S&P’s: defaul selettivo per la Grecia

 La comunicazione del declassamento del debito di lungo termine della Grecia da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s è arrivato proprio nel pieno dell’operazione di buy back dei titoli ellenici, stroncando, in definitiva, molte delle speranze che il governo aveva riposto su questa manovra di emergenza.

Il merito del debito greco è stato abbassato a SD (selective default), cioè solo un gradino più in alto di un default vero e proprio. Prima di questo taglio il debito a lungo termine era classificato come CCC e quello a breve termine come C.

ella nota rilasciata da Standard & Poor’s si legge che l’abbassamento della valutazione è stato necessario in quanto sono venute a mancare delle garanzie su alcune obbligazioni: default selettivo, infatti, significa che i titoli giunti a scadenza non sono stati rimborsati, ma si tratta di di un default limitato solo ad alcuni titoli e che non si protrae nel tempo.

Gli analisti dell’agenzia fanno precisano, infatti, che quando l’operazione di buyback sarà conclusa (cioè fra una decina di giorni, il 17 dicembre 2012), è molto probabile che l’operazione abbia portato a dei risultati positivi e il rating sovrano della Grecia potrà ritornare a ‘CCC’, ossia il rating che meglio riflette la valutazione prospettica di S&P sul merito di credito della Grecia.

ABC delle detrazioni per la ristrutturazione della casa

 Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge 83 del 22 giugno 2012 “Misure urgenti per la crescita del Paese” sono state ufficialmente le detrazioni per le ristrutturazioni domestiche, che sono entrate in vigore dal 26 giugno 2012.

Di seguito un elenco in ordine alfabetico degli sconti previsti per le diverse tipologie di intervento.

Antenne 

Agevolazioni del 36-50% per l’installazione di antenne Tv, radio o satellitare, singola o centralizzata.

Ascensore 

Per l’installazione di un nuovo ascensore è prevista una detrazione del 36-50%. In caso di ascensori condominiali i lavoro devono essere approvati con maggioranza dei condomini (2/3 dei millesimi). Chi lo desidera può non partecipare alle spese, ma viene automaticamente escluso dall’utilizzo dell’ascensore.

L’Iva è del 4% solo nel caso in cui si tratti di ascensore per disabili.

Autoclave

Per l’installazione di un nuovo impianto le detrazioni sono del 36-50%. Nel caso di condomini è sufficiente la richiesta di uno solo dei condomini per procedere ai lavori, in quanto l’acquea è un bene primario.

Bagno

Cambio di piastrelle, sanitari e tubature prevedono, essendo delle manutenzioni straordinarie, una detrazione del 36-50%. I sanitari sono beni significativi e l’Iva sulla fattura ne segue le regole.

Non si necessita di assenso condominiale, se non nel caso di sostituzione dei caloriferi.

Balconi

La realizzazione o il consolidamento statico di balconi sporgenti sono agevolati dal 36 al 50%. Solo se di proprietà comune sono agevolate anche le riparazioni ordinarie.

Per i condomini la spesa è a carico del singolo proprietario in caso di balcone sporgente, per le balconate o balconi a ringhiera le spese sono a carico di chi se ne serve e, nel caso di balconi incassati la spesa deve essere sostenuta dall’intero condominio se si tratta di ristrutturazione di strutture portanti.

Boiler 

La sostituzione di boiler elettrico con uno a gas è agevolata del 36-50%. Nel caso in cui la sostituzione avvenga con una pompa di calore con prestazioni maggiori di 2,6, la detrazione è del 55% dal 1° gennaio 2012 a fine anno, che si riduce al 50% dal 1° gennaio al 30 giugno 2013. Per gli ani successivi la detrazione è del 36%.

Caldaia

Detrazione del 55-50% per la sostituzione dell’impianto, se questa avviene con un modello a condensazione o con pompe di calore. In caso contrario la detrazione è del 36-50% sul risparmio energetico, secondo le indicazioni del Dpr 59/2009.

Nel caso di interventi su caldaie condominiali se non c’è termoregolazione e/o contabilizzazione, l’assemblea decide a maggioranza degli intervenuti.

Caloriferi

Previste agevolazioni fiscali dal 55-50% solo per lavori rilevanti, ossia lavori che prevedono la sostituzione della caldaia con un modello a condensazione e termoregolazione dell’impianto.

