L’UE richiama la Germania sulle partite correnti

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 I richiami della Commissione Europea arrivano anche nei confronti dei poteri forti dell’Eurozona. E’ il caso ad esempio della Germania, che può vantare l’economia più solida del gruppo europeo a livello internazionale e degli ottimi risultati anche a livello di export

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Ma la partecipazione comunitaria degli affari, quella che avviene sotto l’egida dell’Unione Europea, impone il rispetto delle regole comunitarie e proprio la forza economica della Germania potrebbe portare la nazione a contravvenire alle regole imposte dall’UE.

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Per la Germania, proprio in questi giorni, si profila il caso dell’export, settore che ovviamente gode di ottima salute nel bilancio nazionale, ma che può essere a lungo andare dannoso per gli altri paesi deboli o in difficoltà dell’Europa, come la Grecia o il Portogallo, le cui economie rischiano di essere danneggiate dallo strapotere dei tedeschi.

Il problema risiede infatti nella gestione dei livelli delle partite correnti che impongono un tetto all’attività commerciale che le singole nazioni aderenti all’Unione Europea intrattengono con le altre nazioni. I tedeschi, cioè, nel corso dell’ultimo anno hanno, venduto troppo all’estero e il rapporto export – PIL ha superato quest’anno il 6%, limite medio che l’Unione Europea impone per gli avanzi, i surplus sulle partite nel giro di tre anni.

Nel 2010 infatti il surplus dei conti con l’estero della Germania è stato pari al 6,24% del Pil. Nel 2011, il 6,21% . Nel 2012, appena oltre il 7 %. La media triennale è dunque pari al 6,5%.

Al contrario, invece, in caso di deficit, le soglie sono poste al 4% di media da cumulare nel corso degli ultimi 3 anni. Ci sia aspetta quindi un richiamo della UE alla Germania entro il 15 novembre prossimo.

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