La crisi aumenta la povertà al Sud

I dati dell’Istat del rapporto “Reddito disponibile delle famiglie nelle Regioni” mostrano come la crisi aumenta la povertà soprattutto al Sud.

Dati Istat sul reddito disponibile per le famiglie italiane

Nel Nord-Ovest e nel Nord-Est il reddito disponibile per abitante è di 20.800 Euro, nel Centro di 19.300 Euro e al Sud di 13.400 Euro. Nel Mezzogiorno il reddito per abitante è del 25,5% minore della media nazionale.

Tra gli altri dati del rapporto dell’Istat si vede che la Liguria è la regione più colpita dalla crisi economica. In questa regione nel periodo tra il 2008 e il 2011 il reddito disponibile delle famiglie è diminuito del 2,9%. La media nazionale ha invece fatto registrare un incremento dello 0,4% con il Nord-Ovest che ha avuto l’aumento maggiore con l’1,2%.

I consumi sempre in diminuzione con un leggero miglioramento

La città più ricca d’Italia è Bolzano con un reddito disponibile per abitante di più di 22.800 Euro. La Campania è all’ultimo posto con un reddito per abitante di poco più di 12.500 Euro.

L’Istat mostra poi che l’incidenza della tasse è più alta nel Nord Italia.  In Lombardia con il 16,5% e nella provincia di Trento con 16,4% c’è l’incidenza maggiore, mentre nelle regioni meridionali della Basilicata con l’11,7% e della Calabria con l’11,3% si hanno i livelli più bassi.

Condono tombale: cos’è e quali sono le sue conseguenze

 Tante chiacchiere e polemiche sul condono tombale proposto da Silvio Berlusconi che, di nuovo in campagna elettorale, cerca un modo per attirare su di sé i voti degli elettori. Si parla tanto ma, in fin dei conti, cosa vuol dire condono tombale?

Il condono tombale è stato introdotto con l’articolo 9 della Legge Finanziaria 2003 e prevede che i contribuenti che avevano evaso imposte come Irpef, Irpeg, addizionali regionali, Irap, Ilor, imposta sul patrimonio netto, imposta sostitutiva e Iva, di potersi mettere in regola con il Fisco e di accogliere la preclusione di ogni altro accertamento, l’estinzione delle sanzioni tributarie, nonché l’esclusione della punibilità per alcuni reati tributari.

In pratica si tratta di un risanamento della propria posizione pagando quanto dovuto e non dato negli anni precedenti.

► Dati evasione fiscale 2012

Berlusconi, data anche la grande eco che in questo periodo di campagna elettorale sta avendo la lotta all’evasione, l’ha riproposto, anche se aveva giurato che non avrebbe più fatto condoni, e la cosa ha scaldato gli animi di quanti sono in lizza alle elezioni. Polemiche motivate?

Sicuramente sì. Il condono tombale, come ha detto anche il presidente della Corte dei Conti, rischia di vanificare tutto il gettito che arriva dalla lotta all’evasione fiscale, oltre al fatto che gli evasori rimarrebbero impuniti e che sarebbe come dire alla popolazione di non pagare le tasse perché tanto, prima o poi, saranno perdonati per le loro mancanze.

► Corte dei Conti su fisco e corruzione

In Italia i condoni di questo genere sono parecchio numerosi, 58 dal 1900 al 2011, che, se da un lato hanno permesso allo Stato di incassare un buon gettito immediato, hanno ancora conseguenze molto negative. Un esempio è il condono fatto da Berlusconi e Tremonti nel 2002 grazie al quale sono state sistemate alcune pendenze, ma mancano all’appello ancora 4 miliardi di euro.

I consumi sempre in diminuzione con un leggero miglioramento

Secondo i dati di Confcommercio l’ultimo trimestre del 2012 è stato caratterizzato da una diminuzione dei consumi che sono arrivati ai minimi storici.

Paniere dei consumi 2013

Gli ultimi mesi hanno mostrato un leggero miglioramento rispetto ai mesi precedenti, ma il dato è sempre negativo. A Dicembre i consumi sono calati del 2,7% e l’aumento rispetto al mese precedente è dello 0,2%. Negli ultimi tre mesi il dato è quindi di lieve miglioramento, ma le criticità sono ancora pesanti anche se il periodo più negativo è stato quello dei mesi finali dell’anno.

Il redditometro mette in crisi il mercato del lusso

I dati di Confcommercio mostrano come la situazione del lavoro sia particolarmente difficile. I posti persi a Dicembre nel confronto con il mese precedente sono più di 100 mila. Il tasso di disoccupazione è sopra l’11%.

