I market mover di venerdì 15 marzo

 Il calendario economico è sempre fitto di appuntamenti anche se per qualche ragione, spesso, li trascuriamo un po’. Questi appuntamenti, che possono influire sull’andamento valutario di un paese o di un continente, a seconda della diffusione della moneta, si chiamano market mover.

Oggi, venerdì 15 marzo, ci sono due segnali molto importanti, per gli Stati Uniti e per l’Europa, cui va aggiunto un market mover a parte che riguarda la Svizzera dove saranno pubblicati i prezzi alla produzione.

► La Svizzera invasa dai disoccupati

Iniziamo proprio dalla Svizzera: dalla Confederazione saranno resi noti i prezzi di produzione che secondo le previsioni dovrebbero essere in calo con una variazione dallo 0,3 per cento al -0,1 per cento del mese.

Bollettino mensile BCE: Europa ancora in recessione

Due invece, sono gli appuntamenti che interessano da vicino l’Europa. Il primo riguarda l’indice dei prezzi al consumo che, notoriamente, misura quanto variano i prezzi dei beni e dei servizi acquistati in un determinato periodo. La previsione è che restino stabili intorno all’1 per cento. Il secondo appuntamento è la pubblicazione della versione core dello stesso dato che va a misurare tutti i prezzi escludendo quelli dei settori alimentare, energetico, alcool e tabacchi. Anche in questo caso si pensa ad una conferma all’1,3 per cento.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti gli appuntamenti sono più numerosi: l’indice dei prezzi al consumo (per cui si prevede un calo), la versione core con una leggera risalita dell’indice, l’indice della produzione industriale che è dato in discesa e il sentiment dei consumatori che dovrebbe essere aumentato.

2013 consacrato anno del Forex

 Tra tutti i settori d’investimento, quello del Forex è certamente uno dei più appetibili, soprattutto per chi è inesperto del settore e vuole scommettere soltanto sull’incremento o sul decremento di una valuta. Molto interessante da questo punto di vista, la considerazione che ha fatto il CEO di Saxo Bank: il 2013 sarà l’anno del Forex.

Krugman parla dei problemi dell’Europa

Per tanti motivi si può pensare che nel 2013 ci sarà un passaggio dalla crisi economica che imperversa in tutto il paese, fino alla crisi politica che finora ha sconquassato soltanto alcuni paesi. I leader europei, per esempio, hanno fatto i conti con la crisi del debito ma adesso devono affrontare anche la situazione dei paesi che stanno per cedere il passo a governi meno stabili. E’ il caso, ad esempio, della Bulgaria o della Romania.

Il rischio politico, si sa, ha un effetto diretto sulla considerazione della stabilità di una moneta. Il fatto è che se aumenta il rischio di avere una crisi politica da gestire, è possibile che la volatilità del settore valutario aumenti in modo indiscriminato. La guerra valutaria, tra l’altro, sarebbe soltanto uno degli effetti della situazione descritta.

Guerra di valute ed esportazioni

Per questo passaggio, dalla crisi economica alla crisi politica, secondo il CEO di Saxo Bank, siamo entrati nell’anno del Forex. Gli investitori, quindi, più che puntare alla speculazione, dovranno avere nel loro portafoglio le monete più “giuste” dal punto di vista degli investimenti.

Come variano i rapporti tra le valute

 Il Forex, oltre ad essere un terreno d’investimento privilegiato per chi si avvia sul terreno delle opzioni binarie, è da considerare una vera e propria palestra, visto che è sempre in movimento. Se dovessimo seguire ogni giorno tutti i market mover quotidiani, avremo un bel da fare. Di tanto in tanto, capire però quali elementi indirizzano i trend valutari, è sicuramente utile.

La giornata di oggi, per esempio, è da considerare mediamente movimentata, nel senso che si susseguiranno un bel po’ di appuntamenti che arrivano dall’Europa, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti.

Germania contro la Banca Centrale Europea

In Europa, per esempio, al centro dell’attenzione stavolta c’è la Germania dove saranno pubblicati l’indice dei prezzi al consumo e l’indice dei prezzi all’ingrosso. Il primo misura la variazione dei prezzi dei beni acquistati dai consumatori, il secondo, invece è maggiormente legato all’inflazione. Ad ogni modo l’indice dei prezzi al consumo dovrebbe mantenersi stabile, l’altro indice dovrebbe invece essere in lieve calo.

Qualcuno dice che siamo più ricchi dei tedeschi

Per quanto riguarda il Regno Unito, il dato relativo alla produzione del settore manifatturiero è sicuramente la pubblicazione più interessante, visto che questo settore industriare rappresenta l’80 per cento della produzione del paese. E’ considerato dunque un market mover di forte impatto e si prevede in calo. Sempre dal Regno Unito arriverà la notizia sulla bilancia commerciale che dovrebbe accusare una lievissima variazione.

