La Fed ha annuciato il tapering: di cosa si tratta?

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 Per chi non ha dimestichezza con le parole dell’economia e della finanzia, è difficile capire il motivo di tutto il subbuglio che ha creato l’annuncio del tapering da parte di Ben Bernanke, numero uno della FED, durante l’incontro con il Congresso che si è tenuto il 22 maggio scorso.

 Da settembre via al tapering

Una parola, il tapering, che difficilmente si sente in finanza, ma che adesso sta riempiendo le pagine di tutti i giornali. Il motivo è semplice: il tapering è la diminuzione degli stimoli monetari da parte della FED alle economie emergenti. Cosa vuol dire? Vuol dire che la FED non acquisterà più titoli (bond) di paesi emergenti, riducendo così il flusso di denaro che, da sempre, arriva a questi paesi dagli Stati Uniti.

Utilizzando il gergo tecnico, gli Stati Uniti ridurranno il Quantitative Easing (QE), ossia gli investimenti previsti negli annunciati programmi di acquisto di bond. Durante l’incontro del 22 maggio con il Congresso Bernanke ha annunciato che i programmi di Quantitative Easing, che non hanno mai trovato un consenso unanime, potrebbero passare dagli 85 miliardi di dollari previsti a 60/65 miliardi.

Certo, non è che gli USA acquistano titoli e bond di altri paesi a solo scopo di solidarietà, lo fanno perché in questo modo acquistano anche ricchezza, ma, in un momento come quello che sta vivendo l’America, e con lei anche tutti i paesi emergenti, si deve cercare di ridurre tutti i rischi di politica monetaria.

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A patire di più dopo l’annuncio del tapering sono stati i paesi emergenti, che vedranno ridursi sensibilmente il denaro a basso costo da tempo assicurato dagli Usa.

 

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