Il calendario economico del 19 febbraio

 Nella giornata di oggi ci sono numerose pubblicazioni che possono incidere sull’andamento delle principali monete in circolazione, come l’euro, lo yen, il dollaro canadese o quello australiano. Le pubblicazioni cui facciamo riferimento sono le minute delle banche centrali, la definizione dell‘indice ZEW per l’UE e la panoramica sulle vendite al dettaglio in Canada.

 Previsioni BCE per il biennio 2013/2014

Iniziamo dal primo dei market mover in elenco: le minute delle banche centrali. Già nella notte la Bank of Japan e la Reserve Bank of Australia, avrebbero dovuto pubblicare delle minute relative alla politica monetaria scelta dai loro consigli direttivi.

In queste minute oltre alle indicazioni operative, sono riassunti i dati dell’economia di riferimento, le statistiche più importanti del paese e un quadro complessivo sulla situazione finanziaria del paese. Si tratta di documenti tenuti in grande considerazione dagli investitori del Forex per capire le prossime mosse valutarie.

► Germania tra PIL e guerra delle valute

L’indice ZEW, invece, è qualcosa di squisitamente europeo e misura il sentiment degli investitori in relazione all’Eurozona (basso impatto) e in relazione ai singoli paesi. L’indice ZEW di oggi riguarderà la Germania ed avrà un impatto massimo, ma sarà anche pubblicato quello relativo all’Eurozona. Valori superiori alle aspettative, potrebbero determinare un apprezzamento della moneta unica.

Per quanto riguarda le vendite all’ingrosso in Canada, si tratta di un indice che ha delle correlazioni positive con la moneta di riferimento nel paese.

Anche per il FT la guerra di valute non esiste

 Forse ha ragione Mario Draghi: la guerra tra valute, tanto sostenuta dai leader dei paesi emergenti sullo scacchiere finanziario internazionale, non esiste. Ne è convinto anche in Financial Times che in un recente articolo spiega perché si parla erroneamente di battaglia nel mondo del ForEX.

► Draghi ripete ancora che non c’è una guerra di valute

Il Financial Times parte dai mandati delle Banche Centrali che hanno precisamente il compito di difendere la valuta nazionale o (sovranazionale e comunitaria come nel caso dell’Euro), per questo tutte le operazioni che fanno, le fanno per promuovere l’economia nazionale sulla base del mando ricevuto.

► Draghi sulla guerra tra valute

A spiegarlo e ribadirlo è un ex presidente della Banca Centrale Svizzera, Philipp Hildebrand che ha approfittato dello spazio concessogli dal Financial Times per dare la sua versione dei fatti. Il problema è che questa storia della guerra tra valute, termine coniato dal presidente brasiliano, rischia di incrinare i buoni rapporti tra le nazioni.

 Guadagnare ai tempi della guerra valutaria

In questo momento, per esempio, bisogna ancora risolvere il contrasto che si è generato tra la Bank of Japan, la Bank of England e la Fed. Il giorno della chiarezza, comunque, è arrivato perché il prossimo fine settimana, a Mosca, si riunirà il G-20 e si parlerà proprio della situazione valutaria e delle condizioni dell’euro.

Le banche nazionali stanno facendo quello per cui sono “pagate” ma i paesi che in qualche modo subiscono le loro scelte, si preoccupano che questa gara al deprezzamento, non finisca per rendere troppo competitivi alcuni paesi e poco sul mercato tanti altri.

 

Dollari, euro e sterlina nel mercato valutario di oggi

Il mercato valutario, in questi giorni, è scosso dalle diverse notizie che arrivano dall’Europa – dov’è stato raggiunto l’accordo sul bilancio del periodo 2014-2020 – e dall’America, dove Barack Obama ha fatto il suo discorso di presentazione dello Stato dell’Unione.

► Eur/Usd ed Usd/Jpy dopo il discorso FED

Nella giornata di oggi, quindi, cosa può influenzare le valute? Partiamo proprio dai market mover del dollaro americano e dell’euro. Per quanto riguarda il dollaro americano, oggi saranno pubblicati i dati relativi alla vendite al dettaglio. Sarà data in pasto ai media e agli analisti la versione completa del report, ma non mancherà anche la versione core. La lettura superiore alle aspettative, come al solito, potrebbe avere un effetto rialzista sul dollaro.