Coibentazione

La detrazione è del 55-50% se sono rispettati i requisiti di risparmio energetico allegato B al Dm 11 marzo 2008, altrimenti la detrazione è del 36-50% per il risparmio energetico.

Nel caso di condomini è agevolata la coibentazione su sottotetto non abitabile, solo dopo approvazione dei lavori con maggioranza degli intervenuti e 1/3 dei millesimi.

Condizionatore

Detrazione del 36-50% su impianti con pompa di calore per l’installazione di un nuovo climatizzatore esterno.

Contabilizzazione

Detrazione del 55-50% se la contabilizzazione è associata a sostituzione della caldaia con un modello a condensazione o con pompe di calore a bassa entalpia.

Finestre

Detrazione del 55-50% per la sostituzione di finestre comprensive di infissi nel caso in cui le nuove finestre migliorino le prestazioni energetiche complessive dello stabile. Se la sostituzione riguarda delle singole unità abitative la detrazione massima si ottiene con invio telematico della documentazione all’Enea.

Garage

Se il box è pertinenziale, si applica la detrazione del 36-50% in caso di costruzione o acquisto, solo sulle spese giustificate dall’impresa di costruzione.

Iva al 4% per box pertinenziali alla prima casa, in tutti gli altri casi l’Iva è al 10%.

Impianto elettrico

Detrazione del 36-50% in quanto opera di adeguamento alle norme di sicurezza.

Lastrico solare

Per rifacimento o impermeabilizzazione sono previste agevolazioni fiscali e detrazioni del l 36-50%. Nel caso di posa di materiali coibentanti (con caratteristiche si isolamento a norma di legge) la detrazione sale al 55-50%.

Pannelli solari

Detrazione dal 55-50% a condizione che l’impianto sia coperto da garanzia di almeno 5 anni e conforme alle norme Uni En12945-76.

Pareti

 Agevolazioni fiscali del 36-50% per spostamento di una parete interna.

Pavimenti

Nessuna agevolazione i quanto si tratta di un intervento di manutenzione ordinaria. La detrazione (36-50%) è prevista solo nel caso in cui l’intervento sia di manutenzione straordinaria.

Porta Esterna

Per l’installazione di una porta blindata esterna la detrazione è del 36-50% in quanto opera diretta a prevenire furti e intrusioni. nel caso in cui la porta sia conforme alle leggi sull’efficientamento termico degli edifici la detrazione sale al 55-50% (allegato B al Dm 11 marzo 2008 con calcoli secondo i criteri dell’allegato G).

Scale e rampe

Detrazione del 36-50%. Nel caso l’intervento si ristrutturazione avvenga per l’abbattimento delle barriere architettoniche per disabili, è possibile far richiesta di ulteriori contributi che sono cumulabili con quelli concessi a qualsiasi titolo al condominio, o al portatore di handicap.

Seminterrato

Le detrazioni previste in caso di ristrutturazione per recupero a fini abitativi sono del 36-50%. Come per i sottotetti e le porte blindate, la detrazione sale al 50-55% solo nel caso in cui l’opera contribuisca, secondo i parametri di legge, all’efficienza termica dell’edificio.

Soppalco

Detrazione del 36-50% nel caso di installazione di soppalco interno per scopi abitativi. Se il soppalco è adibito a ripostiglio non è prevista nessuna detrazione.

Sottotetto

Le detrazioni sono del 36-50% se non si crea una nuova unità abitativa.

Tapparelle 

Le saracinesche antifurto sono agevolate dal 36-50%, quelle elettriche sono agevolate solo nel caso di presenza nell’unità di un disabile, per le quali valgono le agevolazioni per l’eliminazione delle barriere architettoniche. In questo caso l’Iva è al 4%, altrimenti l’aliquota è del 10%.

Tetto

Detrazione del 36-50% sia per edifici condominiali che per villette, anche quando si tratta di semplice sostituzione di tegole.

Veranda 

Nessuna agevolazione nel caso si tratti della costruzione di una veranda abitabile (incremento volumetrico). Solo nel caso in cui l’ampliamento riguarda la prima casa si può usufruire dell’Iva al 4%.

Nuovo crollo degli investimenti nel 2013

L’Ance, Associazione nazionale costruttori edili, lancia l’allarme. Nel 2013 non vi sarà una ripresa economica, bensì un crollo degli investimenti che continuerà a mietere vittime dal punto di vista dell’occupazione.

