Come e dove si acquistano i BTp Italia

 I BTp Italia stanno per essere lanciati nel mercato e questo vuol dire che gli investitori possono predisporne l’acquisto ma in che termini? Gli ordini dei BTp inizieranno il 15 per concludersi il 18 aprile. I titoli da acquistare sono quelli legati all’inflazione italiana.

Il tasso cedolare, attualmente, è conosciuto visto che è stato il MEF a pubblicare i dati riferiti al 2012. Adesso sembra dunque necessario soltanto un riepilogo delle caratteristiche del BTp.

Come acquistare i BTp Italia 2013

In primo luogo ricordiamo che l’ente emittente del titoli è lo stato italiano e che il taglio minimo acquistabile è 1000 euro, per cui tutti gli acquisti devono essere fatti a partire dai multipli di questa cifra.

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La scadenza dei BTp è di quattro anni quindi scadranno il 22 aprile del 2017 ed avranno un tasso cedolare annuo minimo garantito del 2,25 per cento. Il BTp, a livello strutturale, è indicizzato con l’inflazione italiana, quindi con l’indice dei prezzi al consumo.

La cedola è semestrale ed è calcolata con una formula che prevede la moltiplicazione della metà del tasso annuo d’interesse cedolare reale e del capitale nominale sottoscritto che a sua volta deve essere moltiplicato per il coefficiente di indicizzazione che si ha alla data di scadenza della cedola.

Come acquistare i BTp Italia 2013

 I BTp Italia sono pronti per l’ennesima asta, anche se i consumatori si stanno accorgendo pian piano che non è più conveniente acquistare titoli del debito del nostro paese. Sono molto più proficue le assicurazioni vita, in particolare i prodotti di Pramerica e di Real Mutua.

La prossima asta si aprirà il 15 aprile e se non ci saranno chiusure anticipate, si concluderà soltanto il 18 aprile prossimo. In questo arco di tempo sarà possibile comprare i BTp Italia 2013.

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Se qualcuno ha già il servizio di mailing attivato con la propria banca, sa che per questa asta i BTp possono essere comprati sia nelle filiali del proprio istituto di credito, sia stando comodamente a casa propria. I BTp da acquistare hanno un taglio minimo di 1000 euro e quindi, gli acquisti, si devono fare in base ai multipli di questa cifra di base.

Cosa sono i BTp poliennali

Chi invece non volesse mettersi nelle mani della banca, dovrà invece acquistare i BTp direttamente da casa usando i servizi online, tramite l’internet banking.

Il ministro dell’economia e delle finanze, riguardo i BTp, ha già siglato un accordo anche con Borsa Italiana e con il London Stock Exchange Group, il quale renderà i BTp disponibili sulla piattaforma MOT.

Rivalutata la funzione dei buoni locali, gli Scec

 Dietro l’acronimo SCEC c’è un mondo, c’è un progetto nato a Napoli nel 2008 e portato avanti dall’associazione Arcipelago SCEC.

In questa associazione confluiscono persone diverse che sia a livello di formazione, sia a livello culturale, appartengono a gruppi differenti ma hanno tutti messo a disposizione del progetto la loro caratteristica rilevante.

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Arcipelago ha deciso di partire con il suo progetto affrontando i temi caldi della società, quindi ha deciso di partire dal contesto economico e in particolare dalla moneta. La convinzione è che la questione monetaria sia in grado di dividere i cittadini.

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Da lì l’idea di dotarsi di una propria moneta, lo SCEC che ha come obiettivo quello di ridare valore alle comunità di persone ancor prima alle persone stesse. Anche in questo caso siamo di fronte ad un acronimo visto che SCEC sta per Solidarietà ChE Cammina. In pratica è uno sconto di cui possono usufruire i cittadini che vogliono riconoscersi negli scambi economci di beni e servizi.

Chi si associa ad Arcipelago decide autonomamente di offrire uno sconto su prodotti e servizi, la riduzione del prezzo varia in termini percentuali dal 5 al 30 per cento. Lo SCEC, è importante ricordarlo, può essere usato soltanto insieme agli euro e serve per favorire le produzioni locali.

I CTz sono altri strumenti d’investimento

 CTz è un acronimo usato per indicare i Certificati del Tesoro zero coupon, che vuol dire, insomma, che hanno una cedola pari a zero euro. Cosa ci sarebbe dunque di vantaggioso nell’usare questi strumenti per investire il proprio denaro? Per rispondere alla domanda introduciamo l’argomento e spieghiamo le caratteristiche del prodotto.