► Forex: la coppia EUR/USD vicina al pull back

Per l’euro, invece ci sono in programma due appuntamenti: il primo è la pubblicazione dei prezzi all’ingrosso in Germania che serve a prevedere i possibili cambiamenti dei prezzi dei prodotti destinati ai consumatori, partendo dai prezzi applicati all’ingrosso. Il market mover in questione è comunque considerato di medio impatto. Molto più consistente, dovrebbe essere, l’effetto della pubblicazione dei dati sulla produzione industriala nella zona euro, per il quale ci si aspetta un passaggio dal -0,3% della rilevazione precedente, al +0,3% dell’ultima rilevazione. L’effetto potrebbe essere un apprezzamento della zona euro.

Draghi ripete ancora che non c’è una guerra di valute

 L’Europa ha appena approvato il bilancio valido per l’Unione nel periodo compreso tra il 2014 e il 2020 ed è la prima volta che si ha un bilancio più basso di quello antecedente. La volontà del Vecchio Continente è quella di ridimensionare le spese, senza nulla togliere agli investimenti.

 L’UE e i segnali dell’inversione di tendenza

Proprio adesso, tra l’altro, che gli investitori hanno ritrovato la fiducia nell’UE. Il simbolo inequivocabile di questa tendenza è nell’apprezzamento dell’Euro. Ne è convinto Draghi che propone una prospettiva nuova sull’euro forte. In fondo i rialzi costanti della moneta unica non sono indicativi di una guerra tra valute.

 L’indice Big Mac evidenzia la forza dell’euro

Anzi, il mercato ForEX non evidenzia alcuna tensione tra gli stati e forse occorre abbassare i toni della discussione a riguardo. Il Presidente della BCE ci tiene comunque ad approfondire il tema e l’appuntamento per tutti è al G20 di questo fine settimana.

Lì probabilmente si confronteranno le posizioni simili a quelle del presidente francese Hollande che sostiene la necessità di un intervento sul tasso di cambio e le posizioni filo-mercato di molti altri paesi dell’Unione che vogliono, infatti, lasciare agli scambi, la decisione del valore delle diverse monete.

Se poi ci dovessero essere degli screzi evidenti, come quello tra Berlino e Tokyo, saranno considerati espressione della volontà dei diversi Stati di “proteggere” l’economia nazionale, piuttosto che di “attaccare” gli avversari.

► Una lotta valutaria tra Tokyo e Berlino

Market mover del 12 febbraio 2013

 Nel calendario economico odierno ci sono diversi market mover che possono modificare la vita delle valute, europee e non. In particolare c’è molta attesa per quel che riguarda le banche centrali e per gli appuntamenti con i loro vertici.

In programma ci sono i discorsi di Thomas Jordan della Swiss National Bank, Mark Carney della Bank of Canada e “il solito” Mario Draghi della BCE. Sempre oggi prenderà il via il meeting Ecofin, vale a dire il vertice della finanza dell’Eurozona.

Partiamo dalla Svizzera dove sarà pubblicato l’indice dei prezzi al consumo che serve a misurare la variazione dei prezzi destinati al consumo e quindi anche l’inflazione. La banca centrale svizzera pubblicherà il CPI nazionale. La lettura prevista è in calo dallo 0,3 allo 0,2 per cento ma qualora ci si allontanasse dalla previsioni, ci potrebbero essere effetti positivi sul titolo.

Lavorare da Fendi, in Italia e in Svizzera

Molto importante anche la pubblicazione dei dati sull’inflazione del Regno Unito, dove è in programma la diffusione dell’indice dei prezzi al consumo con un possibile aumento dal 2,7% al 2,8%. Se ci dovesse essere però una lettura superiore al 3 per cento oppure, al contrario, una lettura prossima all’1 per cento, ci sarà la consueta lettera al Governatore della Bank Of England che dovrà agire in modo che l’inflazione rientri nei recinti definiti in partenza.

► 2012: com’è andato l’anno della sterlina