Via alla vera certificazione energetica

 Da qualche anno, nella compravendita di un immobile, il valore è stato stabilito anche considerando la certificazione energetica dell’abitazione. Per troppo tempo, però, quello della certificazione energetica, è stato un business nelle mani dei certificatori. Adesso, invece, sembra che la legge ci abbia messo lo zampino.

► L’epilogo della cedolare secca

E’ stato dato il via alla vera certificazione energetica degli edifici, obbligatoria per legge e fondamentale sia per gli aspetti positivi, sia per gli aspetti negativi della normativa. La polarità dell’opinione dipende molto dall’interpretazione che si dà della legge.

Finora eravamo in una fase di test, tanto che in molti casi era possibile “andare avanti”, presentandosi al notaio, anche con un’autocertificazione sostitutiva. Il fatto è che non esisteva ancora un apparato sanzionatorio adeguato che stabilisse il giusto comportamento da tenere davanti alle case che non vanno oltre la certificazione della classe energetica G, la più bassa.

 Per l’immobiliare ripresa dal 2014

Bastava insomma un certificato, buono o cattivo che sia, per dare il via libera all’operazione d’acquisto o di vendita dell’immobile. Tutti questi artefici non sono più possibili dal 13 dicembre scorso, giorno della pubblicazione del decreto 290. Questo decreto, infatti, con le Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici rende più complesso l’affitto e la compravendita di un edificio. Ad oggi soltanto il 53% degli annunci di vendita e il 37% degli annunci d’affitto è in regola con la certificazione.

Nell’UE tutti i prezzi degli immobili in calo

i prezzi delle case continuano a scendere.

► Per l’immobiliare ripresa dal 2014

In questi giorni, i dati Eurostat sull’andamento del settore immobiliare nell’Eurozona, hanno evidenziato un calo dei prezzi del 2,5 per cento che si è prodotto tra il terzo trimestre del 2012 e il periodo omologo del 2011. Se invece andiamo a valutare le condizioni dell’Europa intera, scopriamo che la riduzione del valore della case è dell’1,9 per cento, leggermente più basso ma comunque consistente.

I paesi in cui il calo dei prezzi degli immobili classici è stato più consistente sono la Spagna, l’Irlanda, il Portogallo e l’Olanda dove le flessioni sono state rispettivamente del 12,5%, del 9,6%, del 7,7% e dell’8,7 per cento. Aumentano i prezzi delle case soltanto in Estonia e nel Lussemburgo che fanno registrare rispettivamente il +8,4 e il +7,1 per cento.

Continua la corsa agli immobili di lusso

 Per l’immobiliare ripresa dal 2014

Sembra davvero una favola, è il caso di dirlo, ma è sorprendente come nel momento più acuto della crisi, sia esploso il business dei castelli e delle vecchie dimore nobiliari, tanto che il loro prezzo è salito del 9 per cento dal 2011 ad oggi. Le stime sono state realizzate dall’osservatorio di Immobiliare.it

Se si mettono in relazione questi dati con quelli del Censis riferiti al mercato tradizionale che in due anni ha perso il 45%, si capisce che qualcosa non va. L’Ad di Immobiliare.it spiega così la questione:

Se l’offerta cresce e i prezzi aumentano, significa che c’è anche chi acquista. Ci sono prima di tutto i compratori stranieri, primi fra tutti inglesi, tedeschi e francesi, che cercano dimore di alto valore in Italia. È un tipo di acquisto che sostituisce la villa in Costa Smeralda, ma ha un alto valore romantico. Gli inglesi e tedeschi cercano immobili perfetti, mentre i francesi amano l’idea di restaurare in proprio per riportare alla luce le bellezze del passato.

Per l’immobiliare ripresa dal 2014

 La ripresa del mercato immobiliare italiano è attesa da molti settori produttivi ed è considerata un indicatore molto importante della salute del paese. L’immobiliare tricolore, nel 2012, ha attraversato un periodo di crisi molto forte. I primi dati statistici parlano infatti di una diminuzione dei prezzi degli immobili e di una diminuzione del numero delle compravendite. 

L’Istat ha spiegato che adesso il ribasso dei prezzi delle case continua ma riguarda soprattutto le case già esistenti perché invece, le nuove costruzioni, vedono crescere un po’ il loro valore.

L’Economist spiega la nostra crisi immobiliare

La crisi che ha vissuto l’Italia non è ancora stata dimenticata, soprattutto da quegli analisti che non vedono di buon occhio l’anno appena iniziato. La crisi potrebbe aver sbilanciato le previsioni sul 2013, quindi anche quest’anno ci sarà la quiete e forse qualche miglioramento sarà possibile dal 2014.

Altri paesi, in Europa, oltre all’Italia, stanno vivendo una situazione simile alla nostra, per esempio la Spagna e il Portogallo dove stanno diminuendo i prezzi delle case. In Germania, al contrario, rispetto al 2011, l’anno scorso si è assistito ad un apprezzamento degli immobili.

