo; si tratta della metà del campione che è stato sottoposto a intervista; la scelta è indirizzata dai vantaggi che una carta di credito a saldo offre agli utenti giovani. Tale prodotto è destinato a superare la carta prepagata nelle preferenze dei giovani utenti italiani.

Vantaggi delle carte di credito

Perché le carte di credito sono ricercate dai giovani? Perché offrono molte possibilità. Permettono di acquistare prodotti ed effettuare pagamenti anche in periodi in cui manca la liquidità necessaria; queste carte infatti consentono di usufruire di un credito, da cui deriva la denominazione della carta; infatti, l’addebito sul conto corrente, della cifra pagata per la transazione, viene posticipato. In più la carta di credito è uno strumento sicuro, perché in caso di clonazione, furto, smarrimento o truffa ad opera dei malfattori, è possibile bloccarla senza incorrere in indebite perdite di denaro e sostituirla senza alcun problema.

I giovani amano viaggiare e avere in tasca uno strumento finanziario che permetta loro di pagare un pranzo, un hotel o un’auto a noleggio, senza andare in giro con molto denaro contante: è una comodità a cui è difficile rinunciare.
Quasi tutte le carte di credito sono spendibili all’interno dei più importanti circuiti internazionali, per cui è sempre possibile effettuare transazioni in ogni occasione. Per noleggiare un’auto è indispensabile avere una carta di credito; inoltre consentirà l’opzione di un’assicurazione aggiuntiva, per coprire eventuali danni provocati alla vettura in caso d’incidente.

In più, proprio come per le prepagate, le carte di credito possono essere ricaricate a distanza; nel caso in cui il giovane sia all’estero, per esempio, i genitori possono intervenire per far confluire denaro sulla carta, nell’emergenza.
Una carta di credito presuppone la titolarità di un conto corrente online, consentendo di avere traccia di tutte le operazioni effettuate, anche dopo molto tempo.

Le carte di credito scelte dai giovani

Le carte di credito non sono tutte uguali; in molti casi conviene approfittare delle offerte promozionali delle banche, che invogliano così i clienti ad aprire un conto corrente presso di loro. I giovani, che le utilizzano principalmente per acquistare su internet e viaggiare, solitamente optano per quelle che hanno bassi costi di prelievo all’estero. Inoltre è meglio optare per tetti di spesa massimi, per poter fronteggiare acquisti di biglietti aerei effettuati all’ultimo momento.
Molto gettonata è la carta di credito che si auto-ricarica mensilmente, prelevando in autonomia il denaro stabilito, direttamente dal conto corrente. Questa opzione permette di non trovarsi inavvertitamente in rosso.

Tecniche chiave per ottimizzare il successo nel trading

Ci sono sia trader ingenui che professionisti. I primi potrebbero essere desiderosi di avere successo, ma i professionisti (come i trader singaporiani) lo ottengono! Sanno com’è il successo. Sanno che sapore ha il successo. Ma pensi che abbiano raggiunto il successo in un batter d’occhio?

Anche il gioco d’azzardo non può essere fatto in questo modo! Quindi, raggiungerlo non sarà facile. Se stai sognando un percorso di trading di successo, devi tenere a mente che il viaggio sarà piuttosto difficile.

Non è in grado di raggiungere il successo facilmente. Si devono superare un sacco di ostacoli prima. In realtà, il successo è difficoltà in carne ed ossa.

Non cerchiamo di spaventarti. Stiamo cercando di dipingere il quadro reale del trading. Non vogliamo dare un quadro avverso che ti ingannerebbe.

Ci sono innumerevoli idee inventate sul trading forex. La maggior parte dei trader sono entrati nel mercato a causa di queste frottole. Non vogliamo pertanto riempirti di altre bugie.

Vuoi davvero diventare un trader di successo? Vuoi davvero stabilire la tua carriera nel settore del trading al dettaglio? Se è così, questo articolo ti aiuterà in modo significativo ad aumentare i tuoi fattori di profitto.

Prima di fare trading sul mercato è necessario chiedersi se si può veramente gestire il calore di questo mercato o no?

Per esempio, dovrai sempre perdere regolarmente le transazioni e non c’è nulla che tu possa fare per evitarlo. Devi adattarti ai cambiamenti di questo mercato e solo allora diventerai un trader di successo.

Smetti di seguire il tuo istinto in quanto rovinerà la tua carriera in pochissimo tempo. Cerca di leggere la biografia del trader di successo in modo da poter capire come si possa realmente realizzare un profitto in questo mercato complesso.

