Fondo Monetario taglia stime su crescita Usa

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Sono giorni ricchi di impegni per quanto concerne l’agenda macroeconomica mondiale. Due le aree nevralgiche da tenere in altissima considerazione: la Grecia e gli Stati Uniti.

La Grecia ha annunciato di non avere a disposizione i fondi sufficienti per pagare il suo debito con l’Fmi. Nel contempo, spostandoci dall’altra parte del mondo, proprio il Fondo Monetario Italiano ha tagliato le stime sulla crescita americana e ha procrastinato di molto il rialzo dei tassi da parte della Fed. Stando agli economisti di Washington, la Federal Reserve dovrebbe rimanere dipendente dei dati e rinviare un aumento dei tassi fino a quando non ci siano segnali più forti di aumenti dei salari e dell’inflazione.

In base a quanto affermato dal Fondo monetario internazionale agire troppo presto o tardi potrebbe essere pericoloso, anche per questo gli economisti suggeriscono di agire nella prima metà dell’anno prossimo.

Per le prossima primavera, infatti, la ripresa dovrebbe aver preso maggior vigore. Nel frattempo, però, il Fmi ha rivisto al ribasso le stime sull’andamento del Pil per gli Stati Uniti per quest’anno e il 2016: l’economia a stelle e strisce crescerà rispettivamente del 2,5% e del 3%, meno del 3,1% previsto in aprile per entrambi gli anni.

A preoccupare gli economisti sono in particolar modo le finanze pubbliche americane che restano su una “strada non sostenibile”, mentre l’attuale politica di bilancio presenta delle disfunzioni che possono danneggiare l’economia. Inoltre, il dollaro è “moderatamente sopravvalutato”: il biglietto verde si è apprezzato del 13% in termini reali negli ultimi 12 mesi. Una progressione che – dice ancora il Fmi – ha un effetto positivo sulla crescita, sulla creazione di posti di lavoro e sull’inflazione, ma un ulteriore pronunciato apprezzamento potrebbe essere dannoso.

 

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