S’investe nel mattone ma all’estero dunque, visto che le case sono più appetibili.

Ancora polemiche sui prezzi delle case

 Dall’inizio dell’anno le polemiche sul mercato immobiliare e sull’andamento dei prezzi degli immobili, non hanno accennato a placarsi, soprattutto dopo che l’Istat ha pubblicato i dati sui costi delle case.

All’inizio dell’anno, nel 2013, le rilevazioni Istat hanno indicato le variazioni dei prezzi degli immobili nell’ultimo trimestre del 2012. L’istituto nazionale di statistica ha riferito che rispetto all’ultimo trimestre del 2011, i prezzi delle case esistenti, l’anno scorso, sono addirittura calati del 5,4%, mentre sono in crescita dell’1,9% i prezzi delle case nuove.

L’Associazione nazionale costruttori edili, ha deciso di prendere le distanze dalle polemiche in atto e di interpretare i dati come una conferma del panorama italiano. Nel nostro paese gli italiani considerano ancora un desiderio da realizzare l’acquisto della prima casa ma vogliono capire se in tutti i passaggi della pratica di un mutuo c’è un sistema per risparmiare.

Sicuramente, dice l’Ance, in Italia non si può parlare di bolla immobiliare. Non siamo nelle stesse condizioni dei paesi del nord che rischiano la bolla immobiliare. I prezzi più alti della case nuove dipendono molto dagli standard di qualità offerti, dall’efficienza energetica, all’accessibilità di servizi e trasporti di una determinata zona.

L’offerta di immobili però, ribadisce l’Ance, non è sufficiente a far ripartire il mercato immobiliare. Servono misure si sostegno per gli aspiranti proprietari.

► 2013: prezzi degli immobili in ripresa

Previsioni contrastanti sul settore immobiliare

 Il 2012, dal punto di vista immobiliare, sarà ricordato come un anno molto deprimente. Il mercato ha attraversato e non è ancora venuto fuori da un momento difficile, in cui alla diminuzione del prezzo degli immobili, non è corrisposto un aumento del numero delle compravendite. Anzi, gli acquisti degli immobili sono addirittura diminuiti.

Le previsioni sul 2013 sono state molto complesse e spesso hanno aperto la porta alla speranza, molto più spesso hanno fatto presagire la continuazione della corsa sul piano inclinato. Nonostante le differenze che ci possono essere da paese a paese, le agenzie di rating hanno provato a fare una valutazione generale del comparto immobiliare e non sono arrivate ad una conclusione univoca.

i prezzi degli immobili sono ciclici ma si possono calcolare. Non resta che scoprire le previsioni di Fitch e compararle con quanto riferito da Standard&Poor’s.

Fitch non è rassicurante perché fa partire le sue considerazioni dalla valutazione dell’indice di affordability che misura la capacità di accendere un mutuo sulla base dei salari medi e dei prezzi medi dei finanziamenti. L’indice in questione sembra essere destinato a crollare nel 2015 con un ribasso del 13% rispetto al valore attuale.

Standard&Poor’s, sul versante opposto,  valutando la riduzione dell’1,6% del prezzo degli immobili, prevede un’inversione di tendenza nel 2014 con prezzi di nuovo in aumento, la risalita del PIL e la diminuzione del numero dei disoccupati.

I paesi del nord che rischiano la bolla immobiliare

 Il mercato immobiliare è sempre il barometro della condizione economica di un paese. In alcuni paesi del Nord Europa, secondo gli analisti, in questo periodo si rischia una forte bolla immobiliare nei paesi che non sono ancora sotto i riflettori.

Fermo restando che le condizioni della Spagna, della Grecia, dell’Irlanda e della periferia dell’Europa in generale, non sono del tutto rassicuranti, in questo momento si può dire che i rischi siano altrove. Per esempio, ci sono alcuni paesi del Nord Europa, considerati solidi, che stanno cedendo alla speculazione immobiliare.

Mutui in calo anche in Spagna

 

A parlarne, ai microfoni del Sole 24 Ore, è Paola Gianasso, responsabile dei mercati esteri per Scenari Immobiliari che considera a rischio la Svizzera e la Norvegia, ma anche la Germania, la Svezia e l’Olanda. Ironia della sorte, Berlino potrebbe presto essere nelle condizioni di Madrid.

 

Gli esperti tedeschi, in questo momento, stanno minimizzando la questione dimostrando che la risalita dei prezzi degli immobili, ormai, dura da due anni e l’acquisto di una casa non è più un’operazione così diffusa. A Berlino, le statistiche parlano chiaro, soltanto il 18 per cento della popolazione possiede un immobile.