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I Certificati del Tesoro zero coupon resistono sul mercato dal 1995 e sono caratterizzati dall’assenza della cedola periodica. La loro durata è molto breve, vanno dai 18 ai 24 mesi e il taglio minimo proposto è di mille euro.

Fondi di investimento con cedole periodiche

Il loro scopo è quello di finanziare il debito pubblico e infatti l’emissione di questi certificati è a cura del governo. La loro scadenza, tanto per essere chiari, coincide sempre con un giorno lavorativo, ma quanto alla durata, questa può variare, visto che i CTz possono essere riaperti e può essere ridotta la durata originaria del titolo.

I Certificati del Tesoro, di norma, sono emessi nelle aste marginali e sul loro rendimento si paga un’imposta sostitutiva del 12,5 per cento esattamente come i BoT, calcolata sullo scarto di emissione. Rispetto ai Bot la ritenuta non è pagata al momento dell’emissione del titolo ma alla scadenza dello stesso, quindi il prezzo del rimborso è ridotto in misura dell’imposta sostitutiva.

Cosa sono i BTp poliennali

 In questo momento di forte crisi una delle soluzioni privilegiate per superare l’impasse economica è sicuramente la vendita del debito pubblico attraverso l’emanazione dei Buoni del Tesoro. L’ultimo taglio disponibile sono i BTp poliennali. Cosa sono nello specifico e di cosa si tratta?

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I Buoni del Tesoro poliennali sono dei titoli obbligazionari cui corrispondono delle cedole a tasso fisso e una scadenza sul medio e lungo periodo. Ad emanarli ci pensa il Ministero delle Finanze che definisce per i BTp sia gli importi, sia i tagli disponibili nelle aste, sia le modalità di assegnazione.

Goldman Sachs e la strategia sui titoli di stato

In genere i BTp sono collocati ogni mese con un’asta detta marginale e poi, il giorno dopo l’avvenuto collocamento sono ammessi anche nella cosiddetta Borsa valori. Per calcolare il prezzo d’acquisto dei BTp, occorre sommare il rateo della cedola, la commissione che si deve corrispondere all’intermediario e poi anche l’effettivo prezzo d’acquisto del titolo.

In genere, per quanto riguarda il taglio, i BTp possono essere da 1000 euro almeno e durare 3, 5, 7, 10 oppure anche 30 anni. La cedola, generalmente è semestrale.

Il Ministero del Tesoro, dal 1998, ha dato il via all’operazione cosiddetta di coupon-stripping che consente di distinguere per ogni BTp la cedola e il cosiddetto mantello che sono negoziati separatamente l’uno dall’altro.

Triple A nel mondo in via d’estinzione

 Il cosiddetto club delle triple A, cui aderiscono quei paesi che possono essere considerati appetibili dagli investitori, in base al giudizio complesso delle agenzie di rating, stanno diminuendo. Per colpa della crisi, adesso, molti stati non risultano più affidabili.

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È questo il risultato di una recente indagine condotta del Financial Times che parte dalla considerazione dei giudizi espressi da Standard&Poor’s, da Moody’s e da Fitch sui titoli disponibili legati agli stati presenti nel mondo.

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Ora il parco dei titoli affidabili si è assottigliato tantissimo e così dal valere 11 mila miliardi di dollari nel 2007, è sceso fino a 4 mila miliardi che è l’attuale valore. Questo si deve non tanto alla svalutazione dei titoli di stato quanto piuttosto alla fuoriuscita dal club della Tripla A, di 6 paesi su 10. La flessione del 60% in cinque anni, si lega alla crisi che ha messo in ginocchio anche colossi dell’economia mondiale come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia. Al giorno d’oggi, dunque, i paesi che hanno la tripla A sono rimasti soltanto in 9. La perdita di credibilità, ad ogni modo, ha subito un’accelerazione dall’agosto del 2011, mese segnato dal tracollo dell’Europa.

Da questa condizione possono trarre spunto soprattutto i paesi emergenti.

Nuova asta dei BTp Italia

 Nonostante le oscillazioni della borsa si prepara una nuova asta dei titoli di stato. In pratica chiude in rosso Milano ma non si parla di contagio rispetto al caso cipriota, poi, allo stesso tempo, si assorbe la notizia relativa ad una nuova emissione di BTp Italia.