La crisi brucia gli impieghi, ne ha già bruciato 360.000, afferma l’Ance:

 “Si tratta un dramma che si consuma nel silenzio e che è paragonabile a 72 Ilva di Taranto, 450 Alcoa, o 277 Termini Imerese. Considerando anche i settori collegati emerge con tutta evidenza il rischio sociale a cui stiamo andando incontro, infatti, la perdita occupazionale complessiva raggiunge circa 550mila unità. La situazione è drammatica”,

Parole dure quelle del presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti:

“In media le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate dopo 8 mesi e le punte di ritardo superano ampiamente i due anni. Il patto di stabilità interno, continua a rappresentare la principale causa di ritardo nei pagamenti della Pubblica amministrazione. Nei prossimi dodici mesi proseguirà la fase di caduta con una riduzione degli investimenti in costruzioni del 3,8% in termini reali rispetto al 2012, Si aggrava lo scenario economico, anche per via dell’allungamento dei tempi necessari per l’avvio di alcuni provvedimenti contenuti nel dl Sviluppo e dei programmi infrastrutturali approvati a livello nazionale e locale”.

Multa pesante per il cartello delle TV

 Sono sei in totale i gruppi multinazionali entrati nel mirino della Commissione Europea, che saranno costretti a pagare 1,47 miliardi complessivi di multa per aver organizzato dei cartelli sulla produzione e la vendita di schermi televisivi e di tubi catodici.

I multati sono Chunghwa, Lg Electronics, Philips e Samsung, colpevoli di aver preso parte ad entrambe le imprese illegali e Panasonic, Toshiba, Mtpd e Technicolor, che invece sarebbero state coinvolte solo nell’affare sui tubi catodici.

Questi cartelli per i tubi sono cartelli da manuale: rappresentano tutte le peggiori caratteristiche di comportamento anticoncorrenziale che sono strettamente vietate alle compagnie che operano in Europa.Queste le parole di Joaquin Almunia, commissario Ue alla Concorrenza, che ha rilevato un’attività illegale nel periodo tra il il 1996 e il 2006, durante il quale le multinazionali citate avrebbero operato a diversi livelli per  fissare i prezzi, dividersi il mercato su scala mondiale, ripartire i clienti e limitare la produzione.Chunghwa è l’unica multinazionale ad esserne uscita indenne, in quanto è proprio grazie a lei che si è arrivati a questa conclusione. Per le altre aziende coinvolte l’esborso sarà, nel dettaglio, di 150,842 milioni per Samsung, 313,356 milioni per Philips, 295,597 milioni per LG, 38,631 milioni, per Technicolor e 157,478 milioni per Panasonic,

 

Multinazionali in fuga dall’Europa

Le multinazionali sono pronte a lasciare il meridione d’Europa e a volare verso altri lidi. Un esodo che sa di minaccia, che porterà a una mancanza di capitali e a un calo dell’innovazione.

I Paesi del Vecchio Continente provano a ribellarsi, manifestando il bisogno disperato di avere nelle proprie zone le grandi aziende mondiali per uscire dalla crisi e risolvere problemi annosi quali debito e recessione.

Il Wall Street Journal, intanto, lancia l’allarme e cita alcuni esempi di multinazionali in fuga. Tra queste figura Kimberly Clark, azienda leader nel settore dei pannolini per bambini.

Il calo delle nascite sta costringendo Kimberly Clark a chiudere le proprie sedi europee. Merck, Alcoa e Ppr la seguiranno presto. Ppr, peraltro, di recente ha annunciato che taglierà i posti di lavoro in Spagna, diminuendo il proprio quadro del 20%.

Sulle pagine del Wall Street Journal si legge:

“Dall’inizio dell’anno ci sono stati segnali di debolezza degli investimenti esteri diretti in Europa del Sud. Nei primi sei mesi dell’anno, il ritiro di investimenti in Italia è arrivato a 1,6 miliardi di dollari, al netto dei nuovi fondi affluiti. Dal 2007, gli investimenti esteri diretti sono calati del 38% in Portogallo, Spagna, Grecia e Italia, con gli investitori che spostano le proprie risorse verso i paesi emergenti”.