Contrazione del mercato immobiliare terziario

Quello che si potrebbe produrre è una crescita corrispondente dei prezzi di locazione e un aumento delle sofferenze bancarie, vale a dire del numero delle persone che non sono più in grado di pagare il mutuo. La crisi è servita.

Anche il mercato degli affitti subisce una battuta d’arresto

 La salute del settore immobiliare si lega sicuramente all’andamento della compravendita degli immobili, al mercato dei mutui, agli affitti. Il panorama italiano è molto variegato nel senso che si realizzato situazioni diverse che si parli dello Stivale o delle isole, si possono addirittura fare delle distinzioni a livello regionale e provinciale.

I prezzi degli immobili sono ciclici ma si possono calcolare

Se poi i dati di una provincia possono essere indicativi di una situazione più generale, allora il gioco è fatto. Un’analisi molto accurata è stata riservata di recente dal Sole 24 Ore alla città di Messina dove a trainare il mercato immobiliare, adesso, c’è soltanto il centro della città e in particolare i quartieri San Martino, Duomo, Garibaldi e Cavour.

Costi casa triplicati in 20 anni

In pratica chi ha comprato casa nel 2012 può essere raggruppato nelle due fasce estreme del mercato: quella degli immobili di pregio che prevedono costi dai 300 mila euro in su, nonostante i cali e dall’altra le case che costano meno di 100 mila euro, ma in questo caso l’acquisto è avvenuto nelle zone semi-centrali e collinari.

La quota d’invenduto si accumulata negli anni, anche per quel che riguarda gli immobili nuovi e questo è avvenuto nonostante i prezzi, nella zona centro soprattutto ma anche nelle periferie, si siano abbassati moltissimo.

L’aspetto curioso del mercato immobiliare è che nonostante il blocco delle compravendite non si può parlare di ripresa per gli affitti.

I prezzi degli immobili sono ciclici ma si possono calcolare

 Il mercato immobiliare è considerato uno dei motori propulsori dell’economia del paese. Ecco perché se riparte il mercato immobiliare gli analisti si affrettano ad evidenziare il caso spiegando che l’economia è in crescita. A livello microeconomico, la ripartenza del mercato immobiliare non è così positiva, nel senso che la valutazione degli immobili e il costo dei mutui diventano più variabili e difficili da prevedere.

Il ribasso dei prezzi delle case continua

Secondo la Commissione Europea, invece, si possono individuare degli indicatori della variabilità dei cicli dei prezzi delle abitazioni. In base alla grandezza e alla durata delle fasi del ciclo si può comprendere se siamo in un momento profittevole per le banche, per gli intermediari o per i consumatori sempre in balia per via di tutta l’anomalia degli spread.

Per individuare i cicli, secondo la Commissione Europea è necessario compiere due passi in sequenza: prima stimare le deviazioni dal trend e poi identificare ed analizzare il ciclo dei prezzi delle abitazioni.

L’analisi effettuata a Bruxelles dimostra che soltanto in Germania i prezzi degli immobili si muovono in una linea crescente, mentre nella maggior parte dei paesi i costi di una casa sono in territorio negativo. A parte che in Germania, comunque, non si parla altrove di disallineamenti di prezzo visto che tutti i dati sono sotto il trend.

Con uno specifico algoritmo si possono poi calcolare l’ampiezza, la durata e la rigidità del ciclo dei prezzi per tutti i paesi dell’area euro e così i consumatori possono avere una panoramica completa del settore.

Il ribasso dei prezzi delle case continua

 I prezzi delle case continuano a scendere ma si tratta soprattutto dei costi delle costruzioni già esistenti. Al contrario, le case nuove, continuano ad apprezzarsi. Sono questi due trend il simbolo di un mercato che procede a due velocità ed è stato descritto dall’Istat.

► Idealista: sarà l’anno dell’affitto

Facendo un parallelo ristretto tra il 2012 e il 2011, si scopre che i costi delle case sono diminuiti del 3,2 per cento ed è già il terzo calo trimestrale consecutivo. È anche il calo più consistente visto che nei trimestri precedente la flessione era stata dello 0,2% tra gennaio e marzo e del 2,1% tra aprile e giugno.

A descrivere la situazione degli acquisti immobiliari delle famiglie, siano fatti per scopo abitativo o soltanto per investire nel mattone, ci ha pensato l’Istat. È tramite l’istituto nazionale di statistica che si è capita l’accelerazione nel deprezzamento delle case esistenti, tendenzialmente dell’1,7% a marzo dell’anno scorso, del 4,1% tre mesi dopo e del 5,4% a settembre.

► 2013: prezzi degli immobili in ripresa

Per quanto riguarda le case in costruzione è stato registrato il trend inverso per cui le case messe in vendita dalle imprese continuano ad acquisire valore. Sono aumentati dell’1,9 per cento a settembre 2012, del 2,8% a luglio e del 3,5% a marzo.