L’asta è stata già prevista tra il 15 e il 18 aprile prossimi. A spiegare la dinamica e la scelta della nuova asta, ci ha pensato Maria Cannata che è la responsabile delle operazioni legate al debito pubblico italiano. Secondo Maria Cannata, in questo momento il MEF ha bisogno di capire se si possono chiudere le operazioni in anticipo.

Buono del tesoro

Il BTp Italia che sarà emesso è un titolo di stato indicizzato all’inflazione italiana che paga cedole agli investitori a scadenza semestrale. Dura quattro anni ed è adatto sia agli investitori, sia ai risparmiatori. Ha anche un tasso reale annuo minimo garantito.

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Gli investitori ingolositi da questa presentazione, hanno la possibilità di comprare titoli del debito italiano. L’investimento minimo è di 1000 euro. I BTp Italia si possono comprare nelle filiali delle banche ma anche all’Ufficio postale, oppure ancora tramite il servizio di home banking del proprio istituto di credito. Maggiori informazioni possono essere reperite sul sito www.tesoro.it.

Allianz non lascia, anzi raddoppia

 Allianz ah deciso di raddoppiare la fiducia nel nostro paese ed ha deciso al tempo stesso di dimezzare l’esposizione rispetto al debito spagnolo. In questo modo, aumentando fino a quasi 30 miliardi l’esposizione nel nostro paese, ha visto aumentare i profitti operativi del 20,8 per cento.

Assicurazione Infortuni di Genialloyd

Il 2012 di Allianz è stato molto interessante, visto che la compagnia assicurativa tedesca è riuscita a chiudere i bilanci di un anno di crisi con un utile netto raddoppiato rispetto al 2011. In quell’anno infatti, pesarono sui bilanci le svalutazioni dei titoli greci che erano nel portafoglio dell’assicuratore tedesco.

Per il 2012, invece, si parla di ricavi di 106,4 miliardi di euro, in aumento del 2,7 per cento su base annuale. I profitti operativi sono arrivati a 9,5 miliardi, andando oltre le aspettative della compagnia (che pensava a 9 miliardi), e crescendo del 20,8 per cento.

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Uno dei dati più interessanti è stato quindi l’utile netto che è aumentato dai 2,5 miliardi di euro del 2011 fino ai 5,2 miliardi di euro del 2012. Tutto si può leggere nell’ultima riga del bilancio di Allinaz che adesso potrà regalare agli azionisti anche un dividendo di 4,5 euro per ogni azione.

Nel presentare i risultati, il Gruppo ha spiegato che molto del successo della compagnia è legato ai segnali di ripresa dell’economia europea. In fondo, in Germania, la crisi è già acqua passata.

Un mix tra fondi ed ETF è il segreto

 Per investire in borsa – per molto tempo – si è scelto d’investire o nelle gestioni attive o negli strumenti passivi ma gli analisti, in questo particolare momento storico-finanziario, suggeriscono piuttosto di fare un mix delle due proposte. Una combinazione che potrebbe inaugurare una nuova strategia d’investimenti.

 Scommettere con gli Etf e lo spread

All’inizio la separazione tra i due strumenti di risparmio/investimento era obbligata poi con la normativa europea Ucitis III è stato consentito ai risparmiatori di cambiare strategia.

E’ proprio concentrandosi sulla strategia che si possono far fruttare i soldi messi da parte. Lo spiega bene uno studio di iShare che annuncia come su 35 società che regolano un business di 2.400 miliardi di euro, il 30 per cento preferisca dedicarsi soltanto alla gestione attiva, mentre un buon 25%, quindi una società su quattro, considera più redditizio il mix degli asset proposti.

 Guadagnare ai tempi della guerra valutaria

Tra i risparmiatori, poi, si scoprono tante tendenze diverse che rispecchiano soltanto la volontà dei singoli. Per esempio sono tanti quelli che non vogliono puntare sugli indici generali ma preferiscono i cosiddetti ETF che permettono di investire sui mercati ad elevata liquidità.

La diversificazione delle strategie d’investimento, comunque, comunica un profondo cambiamento del mercato, dove gli investitori non sono più tanto attenti alla stabilità dei prezzi dei titoli, quanto piuttosto al potere d’acquisto, quindi al rendimento reale.