Cerca le voci di trading

Non saresti in grado di entrare nel mercato dopo aver semplicemente registrato un account. In realtà, anche prima di registrarti hai molte cose da fare. Potresti dover fare molte ricerche perché il mercato è competitivo.

Il mondo è competitivo. Quindi, non devi accontentarti di cose facili. In ogni caso, prima di firmare per un conto, devi cercare la migliore piattaforma di trading.

La piattaforma è la parte principale del trading. Ne serve una adeguata se si desidera aprire un conto e operare serenamente. Se la piattaforma non è affidabile, l’intero processo si penalizzerebbe.

Quindi, una volt finito di creare un conto e altri fattori, dovresti cercare buone posizioni di trading. Dovresti avere la capacità di leggere correttamente il mercato se desideri identificarle.

Quindi, devi fare i compiti prima di trovare le posizioni, cioè IMPARARE! Naturalmente, si deve imparare a trovare buone posizioni di trading.

Assicurare il prezzo

Nel mercato dei cambi di valuta estera, il fattore principale è il prezzo. Non c’è niente da fare se non si conosce l’importanza del prezzo nel mercato Forex.

Dovresti sapere che il Forex è incentrato sul prezzo. Quindi, si devi avere la possibilità di studiare il movimento dei prezzi per essere in grado di capire se è possibile entrare nel mercato in base al movimento dei prezzi.

Allo stesso modo, devi costruire una relazione più stretta con il mercato. Questa è una delle tecniche per rafforzare il successo. Spingere via le probabilità La prossima tecnica importante e’ eliminare le probabilita’ cioè avere la capacità di capire dove valga la pena entrare. Questa è una delle tecniche per rafforzare il successo.

Si dovrebbe essere in grado di stare lontano dalle quote, quindi, per questo, si dovrebbe conoscere il mercato davvero bene!

Se vuoi diventare un trader di successo dovresti essere in grado di allontanare le quote in base alla tua esperienza.

Geneve Invest: il punto sul prezzo del petrolio

Il prezzo del petrolio continua ad essere fortemente legato alle tensioni politiche fra Stati Uniti, Cina e Iran e per questo, nonostante un primo semestre del 2019 cominciato in netta ripresa, gli investitori finanziari continuano a mantenersi prudenti circa le stime per il futuro.

“I prezzi del greggio dovrebbero essere valutati intorno ai 66 dollari al barile per il 2019 e sui 65 dollari al barile nel 2020 – spiegano da Geneve Invest, società di gestione patrimoniale con sede a Ginevra e in Lussemburgo, confermando le stime già rilanciate dalla Banca Mondiale – Si tratta di una previsione un po’ in ribasso rispetto alle prospettive di crescita di inizio anno, che fa i conti con una produzione petrolifera statunitense superiore alle attese e con la disputa commerciale in corso fra Stati Uniti e la Cina, i due più grandi consumatori di petrolio al mondo”. Anche secondo l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) le tensioni commerciali danneggiano le prospettive a breve termine e rendono complessa anche la gestione del mercato sul medio periodo, obbligando i paesi produttori a rallentare la produzione per mantenere i prezzi entro un livello di guardia e stabilizzare il mercato.

“Dall’inizio del 2019 – spiega Omar Liverani, Relationship Manager per Geneve Invest –  il greggio ha registrato un aumento del prezzo quasi del 30%, ma non è ancora riuscito a recuperare il calo del 40% registrato nel quarto trimestre del 2018. L’importante in questa fase è assicurarsi che la crisi fra Stati Uniti ed Iran, e la conseguente diminuzione di esportazioni del greggio iraniano, possa essere compensata, some sembra, dall’offerta di petrolio di paesi OPEC. Nello specifico, si prevede un aumento della produzione di petrolio negli Emirati Arabi Uniti, in Kuwait, in Arabia Saudita e, fuori dall’Organizzazione dei Paesi Produttori, della Russia. A partire da queste dinamiche, chiude il discorso Liverani dalla sede lussemburghese di Geneve Invest, l’outlook economico difficilmente raggiungerà le stime OCSE, che a novembre 2018 stimavano una crescita sino a raggiungere, nel 2019 gli 80 dollari al barile. In questo scenario il prezzo del Brent dovrebbe invece attestarsi intorno ai 70 dollari nel prossimo semestre, a meno di un’escalation militare fra Stati Uniti e Iran che da un lato farebbe esplodere il prezzo del petrolio, anche oltre i 90 dollari al barile, dall’altro avrebbe un impatto molto pesante sui segmenti finanziari più rischiosi, come obbligazioni high yield, ad alto rendimento e mercati emergenti. E’ una prospettiva molto remota, che va monitorata.”