Infine ci sia spetta anche il bilancio federale degli Stati Unti che dovrebbe essere negativo.

L’indice di forza relativa nel ForEX

 Il ForEX è un terreno d’investimento molto interessante ma è anche sottoposto a numerose variazioni. Per quanto non sia possibile avere la certezza del trend, è anche vero che con una serie d’indicatori, chi investe nelle opzioni binarie ha una vita p semplice. Uno di questi strumenti è sicuramente l’indice di forza relativa che fa parte degli indicatori oscillatori.

 Il calendario economico del 19 febbraio

L’indice di forza relativa, in inglese Relative Strenght Index (RSI), è un oscillatore molto comune tra i traders che seguono in modo molto interessante l’indice creato da John Welles Wilder. Siamo nel 1978 e in un momento di forte oscillazione del mercato valutario, Wilder vuole fare delle previsioni, quindi osserva e concepisce che esiste un indice per calcolare la velocità e la grandezza dei movimenti dei prezzi in un trend.

► Anche per il FT la guerra di valute non esiste

L’RSI quindi calcola la velocità di salita o di discesa del prezzo di una valuta e lo fa mettendo in relazione le chiusure alte e quelle basse in un range definito. Se una valuta ha avuto molti cambiamenti positivi in un periodo determinato di osservazione, avrà anche un RSI alto e viceversa le monete che hanno avuto cambiamenti negativi, avranno un RSI basso.

Secondo molto investitori questo indicatore è utile per la determinazione del sentiment degli investitori nei confronti di una coppia di valute.

L’euro, a chi piace e a chi non piace affatto

 L’euro è una moneta che unisce ma un concetto che divide e lo possiamo vedere bene dalla contrapposizione che la moneta unica genera soltanto nel nostra paese. Ci sono i convinti europeisti che vedono nell’ipotesi del ritorno alla valuta locale, la lira nel nostro caso, il principio di una disfatta economica senza precedenti. Ma ci sono anche coloro che al contrario ritengono che uscire dall’euro sia la sola via di uscita alla crisi.

Allianz non lascia, anzi raddoppia

Il problema e la riflessione si concentra soprattutto sulle scelte che vogliono fare i paesi che dell’euro fanno già parte, per esempio l’Italia dove il sentimento antieuro sta crescendo, sostenuto dal perdurare della crisi. Molto interessante è anche quel che sceglieranno di fare i paesi dell’Est Europa.

La ripresa ci sarà ma alla fine dell’anno

Per esempio la Lettonia spinge per entrare il prima possibile nell’euro, mentre la Polonia non ha alcuna fretta e preferisce restare fuori dai giochi. La Slovacchia che prima dei due paesi ha già aderito alla moneta unica del Vecchio Continente, è in una fase di pentimento e revisione del pensiero.

Il fatto è che la crisi sta incidendo in modo forte sulle economie nazionali e i vincoli di stabilità che pone l’Europa sono molto stringenti. La fine del 2013, quindi, dovrà portare necessariamente una soluzione alla crisi del debito sovrano.

In discesa il cambio tra euro e dollaro americano

 Ormai sono quattro settimane, quindi tutto il mese di febbraio, che il cambio tra euro e dollaro flette verso l’1,30. Tutto sembra dovuto alle elezioni politiche italiane, che hanno generato un clima di instabilità sui mercati, ma gli investitori si chiedono se questa discesa continuerà ancora per molto tempo.

► Si riparte dal mondo valutario

Sicuramente sarà importante tenere in considerazione gli appuntamenti con la Banca Centrale Europea che è chiamata ad esprimersi sulla politica monetaria comunitaria. Molti economisti, infatti, da più parti consigliano all’UE di modificare la prospettiva finora adottata e reagire agli attacchi delle valute straniere, procedendo nella svalutazione dell’euro.

Guerra di valute ed esportazioni

Gli appuntamenti più importanti dell’Eurozona sono tre per questa settimana e da lì si parte per capire se ci potrà essere un’inversione di tendenza. Il primo appuntamento è la pubblicazione dell’indice PMI dei servizi che dovrebbe avere una lettura superiore alle attese, visto il peggioramento della situazione del Vecchio Continente.

Il secondo appuntamento è la pubblicazione del PIL nella versione finale e ci si aspetta in questo caso una contrazione dello 0,6 per cento. In ultimo, ma non meno importante, l’appuntamento con la BCE che oltre a delineare la politica monetaria, sarà cruciale per infondere l’ottimismo nella crescita dell’UE.

Negli USA, il dollaro dovrà invece superare il vaglio delle decisioni della Federal Reserve, della bilancia commerciale e dei dati sull’occupazione di coloro che trovano posto nei settori non agricoli.

Si riparte dal mondo valutario

 La prima settimana di marzo si apre con una serie di appuntamenti importanti per il mercato valutario. Ci saranno delle pubblicazioni importanti per l’Australia e il Regno Unito, anche se la maggior parte dell’attenzione si concentrerà sul vertice europeo. Quali sono le monete interessate da questi eventi e come si muoveranno?

