Debito pubblico, Italia rinvia il problema

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Lo Stato italiano ha intenzione di allungare la vita media del proprio debito pubblico. Pare sia una buona notizia, tuttavia non lo è per nulla.

Solitamente, quando il debitore prova a posticipare le scadenze significa che non è messo nelle condizioni migliori. Lo si è visto in Grecia, Paese in cui la Troika ha imposto al governo la ristrutturazione del suo debito statale allungando le scadenze perché era diventato impossibile sostenerlo.

Si verificherà in Italia (e forse anche in altri stati europei), ma l’operazione sarà indolore e tutto si svolgerà nell’ambito delle normali operazioni di rifinanziamento e sotto la protezione della BCE che, comprando titoli di stato a partire dal 2015, permetterà al Tesoro di pagarne a basso prezzo i costi. Ma il problema italiano non sarà affatto risolto, bensì solo procrastinato. Già perché con un debito/pil del 132% (secondo solo a quello di Atene) c’è poco da stare sereni.

Si legge in un comunicato ufficiale:

Il Tesoro punta quindi ad un allungamento della vita media del debito pubblico nel corso del 2015, anno che vedrà anche il lancio di almeno un nuovo Btp Italia, nonché la possibilità di un ritorno ad emissioni in dollari. Dopo un anno in cui la vita media del debito ha sostanzialmente terminato la sua discesa, nel 2015 l’obiettivo è di incrementarla, sempre tenendo conto della dimensione assoluta dello stock dei titoli in circolazione, che tende a dilatare i tempi per il conseguimento di questo risultato. In un contesto operativo che rimane in gran parte simile a quello del 2014, in Tesoro preannuncia possibili novità sul fronte del Btp Italia. Almeno un’emissione verrà garantita per gli investitori retail, con le caratteristiche introdotte con gli ultimi due collocamenti, ma con una scadenza che potrà anche essere portata anche oltre i sei anni “ove le condizioni di mercato lo consentano.

 

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