Geneve Invest: le elezioni europee e l’impatto sull’Eurozona

Le elezioni parlamentari europee che si sono tenute nei 28 stati membri UE fra il 23 e il 26 maggio 2019 sono state probabilmente le più attese nella storia elettorale del continente. Il crescendo dei partiti euroscettici in tutta Europa, la Brexit ancora da definire e le sfide per la riforma di un progetto comunitario che ha bisogno di una ripartenza politica costituiscono temi molto caldi, le cui risoluzioni potrebbero avere delle ricadute dirette anche dal punto di vista economico per tutta l’Eurozona.
Dell’impatto che queste elezioni avranno sulla stabilità economica dell’Unione Europea abbiamo parlato con Omar Liverani, responsabile del mercato italiano a Genève Invest, società di gestione patrimoniale indipendente attiva nel settore finanziario degli investimenti a medio e lungo termine dal 2002.

“Il successo dei partiti populisti, anche se limitato, potrebbe portare i governi nazionali a rallentare iniziative che puntino a rafforzare l’Europa in materia economica e a promuovere un processo di riforme difficilmente rinviabile. È chiaro che rispetto alle precedenti elezioni Europee la posta in gioco è molto più alta, soprattutto perché si va verso un gruppo di lavoro più frammentato rispetto al passato, il quale potrebbe implicare un percorso più lento e difficile per alcune delle scelte fondamentali di questo 2019 – spiega ancora Liverani dalla sede Lussemburghese di Genève Invest – vale a dire la nomina del nuovo presidente della Commissione Europea e del nuovo Presidente della BCE. Detto questo, dal nostro punto di vista la sensazione è che i mercati non considerino il risultato di queste elezioni così importanti da provocare un impatto sugli spread dei titoli di stato della zona euro. Solamente un risultato fortemente anti-euro – conclude Liverani – avrebbe potuto avere un effetto davvero concreto sugli investitori e influenzare negativamente gli spread e la crescita dell’eurozona. Per questo motivo, riteniamo che la situazione resterà relativamente stabile.”

Non è soltanto Geneve Invest a ritenere che le elezioni europee dovrebbero avere un’influenza tutto sommato contenuta sui mercati. Anche Antonio Garcia Pascual, Chief European Economist di Barclays, ha parlato di “possibili turbolenze a breve termine”, escludendo però, a meno di scenari al momento difficili da prevedere, un impatto sostanziale sul lungo periodo. Della stessa opinione anche Carsten Brzeski, Chief Economist di ING Germany, che in un nota ufficiale rilasciata al Financial Times ha ridimensionato i timori relativi ad un successo dei partiti euroscettici.

“Il fulcro della questione sarà quello legato alle politiche fiscali – conclude Omar Liverani da Genève Invest – dato che l’avanzata dei partiti populisti potrebbe portare ad una crescita della spesa pubblica dei singoli stati, a tagli delle tasse per sostenere le classi più povere e, di conseguenza, a tensioni fra i paesi comunitari che non rispetteranno i limiti di deficit imposti da Bruxelles. Allo stesso tempo, queste misure avranno l’effetto di aumentare, nel breve termine, il prodotto interno lordo Europeo, e in tal caso ad avere un riscontro positivo immediato sui mercati”.

5 punti panoramici di Torino


Lo skyline di Torino è tra i più inconfondibili: merito soprattutto del simbolo della città, la Mole Antonelliana. Oltre a essere la sede del Museo del Cinema, la Mole è anche un ottimo punto panoramico; il primo di una piccola lista che abbiamo redatto per permettervi di scattare foto artistiche, vere e proprie cartoline da portare a casa dopo essere stati Torino. La salita alla cupola vi farà arrivare a quota 85 metri: potrete percorrerli a piedi oppure in ascensore, magari in abbinata con la visita al museo. Acquistate il biglietto che fa per voi sul sito ufficiale.

Se volete salire ancora di più, potete optare per il Turin Eye: è il pallone aerostatico frenato più grande del mondo, e offre una vista a 360° davvero impareggiabile. Fate attenzione, perché si alza solo se c’è bel tempo: il volo dura una ventina di minuti e costa 14 €. Il Turin Eye compete in altezza con il lounge bar del Grattacielo Intesa Sanpaolo, progettato da Renzo Piano: si trova nel quartiere Cit Turin ed è il secondo edificio più alto della città (il terzo se contiamo il Grattacielo della regione Piemonte, che però è ancora in costruzione).