La situazione economica propone difficoltà che si vedono anche nella fiducia delle imprese che a Gennaio si è mantenuta su livelli minimi. Il clima di scarsa fiducia c’è anche tra le famiglie in Italia. A Gennaio il livello è sceso al livello più basso dal 1996.

La sfiducia influenza i consumi che quindi non si sono ripresi. Le prospettive a breve termine non parlano di ripresa dei consumi. La leggera ripresa nell’ultimo mese dell’anno rispetto a quelli precedenti riguarda tutti i settori.

Dati Istat sul reddito disponibile per le famiglie italiane

 Il reddito medio degli italiani si ferma a 18 mila euro all’anno. Ma si tratta di una media di quanto guadagnato nelle diverse regioni e, guardando nel dettaglio, si nota come esistono delle grandi differenze tra le regioni del nord e quelle del sud.Nelle regioni del Nord-ovest e nel Nord-est, infatti, per ogni abitante il reddito medio stimato è di 20.800, al Centro di 19.300 e nelle regioni del sud, invece, il dato si ferma a 13.400 euro annui per lavoratore, il che vuol dire che in queste regioni il reddito medio è di un quarto rispetto a quello nazionale.

► Obiettivo occupazione: le proposte dei partiti in lizza per le elezioni

Questi sono i dati che emergono dalla graduatoria regionale del reddito disponibile per abitante elaborata dall’Istituto di statistica, che pone al primo posto Bolzano, dove si guadagnano fino a 22.800 euro, e all’ultimo la Campania con i suoi 12.500 euro.

La composizione del reddito disponibile delle famiglie in Italia è largamente occupata dal lavoro dipendente, con una media regionale che varia dal 51 al 67%. Rispetto a due anni fa il flusso del reddito da lavoro dipendente è aumentato mediamente dell’1,7%, con picchi del + 3,1% nel Nord-est e di -2,4% in Calabria.

► In Italia la casa è il bene più tassato

Ad influire sulla quantità di reddito disponibile per le famiglie ci sono le imposte, che sono aumentate dello 0,6%, con un’incidenza sul reddito pari al 14,7%.

In Italia la casa è il bene più tassato

 La casa è sempre stata il bene rifugio prediletto dagli italiani, ma con il tempo questa sua peculiarità è venuta a mancare e ci si trova nella situazione odierna in cui la casa è diventato il bene più tassato.

A pesare sui conti relativi alla casa sono ben nove diverse imposte, che portano nelle casse dello stato ben 44 miliardi di euro ogni anno. Tra le tasse che comportano un maggior esborso ai proprietari di case sono quelle derivanti dall’IMU, che pesano per un ammontare doppio rispetto a quanto faceva la sua progenitrice ICI.

► Si può abolire o rimborsare l’IMU?

E’ quanto riporta l’Ance, evidenziando che, con questa nuova tassazione, l’Italia raggiunge il primo posto, insieme alla Gran Bretagna, nella classifica delle tasse applicate al mattone dei paesi europei.

A questo triste primo posto si aggiunge anche il fatto che in Italia sono sempre di meno le persone che riescono ad accedere ad un mutuo per l’acquisto di una casa: nell’ultimo anno il numero delle persone che hanno avuto questa possibilità si è dimezzato, fatto che mette l’Italia in direzione contraria rispetto a molti altri paesi europei in cui la percentuale dei mutui per il mattone va continuamente crescendo.

► Ipoteca, istruttoria e notaio nei contratti di mutuo

Una situazione difficile a cui l’Ance porrebbe rimedio attraversi i casa-bond, ossia delle obbligazioni emesse dalle banche e comperate dalle istituzioni al fine di finanziare i mutui per l’acquisto della casa.

Un altro miliardo di rimborsi da parte di Barclays

La cifra diventa sempre più consistente. Aumenta di mese in mese. Ora, il top managment di Barclays spera che basti per riconquistare la fiducia dei risparmiatori e ridare un volto amichevole dopo gli scandali inerenti alla manipolazione dei tassi di interesse, alla vendita irregolare di prodotti assicurativi e di interest rate swap per le piccole e medie aziende.

Ora, la banca britannica ha dichiarato che metterà da parte un altro miliardo di sterline (circa 1,16 miliardi di euro al cambio attuale) per coprire le lamentele dei clienti ai quali sono stati venduti irregolarmente dei prodotti finanziari; nel complesso si sale così ben oltre i 2 miliardi inizialmente previsti dagli analisti, cioé intorno a 3,6 miliardi.

