I rischi economici della crisi in Crimea per i Paesi dell’est e centro Europa

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 L’Europa centrale e orientale sono minacciate a livello economico dalla crisi in Ucraina. Le possibili sanzioni contro la Russia potrebbero pesare sulla Regione più che per altre parti dell’Europa. In effetti, per la Polonia e altri Paesi dell’Europa centrale e orientale, la crisi Ucraina non pone solo un problema di sicurezza, ma una seria minaccia economica.

La preoccupazione non è solo dell’Ucraina, che è solo un partner commerciale minore per la Russia. La Russia resta un mercato chiave e la principale fonte di gas naturale per la regione.

 

Le ricadute economiche del “Si” della Crimea alla Russia

 

Se l’occidente deciderà per le sanzioni contro la Russia per la sua incursione in Crimea, e Mosca si vendica, i Paesi dell’Europa centrale e orientale si troveranno in prima linea in termini di ricadute economiche. Il ministro degli esteri polacco Radoslaw Sikorski ha affermato che il suo Paese è più esposto economicamente rispetto ad altri e che si stanno calcolando le conseguenze, che saranno dolorose, delle eventuali sanzioni.

Il commercio polacco con la Russia rappresenta circa due punti percentuali di produzione o 10,8 miliardi di dollari. La Russia fornisce circa i due terzi di gas naturale della Polonia, il doppio della media dell’Unione europea nel suo insieme. Nonostante l’esposizione abbia una importanza economica, Varsavia ha spinto l’occidente a prendere una linea dura con Mosca, sostenendo che il principio democratico è il più importante per conservare i legami d’affari. Altri paesi della regione, tra cui l’Ungheria che ha recentemente firmato un contratto con una società russa di proprietà statale per costruire due reattori nucleari da 16,7 miliardi dollari, è più riluttante per le sanzioni contro il Cremlino.

La regione ha dovuto fare i conti con la recessione come la zona euro. Con la crisi dell’euro che si è placata, anche le prospettive di crescita di questi Paesi sono migliorate. Il rimbalzo è particolarmente alto in Polonia, dove gli economisti hanno previsto una crescita per quest’anno del 3,6%, ben al di sopra della media dell’Unione europea dell’1,2%.

Gli economisti che seguono la regione dicono che il clima politico è troppo torbido per fare previsioni affidabili. Eppure, se le tensioni con la Russia non peggiorano, come molti analisti prevedono, questi Paesi non dovrebbero avere ricadute economiche. Questo discorso vale soprattutto per la Polonia. Altre economie importanti della regione, tra cui l’Ungheria e la Repubblica ceca, non hanno lo stesso livello di resistenza. Il loro recupero non è stato forte come quello della Polonia e sono quindi più esposti ad uno shock improvviso, come affermano gli economisti.

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