Se il costo di uno spritz a 150 metri basta da solo a farvi venire le vertigini, ci sono sempre le alternative gratuite: la migliore è probabilmente il Monte dei Cappuccini. Questa collina, alta 283 metri, vi permetterà di infilare nella stessa foto la Mole, il Duomo, la Cupola della Sindone, Palazzo Madama e il Grattacielo Intesa. Una collina ancora più famosa è quella della Basilica di Superga: prendete la Dentiera – la storica monorotaia con capolinea in piazza Modena – e una volta a destinazione salite i 131 gradini che vi porteranno sulla balconata della cupola. Sarà faticoso, ma non ve ne pentirete.

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Come trovare lavoro: iscriversi ad un’agenzia per il lavoro

 Le diverse crisi economiche che hanno interessato l’Italia negli ultimi anni, hanno creato delle condizioni di disoccupazione elevate tanto che gli italiani in cerca di lavoro sono sempre di più. Non solo i giovani sono in cerca di un’occupazione, ma sempre più spesso anche uomini e donne di età anche superiore ai quarant’anni.

Nonostante la situazione italiana sia complicata molto spesso il problema è la mancanza di comunicazione tra chi offre e chi cerca un posto di lavoro: ecco che entra in gioco l’agenzia per il lavoro, come ad esempio Adecco, che ha un ruolo chiave nel mettere in contatto il mondo della domanda e dell’offerta di lavoro.

Perché iscriversi ad un’agenzia per il lavoro
Le motivazioni che spingono l’utente in cerca di un lavoro ad iscriversi ad un’agenzia sono molteplici, ma la necessità principale è quella di mettersi in contatto con i datori di lavoro in cerca di personale da inserire nella propria azienda. Presso un’agenzia per il lavoro è possibile trovare tutte le offerte disponibili in una determinata zona, già filtrate e suddivise a seconda delle abilità e delle competenze del singolo candidato. Invece di dover “spulciare” decine di siti e di riviste di annunci, ci si reca in un’agenzia, dove le capacità del candidato vengono riassunte in una scheda particolareggiata. Grazie a questo tipo di strumento l’addetto dell’agenzia sarà in grado di presentare al candidato tutte le posizioni lavorative per le quali la sua preparazione, la sua attitudine, i suoi desideri, sono quelli ideali. Quindi meno tempo sprecato, maggiori opportunità per colloqui di vari genere e anche migliori probabilità di trovare il lavoro dei sogni.

Come iscriversi ad un’agenzia per il lavoro
L’iscrizione si può effettuare in due modalità: direttamente online, oppure presso un’agenzia Adecco presente sul territorio. Questo tipo di opportunità è disponibile sull’intero territorio nazionale e permette a chi è in cerca di lavoro di connettersi ad un interlocutore preparato e in grado di presentargli un ventaglio di offerte lavorative. Le agenzie per il lavoro non solo permettono di visualizzare le offerte già disponibili, ma anche di essere ricontattato dai recruiter quando si presentano offerte per posizioni particolarmente interessanti. Stiamo quindi parlando di un’opportunità imperdibile, che mette il candidato di fronte a molteplici proposte nel corso di un breve periodo di tempo.

Le agenzie per il lavoro e il tempo determinato
Esiste una diffusa concezione delle agenzie per il lavoro, che le vuole coinvolte quasi esclusivamente nelle proposte di lavoro a tempo determinato. In realtà le offerte di lavoro disponibili presso questo tipo di agenzia sono di vario genere, sia per il lavoro a tempo indeterminato, sia per quanto riguarda i contratti a tempo indeterminato o anche di tipo saltuario o periodico. Molto ovviamente dipende dai desideri del singolo candidato e dalle abilità e peculiarità che è in grado di mettere in campo. Le agenzie per il lavoro si occupano anche di lavoratori già perfettamente inseriti nel mondo del lavoro, che sono alla ricerca di posizioni migliori, così come di corsi di formazione. Si tratta quindi di un servizio a vari livelli, utile per chiunque sia alla ricerca di una nuova posizione lavorativa o di una modalità di miglioramento di quella attuale. Sul sito delle agenzie sono disponibili costantemente informative riguardanti il mondo del lavoro, i tipi di contratto oggi disponibili e la legislazione per quanto riguarda l’apprendistato o i nuovi assunti.