I nuovi rimborsi

Nello specifico, altri 400 milioni di sterline, per un totale di 850, saranno accantonati per restituire i rimborsi alle piccole e medie imprese a cui hanno venduto prodotti di copertura rispetto alle variazioni dei tassi di interesse. Non più tardi di una settimana fa la Fsa (Financial Services Authority), l’Autorità di vigilanza finanziaria d’Oltremanica, aveva dichiarato di aver completato la revisione di 173 prodotti derivati di copertura piazzati dalle maggiori banche alle piccole e medie imprese, e di aver scoperto che il 90% non erano a norma con i requisiti regolamentari.

Altri 600 milioni verranno invece depositati, anche in questo caso con effetto sul bilancio del 2012, per mettere a tacere i contenziosi circa la vendita forzata di assicurazioni sul credito chiamate Ppi (Payment protection insurance). Tali prodotti sono assicurazioni che coprono l’eventuale malattia o la perdita del lavoro da parte dei sottoscrittori di mutui o carte di credito. Il totale di questa voce sale così a 2,6 miliardi di sterline. Complessivamente, dunque, l’industria finanziaria del Regno Unito ha dovuto mettere mano al portafogli per circa 13 miliardi per fornire i rimborsi ai clienti costretti illegalmente a queste coperture.

Durante il fine settimana, successivamente ad un’ulteriore indagine riguardante la raccolta di capitali emiratini al culmine della crisi finanziaria, la stampa inglese ha riportato alcune indiscrezioni sulla prossima dipartita dalla banca di Chris Lucas, dal 2007 direttore finanziario, e Mark Harding, general counsel. Barclays aveva già perso i vertici, compreso il numero uno Bob Diamond, ai tempi della multa da 450 milioni di dollari relativa alla manipolazione del tasso Libor. Ora la banca è guidata da Antony Jenkins, che ha rinunciato a quasi 3 milioni di bonus sul 2012 “poiché sarebbe sbagliato riceverli dopo un anno di scandali”.

Previsione pressione fiscale CGIA Mestre

 Il 2013 sarà un anno di pressione fiscale record, lo aveva già annunciato Prometeia nello studio pubblicato a fine gennaio. Oggi la Corte dei Conti ha parlato di quanto questa pressione fiscale sia un pericolo più che reale per  le sorti dell’economia.

► Corte dei Conti su fisco e corruzione

Ora anche la CGIA di Mestre pubblica le sue valutazioni, che si mostrano essere in line a con quanto già detto dalle altre istituzioni. Secondo l’Associazione di artigiani e piccole imprese la pressione fiscale per il 2013 raggiungerà il record storico del 45,1% del prodotto interno lordo, che, trasformato in numeri, diventa un peso di 11.735 euro per ogni cittadino italiano (anziano, adulto o bambino che sia).

Confrontando questa evidenza con i dati passati, la CGIA rivela come ci sia stato un aumento di imposte e tributi sui cittadini pari al 125% dal 1980. Se, nel complesso, nel 1980 lo Stato riuscì a raccogliere 63,8 miliardi di euro (dato attualizzato al 2012), per quest’anno le casse dell’Erario saranno rimpinguate con 714,3 miliardi di euro. Ad ogni cittadino, quindi, corrisponde un aumento di circa 5000 euro di tasse.

► Fisco rischia per mancati introiti carburante

Il segretario della CGIA di Mestra, Giuseppe Bertolussi ha commentato:

Nel 2013 gli italiani lavoreranno per il Fisco fino alla metà di giugno. Una cosa insopportabile.

Cina dà l’ok all’elezione dei Sindacati

E’ un evento! E’ la prima volta che una grande azienda locata in Cina permetterà agli operai di eleggere i propri rappresentanti sindacali.

Per l’universo del lavoro cinese si tratta senza dubbio di una svolta storica.

Un caso raro, che in qualche modo coinvolge tutto il mondo. Il gruppo asiatico che ha deciso di dire “sì” al sindacato è la Foxconn, l’azienda più grande del mondo, la quale vanta oltre 1,2 milioni di dipendenti solo in Cina. La “caduta del muro” anti-sindacale nella seconda economia globale, in allarme per la diminuzione senza precedenti della forza-lavoro, oltre che per piccole e medie imprese nazionali, dichiara di voler portare enormi cambiamenti anche per le multinazionali, le quali assieme ai bassi costi produttivi per trent’anni hanno dovuto fare i conti sull’assenza di conflittualità sindacale.

L’annuncio di prossime elezioni dei rappresentanti dei lavoratori alla Foxconn è stato anticipato in maniera ufficiosa da tre dirigenti del colosso con sede in Taiwan, primo produttore mondiale di elettronica per conto terzi.

Tra i suoi brand menzioniamo Apple, Sony, Nokia, Dell e i marchi di maggior successo di telefonia e computer.