La burocrazia, soprattutto in Italia, scoraggia gli imprenditori. Uno dei casi lampanti e Decathlon, azienda francese ben radicata nel territorio, la quale ha rinunciato ad aprire una sede immensa nei pressi di Milano. Era un investimento da 25 milioni di dollari, che non si farà.

Passera preoccupato per Fiat e Ilva

Nel corso di un dibattito al Maxxi di Roma Corrado Passera, Ministro dello sviluppo economico, ha dichiarato:

“Sono molto preoccupato per la Fiat, visto che non vedo la determinazione a superare la crisi con gli investimenti e la volontà nel campo dell’auto”.

Questa dichiarazione si configura come risposta alla domanda sul futuro dell’Ilva e della Fiat. Passera ha esordito così:

“Per l’Ilva scommetto sul fatto che avrà fatto o sarà stata costretta a fare gli investimenti necessari per far andare d’accordo salute e lavoro. Molto più difficile è la previsione sulla Fiat e sono molto più preoccupato perchè già essere una sottomarca della Chrysler sarebbe un buon risultato, se fatto bene”.

Il Ministro parla poi del presente:

“Oggi siamo in una situazione di non chiarezza degli investimenti e di perdita di peso del marchio Fiat in Europa, a cui mi immagino si risponderà con concretezza. Ma la determinazione a superare la crisi con gli investimenti nel campo dell’auto non la vedo. Dal Lingotto il governo aspetta i fatti. Noi ci stiamo impegnando per fare la nostra parte, dove è possibile”.

E per quanto riguarda un suo futuro politico alla fine del Mandato Monti, Passera ha chiosato:

“Se ci potrà essere qualcosa che continui e allarghi il lavoro di adesso non mi tirerò indietro ma solo dopo aver terminato il lavoro attuale. Voglio restare fedele a ciò che ho detto in altre occasioni. Stiamo completando il lavoro con grande impegno. Credo che il prossimo governo dovrà essere fortemente politico perchè il lavoro dei prossimi cinque anni consisterà nel ridisegnare e rilanciare il nostro Paese che ha bisogno dell’appoggio della gente”.

Unione bancaria sfumata a causa della Germania

 La riunione dell’Ecofin dei ministri delle finanze dei paesi dell’Eurozona non ha portato al risultato sperato. La Germania ha detto no alla creazione di una super BCE con il ruolo di vigilanza e supervisione di tutte le banche nazionali. Il prossimo vertice si terrà mercoledì 12 dicembre, a ridosso del Consiglio europeo, e sono in molti a nutrire delle speranze per il raggiungimento di un accordo, anche se i presupposti  non sono quelli migliori.

La proposta della Commissione Europea di un controllo delle banche da parte della BCE (sarebbero 6000 gli istituti che finirebbero sotto la sua supervisione) è un passaggio fondamentale perché il fondo di salvataggio permanente dell’Unione monetaria possa prestare direttamente soldi agli istituti di credito.

La proposta è stata accolta positivamente sia dal presidente della Bce Mario Draghi, sia dalla Francia e dall’Italia. Lo zoccolo duro è la Germania, la cui opinione è particolarmente sentita nell’Unione, che vorrebbe escludere da questo accordo le banche regionali tedesche, al massimo, da Berlino fanno sapere che potrebbe accettare un meccanismo di sorveglianza ma con una diversa ripartizione delle competenze tra la Bce e le autorità nazionali, le quali potranno continuare ad agire per proprio conto.

Questioni da risolvere anche sulle modalità e sui tempi dell’unione, problemi che, nonostante le note ottimistiche dei ministri che hanno partecipato al vertice, potrebbero pesare anche sulla conclusione della prossima riunione. Secondo i favorevoli all’unione, non riuscire a trovare un accordo entro, al massimo, la fine dell’anno porterebbe ad una ulteriore perdita di credibilità dei paesi dell’Unione Europea nei confronti dei mercati internazionali.

Francia, Enel esce dal nucleare

Enel non ci sta. Dopo aver rinunciato al progetto di ricostruire quattro centrali atomiche in Italia in collaborazione con Edf, ora scioglie la Joint Venture, creata tempo fa sempre con Edf. Edf è un colosso controllato dal governo parigino e l’obiettivo della Joint Venture per la Francia non differiva da quello della Joint Venture per l’Italia. Cinque centrali da costruire a Parigi, per le quali Enel non parteciperà ai lavori.

