Fmi, Grecia non paga il debito

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Tornano ad allargarsi le distanze tra la Grecia e i creditori internazionali, proprio nelle ore che per molti osservatori sarebbero potute essere decisive.

Il premier greco, Alexis Tsipras, ha rigettato in toto le proposte messe sul tavolo dal Brussels Group (la ex Troika di Ue, Bce e Fmi) e annunciato che la rata al Fmi non verrà pagata oggi, ma a fine mese.

Tornano pertanto al mittente le proposte che sembrava potessero costituire una base d’accordo, dopo l’incontro “costruttivo” con Jean Claude Juncker. Invece il fronte interno ellenico si è mostrato troppo contrario all’ipotesi di alzare l’Iva, toccare il sistema pensionistico, rinunciare alla re-introduzione della contrattazione collettiva: dire sì alle condizioni europee – seppure ammorbidite sugli obiettivi di bilancio da imporre ad Atene per il 2015, ma comprensive di 4,5 miliardi di misure ulteriori nel biennio – avrebbe frantumato Syriza.

E così Tsipras è tornato a dichiarare che l’unica base per un accordo sarà la proposta greca, che per ora consta di 47 pagine troppo distanti dalle richieste di Bruxelles, anche perché inclusive di una ristrutturazione del debito che – sebbene per molti sia inevitabile – resta un tabù sul tavolo internazionale. Oggi il premier greco dovrebbe tornare a colloquio in sede internazionale, mentre in serata riferirà in Parlamento e si esporrà al fuoco incrociato di chi sta alla sua destra e alla sua sinistra.

Non solo si è riaperta la falla sui contenuti dell’accordo. Atene ha anche notificato al Fondo monetario internazionale che non ripagherà i 305 milioni di euro dovuti oggi, ma rimanderà a fine mese.

Si tratta di un evento inedito nella storia del Fmi e prevede proprio di raggruppare i pagamenti dovuti nel mese e portarli al termine dello stesso: l’appiglio legale è una simile decisione presa dall’Executive Board di Washington alla fine degli anni Settanta, poi usata dallo Zambia negli anni Ottanta.

 

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