Una volta trascorse le ferie previste per il capodanno lunare cinese, verso metà febbraio, all’interno degli stabilimenti Foxconn inizieranno i corsi per spiegare agli operai come e perché potranno eleggere liberamente, e a scrutinio segreto, i propri sindacalisti.

Corte dei Conti su fisco e corruzione

 Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti all’inaugurazione dell’anno giudiziario ha parlato di quali sono sono i problemi più urgenti che l’Italia deve risolvere. Primo fra tutti il fisco, che, per come viene applicato ora, rischia solo di favorire la recessione, e in contemporanea ha evidenziato la necessità di trovare delle soluzioni atte a risolvere il problema della corruzione sistemica dell’Italia, la quale:

oltre al prestigio, all’imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione, pregiudica la legittimazione stessa delle pubbliche amministrazioni e l’economia della nazione.

► Sconfiggere corruzione per risparmiare 60 miliardi l’anno

Un vero e proprio allarme quello lanciato da Giampaolino, che propone anche delle soluzioni per evitare che il carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese italiane non diventi un ulteriore spinta recessiva. Secondo il presidente della Corte dei Conti è necessario prendere delle misure ad hoc per implementare le politiche di revisione della spesa e di maggiore efficienza della PA e, inoltre, anche per favorire degli investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture.

► Italia ai primi posti nella classifica dei Paesi più corrotti

Servono misure per ridurre la pressione fiscale sull’economia emersa, che potrebbero essere messe in pratica grazie ai fondi che arriveranno dalla lotta all’evasione fiscale.

Non manca anche un appello a prendere provvedimenti esemplari nei confronti degli evasori della pubblica amministrazione, non solo per una questione economica, ma anche, e soprattutto, di prestigio e credibilità delle istituzioni stesse agli occhi dei cittadini.

La corruzione sistemica, oltre al prestigio, all’imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione, pregiudica, da un lato, la legittimazione stessa delle pubbliche amministrazioni e dall’altro, l’economia della nazione.

Continua incubo disoccupazione

Gli italiani continuano a viaggiare sull’orlo del baratro per quanto riguarda il lavoro. Morale? Tutte le spese sono rinviate, i carrelli diventano low cost e le vacanze vengono tagliate.

Il 2013 per il Belpaese passerà alla storia come l’ennesimo anno all’insegna del risparmio.

La ripresa è sempre più lontana e mette a durissima prova la fiducia dei consumatori. I discorsi si svuotano invece che ripopolarsi e anche i saldi sono tutto sommato passati in sordina.

La Global Survey di Nielsen

A dirla tutta, la fiducia dei consumatori sembra essere ormai crollata del tutto. E’ quanto si evince dalle rivelazioni contenute all’interno dell’ultima Global Survey di Nielsen, azienda specializzata nelle analisi di mercato.

Nell’ultimo trimestre dello scorso anno l’indice di fiducia degli italiani circa le prospettive economiche è diminuito di altri sette punti, portandosi a quota 39. Sempre più distante, dunque, dall’asticella dell’ottimismo, fissata a quota 100.

L’amministratore delegato di Nielsen Italia, Roberto Pedretti, ha affermato che sono solo dieci i Paesi sui 58 analizzati che riportano un valore positivo. Pedretti ha inoltre sottolineato la portata globale del fenomeno.

Un fenomeno che è tuttavia molto marcato in particolar modo qui in Italia.

Oltre al danno, la beffa. Persino la Spagna fa meglio, attestandosi a quota 46. Stanno peggio di noi nel quadro dell’Unione europea soltanto Ungheria, Portogallo e Grecia. Nel complesso, la media dei 27 è di 71 punti.

Lavoro

Dati che non stupiscono, dal momento che ci troviamo in un Paese che vive quotidianamente l’incubo/incognita della disoccupazione.

Il 28% di coloro che sono stati intervistati da Nielsen, quasi il doppio rispetto alla media europea e a quella mondiale, parlano del posto di lavoro descrivendolo come la principale preoccupazione per i prossimi sei mesi.

Tuttavia, i cinque peggiori incubi di questo inizio 2013 hanno tutti a che vedere con il portafoglio: l’economia è la prima ossessione per il 12% degli interpellati, i debiti e il benessere dei figli per l’8%, l’aumento delle bollette per il 7%.

Nel contempo, la percentuale degli italiani sicuri che nemmeno nel 2013 si uscirà dalla recessione è salita a dicembre al 60% (più un 29% di “non so”), rispetto al 55% di settembre. A fine 2011, due cittadini su dieci vedevano la luce in fondo al tunnel, a fine 2012 solo uno su dieci.