I motivi che hanno portato Enel a sciogliere la collaborazione? In primo luogo l’incidente di Fukushima in Giappone. Secondariamente la crisi delle finanze pubbliche. Due elementi di grossa caratura che frenano il disegno progettato da Fulvio Conti, A.D dell’Azienda che fino a poco tempo fa vantava il monopolio dell’Energia nel nostro Paese. In un comunicato rilasciato poche ore fa Enel aggiunge che il ritardo e l’aumento dei costi hanno dato una mano nella decisione di rompere le trattative.

Non solo, il comunicato prosegue così:

“Questa situazione  è aggravata dalla significativa flesione nella domanda di energia elettrica e dall’incerta tempistica per ulteriori investimenti nel nucleare in Francia. Inoltre, il referendum del giugno 2011 in Italia, che ha impedito lo sviluppo dell’energia nucleare nel paese, ha ridotto la rilevanza strategica dell’intero accordo di collaborazione con Edf. Questo non significa che Enel esca del tutto dal settore nucleare: il gruppo copre grazie all’atomo il 14% della sua produzione di energia nei 40 paesi in cui è presente, grazie alle centrali di cui è proprietaria in Spagna e nella Repubblica Slovacca”.

 

Italia ai primi posti nella classifica dei Paesi più corrotti

Corruzione e Italia fanno quasi rima. Il Nostro Paese perde altre tre posizioni nella speciale classifica globale che riguarda le Nazioni più a rischio. Ogni anno, a tal proposito, Trasparency International pubblica un rapporto di monitoraggio della situazione mondiale.

Su una scala che va da 0 a 100, l’Italia è scesa al settantaduesimo posto, a quota 42 punti, un gradino sopra la Tunisia.

In fatto di corruzione, qualora questa fosse una magra consolazione, c’è chi sta addirittura peggio. E’ il caso della Grecia, che ha perso ben quattordici posizioni scivolando al novantaquattresimo posto con 36 punti, al pari della Colomba.

Trasparency International, Ente responsabile dello studio in questione fa nota che la corruzione colpisce una fascia particolare di Nazioni:

“Il fenomeno della corruzione si verifica in quei paesi maggiormente affetti dalla crisi economica e finanziaria. Colpite in modo minore dalla congiuntura economica, Germania e Francia si piazzano rispettivamente 13ma e 22ma con punteggi superiori a 70”.

Tra i paesi più virtuosi, a quota novanta punti, vi sono la Nuova Zelanda, la Finlandia e la Danimarca.

In posizione di fanalini di coda troviamo (a conferma della teoria fornita da Trasparency International) Afghanistan, Corea del Nord e Somalia, Nazioni che occupano la 174ma ed ultima posizione della graduatori, dopo aver totalizzato soltanto otto punti.

 

Italiani, tredicesima a rischio

Il Natale è alle porte, mentre la crisi non accenna ad andarsene. Pressione fiscale e stretta del credito fanno si che il versamento delle tredicesime sia a rischio. Le piccole imprese non hanno la sicurezza di poter retribuire con lo stipendio extra i propri lavoratori.

La Cgia di Mestre ha lanciato l’allarme:

“La stretta creditizia ha lasciato senza soldi le Piccole e medie imprese e, tra il fitto numero di impegni finanziari e di scadenze fiscali previste per il mese di dicembre, sono a rischio i pagamenti delle tredicesime”.

A parlare è Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia, Giuseppe dopo aver ricevuto negli ultimi giorni un elevato numero di segnalazioni pervenute da molti piccoli imprenditori che navigano in cattive acque per mancanza di fondi:

”Non siamo in possesso di alcuna statistica in grado di dimensionare l’entità del fenomeno, tuttavia le segnalazioni giunte in queste ultime settimane presso i nostri uffici sono state numerosissime. Da sempre il mese di dicembre presenta un numero di scadenze fiscali e contributive molto onerose. Detto ciò, è probabile, vista la scarsa liquidità a disposizione, che molti piccoli imprenditori decideranno di onorare gli impegni con il fisco e di posticipare il pagamento della tredicesima, mettendo in difficoltà, loro malgrado, le famiglie dei propri dipendenti”.

Un preoccupante quadro generale, dunque, causato dalla contrazione dei prestiti bancari messi a disposizione delle PMI. Il sistema imprenditoriale soffre, dal momento che la produzione industriale ha fatto registrare un calo del 6,5%.