Le minute della Fed non dicono niente di nuovo

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 Chi, come il sottoscritto, pensava che il tono “havkish” della Yellen della Fed all’ ultimo FOMC fosse intenzionale, è servito. Dalle minute pubblicate ieri sera emerge un Committee preoccupato che il rialzo delle previsioni sui tassi sia interpretato dagli investitori come una svolta verso una politica monetaria meno accomodante , ed in generale intenzionato a rassicurare i mercati che la modifica della guidance non implica una una modifica della stance FED.
Resta da capire che utilità abbia la pubblicazione di rates forecasts se i mercati devono disinteressarsene. Oltre a ciò, risulta difficile da contestualizzare l’affermazione della Yellen della Fed sui 6 mesi tra la fine del tapering e il primo rialzo dei tassi, che contribui a validare le suddette forecasts spiega  Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr. In ogni caso, il discorso del 31 marzo e la lettura delle minute del meeting sembrano destituire di fondamento la teoria di una svolta hawkish all’ultimo FOMC .

Nella Fed continua il dibattito sui tempi dell’aumento dei tassi

I mercati hanno ovviamente salutato con sollievo la notizia, recuperando ulteriore terreno per chiudere con progressi superiori al punto percentuale. Anche i bond si sono rilassati, mentre comprensibilmente il $ ha perso ulteriore terreno, scontando una politica monetaria più espansiva.

Il moderato sollievo US si è scontrato stanotte con i pessimi dati di trade balance cinese per marzo. La negatività non deriva tanto dal calo delle esportazioni (-6.6% anno su anno) la cui debolezza risente delle distorsioni dell’anno scorso causa speculazioni valutarie. Non a caso, le esportazioni verso Hong Kong (-43%) giustificano interamente il calo, mentre quelle verso altri lidi segnalano una crescita su base annua. Sono le importazioni (-11.3% anno su anno) a sorprendere un consenso che se le attendeva a +3.9%. Ciò accentua le indicazioni rivenienti dai PMI, di una domanda interna in difficoltà.

 

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