Il contratto a chiamata – Tipologie e limitazioni

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 Dal luglio 2012 è entrata in vigore la riforma del mercato del lavoro che prevede numerose variazioni dei contratti esistenti in Italia al fine di disincentivare l’utilizzo di contratti a termine in favore di forme di lavoro a tempo indeterminato. Occupiamoci del contratto a chiamata.

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Che cos’è e come funziona il contratto a chiamata

Il contratto a chiamata è una tipologia di contratto di lavoro subordinato che viene utilizzato per prestazioni occasionali e discontinue. Le aziende lo utilizzano per assumere personale solo in situazioni di necessità momentanea.

Il contratto a chiamata può essere sia a tempo determinato che a tempo indeterminato e, per ognuna delle due durate esistono due tipi di contratto che differiscono per l’impegno che viene richiesto al lavoratore:

1. senza obbligo di disponibilità, per cui il datore di lavoro non può pretendere che il lavoratore sia sempre disponibile alla chiamata;

2. con obbligo di disponibilità, quindi il lavoratore si impegna ad essere disponibili ogni volta che il datore di lavoro richiede la sua presenza, obbligo per il quale il lavoratore riceve una indennità.

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Limitazioni al contratto di lavoro a chiamata

Esistono delle circostanze in cui non è possibile stipulare un contratto di lavoro a chiamata, nello specifico:

1. per sostituzione di lavoratori in sciopero;

2. se l’azienda ha effettuato licenziamenti collettivi nei sei mesi precedenti

3. per imprese che non hanno effettuato la valutazione del rischio.

 

 

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