Cosa smuove il dollaro?

Il primo appuntamento in ordine cronologico, nella giornata di oggi, è la pubblicazione dei permessi di costruzione in Australia. Nella notte si cercherà di capire la direzione che questo market mover di massimo impatto, potrà dare al dollaro del paese. I permessi di costruzione, infatti, sono considerati il primo segnale della ripresa economica. Dal permesso di costruzione dipende lo sviluppo del settore immobiliare perciò se il risultato supera le attese si può avere un effetto rialzista sul dollaro australiano.

► Dollari, euro e sterlina nel mercato valutario di oggi

Il secondo market mover di giornata, è il meeting europeo dove si discuterà della situazione economica di tutta l’Europa. Intanto, in mattinata, la prima pubblicazione sarà relativa al cambiamento dell’occupazione in Spagna. Un market mover di medio impatto che potrebbe però influire in modo intenso sull’andamento dell’euro. La moneta unica del Vecchio Continente, in più, oscillerà dopo la presentazione dell’indice dei prezzi di produzione che, rispetto allo 0,2% della precedente rilevazione, dovrebbe portarsi sul valore dello 0,5%.

L’ultimo dei market mover di giornata sarà l’indice PMI delle costruzioni che andrà a misurare l’andamento del settore edilizio britannico. Dal precedente 48,7% si dovrebbe passare al 49,2% ma un risultato migliore delle attese dovrebbe avere un buon effetto rialzista sulla sterlina.

Cosa smuove il dollaro?

 Il mercato valutario è uno dei più semplici da aggredire, soprattutto in questo periodo in cui sono diverse le pubblicazioni che lasciano intravedere i trend dell’economia e della finanza nei paesi più importanti a livello internazionale.

I prezzi in Europa e la disoccupazione nel Regno Unito sono determinanti per l’andamento dell’euro e della sterlina, benché i prezzi della produzione e i prezzi al consumo in Germania, oppure in Francia, non subiranno grosse trasformazioni. Molto più incisivi i dati sul mercato del lavoro inglese.

Ma se ci spostiamo dall’altra parte dell’Oceano? Il calendario economico del 19 febbraio ci ha dato già qualche indizio ma adesso è importante capire cosa succederà oggi al dollaro americano. I market mover segnati dagli analisti sono tre e tutti di forte impatto.

Il primo riguarda i permessi di costruzione. In questo mese i premessi per la realizzazione di nuovi edifici, dovrebbe essere in aumento e questo fa prevedere un mini rilancio del settore immobiliare, tale da trainare l’economia americata. Una lettura positiva dell’indice dovrebbe avere un effetto rialzista sul dollaro.

Il secondo market mover di giornata, lato dollaro, è l’indice dei prezzi di produzione che dovrebbe passare dallo 0,2 per cento al -0,2%. Il terzo ed ultimo market mover è la pubblicazione delle Minute del FOMC con le quali si avranno indicazioni sulla fine del programma di quantitative easing ma non possono essere fatte delle previsioni seduta stante.

I prezzi in Europa e la disoccupazione nel Regno Unito

 Ogni giorno, a far girare il mercato delle valute, ci sono delle pubblicazioni che fanno lievitare o deprimere la valuta di riferimento dei paesi “analizzati” dagli economisti. Nella giornata di oggi, i market mover più interessanti, riguardano l’Europa, il Regno Unito e gli Stati Uniti.

L’euro potrebbe oscillare grazie alla pubblicazione dei dati sulla produzione riferiti al contesto tedesco e francese. In mattinata, infatti, dovrebbero essere pubblicati sia l’indice dei prezzi di produzione, sia la versione finale dell’indice dei prezzi al consumo per la Germania. Il primo dei due è considerato di medio impatto ma soprattutto corrispondente, nel trend, all’andamento dei prezzi. Il secondo indice, di scarso impatto, sarà comunque in linea con le aspettative già evidenti nella versione flash dell’indice.

 Il calendario economico del 19 febbraio

Per la Francia, invece, ci sarà la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo che, secondo le previsioni, dovrebbe riportare una leggera flessione ed assestarsi sullo 0,2% piuttosto che sullo 0,3%.

 Dollari, euro e sterlina nel mercato valutario di oggi

Dal Regno Unito, invece, ci saranno informazioni importanti riguardo il mercato del lavoro, report che dovrebbero convincere la banca centrale inglese a lasciare invariati i tassi d’interesse sulla sterlina. Il primo indicatore importante riguarda le richieste per i sussidi di disoccupazione, un market mover d’impatto estremo che che dovrebbe passare da -12,1 mila unità a -5,3 mila unità. Per il tasso di disoccupazione, invee, non si rilevano movimenti troppo importanti e si dovrebbe confermare il 7,7%.