Confcommercio, fare le riforme per salvare il nostro Paese

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 L’Ufficio studi di Confcommercio parla di oltre 12.000 imprese in meno nei primi tre mesi del 2014. L’80% di queste riguardano l’abbigliamento. «L’Italia è ancora gravemente malata di bassa crescita; non è affatto fuori pericolo». È l’allarme lanciato da Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio: «Le nostre possibilità di crescita e sviluppo sono oggi inferiori a quelle già esigue di qualche anno fa». ».Soprattutto, sottolinea, «è umiliante e intollerabile non riuscire ad offrire una opportunità ai tanti giovani che emigrano definitivamente all’estero per cercare occupazione».

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«L’unica strada per presentarci in Europa con dignità rimane e continua a rimanere quella di fare le riforme». Dice Sangalli. Bisogna  «fare le riforme». Anche perchè, in questa fase, «è stridente la contraddizione tra fiducia  e comportamenti effettivi di famiglie e imprese: perchè sulla fiducia prevale ancora l’oppressione fiscale». Tutto questo «obbliga il Governo, il Parlamento, la politica, ad agire con celerità, fermezza, efficacia». Perchè, dice ancora Sangalli, «dobbiamo guardare con serena lucidità alla realtà: le prospettive di crescita sono deludenti; siamo, ancora, nella palude degli zero virgola tanto per il Pil quanto per i consumi».

Quindi, «non ci sarà una ripresa salvifica. Ci dobbiamo salvare da soli: facendo le riforme. E tutte le riforme che servono dipendono dalla riforma della spesa pubblica». «Ci sono tagli rilevantissimi da effettuare: in parte andranno a risparmio pubblico, in parte devono essere reinvestiti per offrire servizi degni di un paese civile». Si deve «licenziare» definitivamente la vecchia e cattiva abitudine dello “spendi e tassa” che ci ha portato ad avere oltre 2.100 miliardi di euro di debito».

 

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